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Re ferendum

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(2 Marzo 2010)

- Anche nella presentazione delle liste elettorali, il PDL (partito della libertà provvisoria) è insofferente alle regole e, come al solito, accusa i giudici e chi pretende il rispetto rigoroso di elementari norme che consentono un civile confronto. A Roma, tra le file dei candidati della destra, c’è già chi si lamenta di aver speso più di centomila euro per la campagna elettorale e teme di non poterseli rifare se la sua lista elettorale salta e con quella la sua eventuale promozione al soglio politico.
Io avrei un vaccino definitivo che toglierebbe ogni angoscia a coloro che investono denaro per essere eletti: una regoletta semplice semplice, uguale per tutti, che prevede che la visibilità politica di ogni candidato deve essere affidata ESCLUSIVAMENTE a due strumenti, il porta a porta e i comizi in aree messe a disposizione dai comuni. Vietati spot televisivi e manifesti, che danno visibilità solo ai più ricchi, con una alterazione insopportabile della vita politica.
La selezione della classe politica, come avviene oggi, basata sul denaro, è il primo gradino di una ingiustizia sociale che consente ai più ricchi di impossessarsi anche del potere politico. Un certo Berlusconi ne sa qualcosa.

- Alcuni giornalisti della RAI protestano per la chiusura, in periodo elettorale, dei loro spazi (annozero, ballarò, l’ultima parola, porta a porta)
Personalmente penso che escludere il mezzo televisivo, tassativamente, pubblico e privato, da ogni campagna elettorale (tribune comprese) sia una ottima cosa, fatto che obbligherebbe i candidati a scaldasi i piedi e andare a trovare a casa o in piazza gli elettori del proprio collegio.
Quanto allo sdegno dei giornalisti RAI, per la mancata considerazione della loro professionalità ed del loro equilibrio, non mi fiderei molto di quella categoria che non si ritiene smerdata dallo sporco lavoro in Rai di uno come Minzolini, che in prima serata fa l’apologia del delinquente Craxi, e sostiene che Berlusconi nel caso Mills è stato assolto. Sono porcherie che richiedevano l’insurrezione dei giornalisti RAI e uno sciopero generale in tutti i telegiornali fino alla sua rimozione.
Possibile che solo i giornalisti della Rai non hanno capito che in Italia manca proprio un “servizio pubblico”, indipendente dai partiti, senza pubblicità, il cui presidente con ogni potere sia eletto direttamente dai cittadini che pagano il canone?
Il risultato sarebbe anche di tipo sanitario, meno dolori alla schiena a forza di inchinarsi, meno mali di fegato, più tono muscolare andando in giro a cercare le vere notizie sul territorio, anziché scaldare le poltrone e aspettare i lanci delle agenzie.
Cari giornalisti, dimostrateci finalmente che si può cambiare, da sudditi a protagonisti e, se non lo farete, è segno che siete solo dei servi.

2 marzo 2010

Paolo De Gregorio

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