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La Cina è vicina

La Cina è vicina

(17 Agosto 2010) Enzo Apicella
Il prodotto interno lordo cinese ha superato quello del Giappone, ed è secondo solo a quello degli Usa

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Le illusioni di tiboni

(28 Luglio 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.operaicontro.it

Marchionne getta la maschera e rende evidente che il piano per l’Italia non era altro che uno specchietto per i gonzi e ottenere in cambio l’aumento dello sfruttamento dei lavoratori e continuare nell’azione di smantellamento degli stabilimenti.
Per salvare il settore industriale che ruota intorno alla produzione di auto è necessario un intervento diretto dello stato in alternativa alla deindustrializzazione ed alla devastazione sociale.

Con lo spostamento della produzione in Serbia la Fiat rende evidente che il Piano per l’Italia non era altro che uno specchietto per i gonzi e ottenere in cambio l’aumento dello sfruttamento dei lavoratori continuando nell’azione di smantellamento degli stabilimenti.

Nel mese di aprile 2010 Fiat rassicurava tutti ipotizzando di produrre sei milioni di auto nel mondo,di cui 3,8 milioni di auto con marchio Fiat e 1,4 milioni in Italia: un raddoppio secco della produzione, non realizzabile, secondo Flmuniti-Cub e molti analisti, in presenza di forte sovra capacita produttiva in Europa e nel mondo.

Ad annunci trionfalistici Fiat ha fatto seguire sempre una realtà molto diversa.
Attuata con rigore la riduzione dei costi, si dimenticano gli investimenti, ogni volta con motivazioni diverse. Tutte le previsioni sono state sempre un colossale imbroglio.

Nel 1987 ebbe in regalo dallo stato l’intero gruppo alfa romeo (40.000 dipendenti, quattro stabilimenti e una significativa quota di mercato), ottenne da fim-fiom-uilm la cancellazione degli accordi aziendali esistenti, assunse l’impegno di investimenti per un rilancio produttivo e la difesa dell’occupazione. Impegni poi mai rispettati.
Nel 1990 con Melfi e la previsione di produrre 3,5 milioni di vetture, ottenne da Fim, Fiom e Uilm un accordo sindacale che concedeva normative e orari in deroga ai contratti e alle leggi e livelli salariali inferiori di circa il 30% rispetto alle altre aziende del gruppo.

Anche nel 2005 ripropose una produzione 3,5 milioni di auto per giustificare lo spostamento delle produzioni all’estero.

Marchionne ha rovesciato i ruoli: ai lavoratori che chiedevano alla Fiat garanzie sull’occupazione e sul reddito risponde chiedendo l’intensificazione dello sfruttamento.

Per la produzione in Serbia vengono garantiti 650 milioni di finanziamenti a fondo perso ( 250 dal Governo Serbo e 400 dalla Bei), 10 anni di sgravi fiscali e 10.000 € per ogni dipendente di bonus da parte del Governo Serbo, a patto che si produca una vettura che dia garanzie per il futuro.
Per giustificare il trasferimento della produzione della nuova monovolume Marchionne ha cercato di addossare la colpa ai lavoratori di Pomigliano.
Questi i veri motivi dello scontro che Fiat ha aperto in quasi tutti gli stabilimenti: • A Pomigliano il ricatto della perdita dei diritti e dei 18 turni in cambio promessa di produzione della Panda tra due anni e con la perdita di migliaia di posti di lavoro.
• A Melfi da alcune settimane i lavoratori stanno scioperando contro l’aumento dei ritmi di lavoro. Tre lavoratori sono stati licenziati per rappresaglia • Alla Sevel l’azienda ha aperto lo scontro mandando decine di lettere minatorie.

• Licenziamenti sono avvenuti a Termoli e a Mirafiori • A Termini Imerese i lavoratori continuano ad essere in lotta per il posto di lavoro • Ad Arese tagliati 14.000 posti con circa 300 in Cigs • In tutti gli stabilimenti si sta scioperando per chiedere il premio di risultato di luglio che Fiat non vuole pagare.

Dagli Usa, dove si è riunito il C.d.A la Fiat ha annunciato per il secondo trimestre un utile netto di 113 Milioni €, pur con una minore vendita di auto sia in Italia che in Europa.
L’altra faccia della medaglia è che i debiti della Fiat sono saliti a 30,7 Miliardi € ( + 2,2 rispetto a dicembre 2009). Nel 2010 si sono pagati i dividendi, Marchionne e soci si sono attribuiti 31 Milioni di € in azioni, ma ai lavoratori è stato azzerato il PDR a luglio.

L’auto sarà scorporata dal resto del gruppo e la sua sede sarà trasferita dall’Italia agli Usa.

Le attuali decisioni della Fiat confermano le valutazioni emerse dal convegno europeo sull’auto organizzato da Flmuniti-Cub a Napoli il 12 giugno c.a.

La dimensione macroeconomica e multisettoriale impone la necessità di un intervento diretto dello stato che assuma la difesa del reddito, del lavoro, dell’ambiente e individui, indirizzi e gestisca la riconversione del settore verso un nuovo modello di sviluppo creando in anticipo posti di lavoro in attività con una valenza sociale e non più di puro profitto, in alternativa alla deindustrializzazione ed alla devastazione sociale che è inevitabile se la gestione rimane privata.

FlmUniti Cub ritiene indispensabile unificare le lotte di tutti gli stabilimenti per difendere l’occupazione e garantire il mantenimento degli stabilimenti attraverso la distribuzione del lavoro e la riduzione dell’orario a parità di salario Luglio 2010 Confederazione Unitaria di Base Milano:V.le Lombardia 20 –tel. 02-70631804 e mail cub.nazionale@tiscali.it www.cub.it –www.cubvideo.it

www.operaicontro.it

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