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Verdini il coordinatore

(27 Luglio 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.operaicontro.it

ANSA P3: INTERROGATORIO FIUME PER VERDINI, 9 ORE DAVANTI PM RIESAME, SOCIETA' IN GRADO INTERFERIRE SU SCELTE ISTITUZIONI ROMA - Interrogatorio di nove ore per il coordinatore del Pdl Denis Verdini, ascoltato dai pm della Procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per gli impianti dell'eolico in Sardegna e sulla cosiddetta P3, una societa' segreta che, secondo le motivazioni del Riesame che ha negato la scarcerazione a Flavio Carboni e Pasquale Lombardi, ''e' in grado di interferire con le scelte delle istituzioni''.
Verdini entrato nella stanza del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo alle 15, con i suoi avvocati Marco Rocchi e Franco Coppi, ne e' uscito a mezzanotte. Il coordinatore del Pdl è indagato assieme a Marcello dell'Utri, Flavio Carboni e Massimo Lombardi per violazione della legge sulla costituzione di società segrete nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta P3 ed e' iscritto nel registro degli indagati nell'indagine sugli appalti per l'eolico. Verdini e' indagato anche a Firenze nell'inchiesta sui rapporti economico finanziari tra il Credito cooperativo fiorentino (Ccf), la banca di cui non è più presidente da venerdì scorso, e la Baldassini Tognozzi Pontello (Btp) dell'amico Riccardo Fusi, dimessosi mesi fa dalla presidenza del suo gruppo. Al termine dell'atto istruttorio l'avvocato Coppi ha spiegato che nel corso dell'interrogatorio ''non si è parlato dell'associazione segreta perché neghiamo in radice qualsiasi partecipazione a società segreta o pubblica''. E il coordinatore del Pdl ha replicato a chi, come Fini, ha chiesto le sue dimissioni ribadendo che non si dimettera'. ''La richiesta di Fini e' impropria -ha detto- non ho nessun motivo per dimettermi, al momento sono solo indagato''. Poi ha puntato il dito contro i giornalisti ''che hanno esercitato una pressione mediatica senza eguali''. ''Voi giornalisti violate le regole del segreto istruttorio -ha concluso Verdini- i cittadini vengono sbatacchiati: meno male che c'e' Berlusconi'' Quanto all'interrogatorio Coppi ha precisato che ''a posizione di Verdini è assolutamente chiara, è stato minuziosissimo nelle risposte a tutti gli argomenti che costituiscono oggetto di accusa". Coppi ha aggiunto che Verdini non ha esercitato "nessuna pressione per la nomina di Ignazio Farris all'Arpas della Regione Sardegna" e, rispondendo a domande sulla movimentazione di denaro attribuita a Verdini ha aggiunto che "non ci sono stati grandi movimenti se non un'operazione del 2004 che abbiamo spiegato". Circa i rapporti con Flavio Carboni, Coppi ha sottolineato che il suo assistito ha fornito elementi "che possono essere riscontrati con documentazione bancaria e testimonianze". E i giudici del Riesame motivano il rigetto delle istanze di scarcerazione per Carboni e Lombardi ''in quanto appare necessario impedire la prosecuzione dell'attivita' delittuosa della 'societas sceleris''' e per "per garantire l'affidabilità di istituzioni pubbliche tra cui gli uffici giudiziari". Domani prosegue l'attivita' istruttoria. Previsto l'interrogatorio del senatore del Pdl Marcello dell'Utri.
FINI: CHI E' INDAGATO SI DIMETTA - ''La difesa della legalita' deve essere una bandiera dell'azione politica del Pdl. In questo senso occorre distinguere la giusta tutela del garantismo, perche' si e' innocenti fino al terzo grado, dall'opportunita', in certi casi, di continuare a mantenere incarichi politici quando si e' indagati''. Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini, in collegamento telefonico con la convention campana dei circoli di Generazione Italia.
Parlando dell'inopportunita' di mantenere incarichi quando si e' indagati, Gianfranco Fini ha detto di ''non aver compreso'' la scelta di Nicola Cosentino, dimessosi da sottosegretario ma non da coordinatore campano del Pdl. E' Italo Bocchino a chiarire ai cronisti, nella sala dove si svolge la convention regionale di Generazione Italia, un passaggio delle dichiarazioni del presidente della Camera giunto poco chiaro alla platea a causa di disturbi nel collegamento telefonico. Dopo questo passaggio disturbato, Fini ha chiosato: ''Evidentemente sulla legalita' ci sono delle interferenze...''.

VERDINI: IMPROPRIA RICHIESTA DI FINI DI DIMETTERMI - ''Bisogna vedere le motivazioni della richiesta di Fini. E' una richiesta largamente impropria e penso di non avere nessun motivo per dimettermi''. Lo ha detto il coordinatore Denis Verdini al termine dell'interrogatorio davanti ai magistrati romani. ''Fini conosce il procedimento giudiziario? - ha aggiunto Verdini - al momento io sono solo indagato, ci sono tre gradi di giudizio, bisogna ascoltare anche la difesa. Cio' vale per Fini e per quelli come lui''.
VERDINI: CITTADINI SBATACCHIATI, MENO MALE C'E' BERLUSCONI - ''Voi giornalisti violate le regole del segreto istruttorio, e fate bene, ma i cittadini vengono sbatacchiati. Poveracci, meno male che c'e' Berlusconi''. Lo ha detto Denis Verdini, alla fine del suo interrogatorio alla Procura di Roma, commentando la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati della Procura di Firenze nell'inchiesta sui rapporti economico finanziari tra il Credito cooperativo fiorentino (Ccf), la banca di cui non è più presidente da venerdì scorso, e la Baldassini Tognozzi Pontello (Btp) dell'amico Riccardo Fusi, dimessosi mesi fa dalla presidenza del suo gruppo. Il coordinatore del Pdl ha puntato il dito contro i giornalisti anche a proposito delle sue dimissioni dal Credito cooperativo fiorentino: ''e grazie a voi che avete esercitato una pressione mediatica senza eguali che io e gli altri esponenti del cda ci siamo tolti un problema, perche' sono state riportate inesattezze e conclusioni tratte in fretta. E' un imbroglio per chi legge, ma non che voi siate imbroglioni'' Definendosi tranquillo e soddisfatto per l'esito dell'interrogatorio, Verdini ha aggiunto che ora si dedichera' solo alla politica: ''ai magistrati ho dato risposte e in politica do' risposte. Bisogna essere coerenti con se' stessi e con cio' che abbiamo intorno'', ha detto.
PDL, BOCCHINO: CHIARIMENTO BERLUSCONI-FINI O ROTTURA - ''O Berlusconi e Fini si chiudono in una stanza e trovano le ragioni di un nuovo patto fondativo o si va alla rottura''. E' quanto afferma il deputato finiano del Pdl, Italo Bocchino, che ha parlato delle tensioni interne al partito durante il programma In Onda de La7. ''E se sara' rottura - aggiunge - sara' traumatica''. Bocchino ha spiegato che ''se si scatena la guerra'' contro la componente finiana ci sara' una reazione, ma e' anche tornato a ribadire che ''dal partito non ci possono cacciare, non possono espellere Fini e noi non ce ne andremo. O pace - ha scandito - o guerra: nessuna sperazione consensuale''.
P3: PRIMA DELL'INTERROGATORIO VERDINI SI DIMETTE DA CCF IN SERATA LASCIA ANCHE TUTTO CDA DELLA BANCA DI CAMPI BISENZIO FIRENZE - Sono ''dimissioni irrevocabili'' quelle presentate venerdi' scorso, ma rese note stamani, dal presidente del Credito Cooperativo Fiorentino Denis Verdini. Una mossa decisa a poche ore dall'interrogatorio in procura a Roma, andato avanti per nove ore, per lo stesso Verdini dai magistrati che si occupano dell'inchiesta sulla P3. Un passo poi fatto, in serata, anche da tutto il Cda dell'istituto, che si e' dimesso in blocco. In una breve nota, i consiglieri spiegano di aver condiviso con Verdini ''la gestione ordinaria, la totalita' delle scelte, operate nell'esclusivo interesse della banca e dei suoi soci'', esprimendo ''solidarieta''' al presidente.
Ora, probabilmente, lo stesso Cda dovrebbe restare in carica per l'ordinaria amministrazione, anche perche' difficilmente l'Assemblea dei soci, oltre un migliaio, potra' essere convocata a breve. Oppure, ma non ci sono conferme, la Banca d'Italia, dopo l'informativa ufficiale che domani arrivera' dal Ccf, potrebbe intervenire e commissariare la banca. Le dimissioni e le inchieste sono comunque legate: l'istituto, di cui Verdini era presidente dal 1991, era entrato sia nell'inchiesta fiorentina sulla Scuola marescialli (proprio oggi si e' saputo che insieme a Riccardo Fusi e al direttore generale del Ccf, Italo Biagini, anche Verdini e' indagato per mendacio bancario), sia in quella per gli appalti sull'eolico in Sardegna e sulla P3.
Dalla sede della banca a Campi Bisenzio, dove fino a poco piu' di un mese fa hanno stazionato gli ispettori di Bankitalia (la loro relazione dovrebbe essere presentata entro il 22 agosto), sarebbero transitati anche due assegni di Flavio Carboni, per circa 800 mila euro, finiti nel mirino dei magistrati. Assegni che per Verdini erano solo la prima tranche, altre 2 dello stesso importo dovevano essere versate entro dicembre, per l'ingresso di un nuovo socio della Societa' toscana di Edizioni, che edita il 'Giornale della Toscana' e che fa capo allo stesso coordinatore del Pdl. E nella lettera di dimissioni da presidente del Ccf, Verdini spiega di aver preso questa decisione perche' ''in questi mesi sulla mia persona e, indirettamente, sul Credito cooperativo fiorentino'' si e' scatenata ''una tempesta mediatica e giudiziaria di ampie proporzioni, rese certamente piu' eclatanti dal ruolo politico che rivesto''. Verdini si dice certo di riuscire a dimostrare la sua ''estraneita''' da ogni illecito, ma di aver deciso di dimettersi perche' ''la rilevanza dei fatti rischia di gettare un'ombra sulla banca''. La convulsa giornata ha visto gli impiegati della sede centrale di Campi Bisenzio a lavoro con la consegna del silenzio, anche se uno non ha nascosto ''che un po' di preoccupazione c'e'''.
Preoccupazione cresciuta dopo le dimissioni di Verdini. '''Noi siamo una piccola banca e questa non e' una cosa che succede tutti i giorni. Possiamo reagire solo continuando a fare il nostro lavoro - ha spiegato un addetto alla segreteria, mandato a parlare con i giornalisti che stazionavano fuori dalla sede - anche perche' la banca e' solida, i correntisti possono stare tranquilli. Abbiamo 60 milioni di euro di patrimonio e sono stati fatti tutti gli accantonamenti necessari a coprire le situazioni piu' critiche''. Certo e' che il Credito Cooperativo Fiorentino, fondato a Campi Bisenzio nell'aprile 1909 come Cassa Rurale ed Artigiana, per decenni aveva avuto una crescita graduale, fino alla svolta dell'inizio degli anni '90, quando Verdini arrivo' alla presidenza: nel 1993 apri' la prima sede fuori da Campi, a Calenzano, e nel 1996 sbarco' a Firenze. Oggi la banca conta sette filiali e uno sportello automatico nella provincia di Firenze, con piu' di mille soci sul territorio e una settantina di occupati.

www.operaicontro.it

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