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Israel - Palestine peace

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(24 Agosto 2013) Enzo Apicella

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Clamori dalla Colombia!

(16 Maggio 2009)

07/05 - EX-DETENUTI DALLE FARC: "SIAMO SOLIDALI CON PIEDAD CÓRDOBA ED I COLOMBIANOS POR LA PAZ "

Diversi ex prigionieri, che erano stati detenuti per ragioni legate al conflitto sociale ed armato dalla guerriglia rivoluzionaria delle FARC-EP, hanno espresso solidarietà ed apprezzamento nei confronti della senatrice colombiana Piedad Córdoba e del movimento "Colombiane e Colombiani per la Pace ", per lo sforzo di facilitazione umanitaria che stanno realizzando.
In un comunicato del 5 maggio scorso Alan Jara, Consuelo Gonzáles de Perdomo, Clara Rojas, Sigifredo López, Orlando Beltran Cuellar, Oscar Tulio Lizcano e Luis Eladio Pérez hanno riconosciuto l'importanza del gesto delle FARC, che hanno annunciato la loro volontà di liberare unilateralmente l'ufficiale Pablo Emilio Moncayo e di far pervenire prove di sopravvivenza degli altri militari ancora in loro potere. Hanno altresì chiesto al governo di rendere possibili le condizioni logistiche necessarie al buon esito dell'operazione, come ad esempio la presenza di Piedad Córdoba nella commissione a cui dovrebbe esser consegnato Moncayo.
Ricordiamo che Uribe si è ripetutamente espresso in senso negativo, motivando tale posizione col fatto che la presenza della Córdoba aiuterebbe soltanto la guerriglia a mettere in piedi uno show politico-mediatico. Ma il guerrafondaio Uribe, sabotatore di professione di questo tipo di operazioni umanitarie, dimentica che ad aver imbastito teatrini demagogico-propagandistici con i riscatti militari di alcuni prigionieri -come la Betancourt- è stato proprio il governo mafioso ed illegittimo che egli stesso presiede! Ingrid Betancourt, va detto, che non firmando questa lettera e disinteressandosi della questione ribadisce tutta la sua meschinità.
I suddetti ex prigionieri, espressisi più volte contro ogni tipo di tentativo di riscatto a ferro e fuoco, hanno anche sottolineato l'urgenza di avanzare verso un accordo umanitario di scambio di prigionieri tra le parti belligeranti, proposto da tempo dalle FARC medesime e rifiutato nei fatti dal regime para-militare colombiano.

08/05 - MULTINAZIONALE STATUNITENSE "DOLE" ACCUSATA DELLO STERMINIO DI 57 SINDACALISTI

La Dole, compagnia statunitense per la produzione e la commercializzazione di frutta, avrebbe finanziato gruppi paramilitari per assassinare 57 persone in Colombia, "colpevoli" di abitare in zone ritenute utili alle loro piantagioni o di essere sindacalisti che si opponevano al trattamento disumano che la multinazionale riserva ai contadini della zona. Come denunciato dall'avvocato nordamericano Collingsworth al quotidiano colombiano El Espectador, "Le vittime erano rappresentanti sindacali nella multinazionale o semplicemente contadini che abitavano nelle zone dove la compagnia bananera aveva intenzione di impiantare le sue coltivazioni".
La settimana scorsa l'avvocato ha chiamato in causa la Dole per questi fatti davanti ad una corte di Los Angeles: le denunce indicano che la Dole avrebbe finanziato fra il 1997 ed il 2006 le AUC (i paramilitari di Stato), responsabili di migliaia di massacri di civili inermi.
L'avvocato aveva già sporto denuncia contro la Chiquita Brands, a nome delle vittime delle AUC, dopo che questa multinazionale aveva ammesso ad una corte degli Stati Uniti il pagamento di 1,7 milioni di dollari ai paramilitari per garantire la "sicurezza" nella regione di Urabá, dipartimento di Antioquia, fatto per il quale è stata multata nell'aprile del 2007 per 25 milioni di dollari.
Collingsworth sostiene che la Dole continua ad appoggiare questi gruppi armati di estrema destra, che nonostante una presunta "smobilitazione" sbandierata dal governo Uribe non hanno mai cessato di agire impuni, ed ha annunciato che al processo porterà le testimonianze di alcuni ex capi delle AUC, nelle quali ammettono che la Dole ha pagato per indebolire il movimento sindacale e proteggerla dalla guerriglia.
Ecco la farsa del processo di smobilitazione dei paramilitari voluto dal governo Uribe: alcuni esponenti delle AUC, benché responsabili dei crimini più efferati, scontano pochi anni di galera, fra permessi, arresti domiciliari e privilegi vari; e i paramilitari, col nuovo nome di "Aguilas Negras" e coperti dalle più alte cariche dello Stato, ivi compreso lo stesso presidente e la sua cricca mafiosa, proseguono il lavoro sporco per conto delle multinazionali, dei latifondisti e dell'oligarchia. Fino a quando la comunità internazionale potrà ignorare questa situazione? Quando questi assassini ed i loro mandanti pagheranno per i massacri commessi?

11/05 - MINISTRO DELLA DIFESA COLOMBIANO SI DIMETTERA' ENTRO LA FINE DI MAGGIO
Il ministro della difesa colombiano, Juan Manuel Santos, si dimetterà dal suo incarico entro la fine di maggio per non invalidare una sua eventuale candidatura alle elezioni presidenziali del 2010.
Santos ha affermato pubblicamente che si candiderà alla presidenza se Alvaro Uribe non si presenterà per un terzo mandato, per permettere il quale è in corso al Congresso un progetto di referendum per una riforma costituzionale in tal senso.
Benché l'approvazione del referendum ormai dipenda solo dal voto dell'assemblea plenaria del Senato, che potrebbe darsi entro pochi giorni, Uribe, eletto nel 2002 e riconfermato nel 2006 previa modifica costituzionale attraverso la compravendita illegale di voti al Congresso, non ha ancora detto se si presenterà alle prossime elezioni o meno.
Santos, esponente di spicco dell'oligarchia colombiana, la cui famiglia, monopolista nel campo dell'informazione possiede un vero e proprio impero mediatico che comprende quotidiani a tiratura nazionali, riviste e partecipazioni azionarie nella maggiore emittente televisiva a pagamento colombiana, ha avuto un ruolo fondamentale nella fraudolenta elezione dell'attuale presidente Uribe e nel costruire la sua carriera politica, occultando al grande pubblico i suoi legami con i narcotrafficanti ed i paramilitari e contribuendo alla costruzione della sua immagine pubblica.
Nel 1997 Santos, candidato alla presidenza per il Partito Liberale, ebbe un incontro col capo paramilitare Carlos Castaño per concordare la caduta dell'allora presidente Samper, come conferma lo stesso ex capo delle AUC in un suo libro.
Il presidente del Venezuela, Hugo Chávez, il 17 marzo scorso ha dichiarato che Santos rappresenta "una minaccia per la pace del Venezuela, la corrente più fascista dell'oligarchia colombiana"
Il ministro Santos è un criminale di guerra, che rivendica lo sconfinamento in terra ecuadoriana come "legittima difesa", ovvero per bombardare un accampamento temporaneo delle FARC preposto ai contatti internazionali per lo scambio umanitario, e che autorizzò l'uso fraudolento del simbolo della Croce Rossa in un'operazione militare. Aldilà degli sgambetti a Uribe, la sua elezione rappresenterebbe la continuità nella politica interna ed estera del paese: una continuità criminale e criminogena, lo sviluppo capillare del terrorismo di Stato, lo smantellamento dell'ormai fragilissimo sistema dei diritti dei lavoratori, la definitiva paramilitarizzazione delle aree confinanti col paese, lo stato di guerra permanente.
Incredibilmente, il ministro guerrafondaio non si dimette per via degli scandali e le inchieste che lo hanno coinvolto, ma per garantire la propria candidatura alla presidenza del paese. JM Santos é una minaccia non solo per il popolo colombiano, ma anche per la pace e la stabilità della regione. Un sabotatore di professione dell'integrazione latinoamericana e caraibica, profondamente fascista e reazionario, non può e non deve continuare ad agire impunemente.

13/05 - L' EX CONSOLE COLOMBIANO A MILANO JORGE NOGUERA PROCESSATO PER OMICIDIO
Jorge Noguera Cote, ex console di Milano ed ex direttore del DAS (la polizia politica direttamente alle dipendenze del Presidente della Repubblica), è sotto giudizio per favoreggiamento nell'omicidio del professor Alfredo Correa de Andreis (che stava realizzando un'inchiesta sugli sfollamenti forzati nella Costa Atlantica) commesso dai paramilitari del boss "Jorge 40" nel 2004, nonché in quelli della giornalista Zully Codina Pérez , assassinata nel 2003, del politico Fernando Pesciotti e del sindacalista Adán Pacheco. La magistratura lo accusa di aver consegnato ai paramilitari informazioni di intelligence per favorirne l'eliminazione.
Oltre a quella di complicità diretta in questi quattro omicidi, pendono sul capo di questo sbirro di regime le accuse di associazione a delinquere, frode, abuso di potere (per aver trasferito dei suoi sottoposti che indagavano sui gruppi paramilitari), soppressione ed occultamento di documenti pubblici, promozione e finanziamento del paramilitarismo (deviando denaro del DAS direttamente nelle casse delle AUC), oltre a svariati reati minori.
Noguera è detenuto nel carcere La Picota di Bogotá dalla fine del 2008, anche se la sua prima detenzione risaliva al 2007.
Finalmente uno dei soci del presidente Uribe, come questo delinquente paramilitare in colletto bianco che ha procacciato illegalmente voti per l'elezione del narco-presidente, viene chiamato a rispondere dei delitti che ha compiuto con la complicità e per conto delle più alte cariche dello Stato, usando la macellaia manodopera paramilitare. Quando vedremo il presidente Uribe, colui che ha nominato Noguera -difendendolo davanti al Paese e chiamandolo "un bravo ragazzo"- a capo del DAS prima e del consolato di Milano poi, subire i processi che merita?

Nuova Colombia
www.nuovacolombia.net

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