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L\'onesto brancher

(29 Luglio 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.operaicontro.it

ansa (di Francesca Brunati) MILANO - A meno di un mese dalle dimissioni da ministro 'formalizzate' nell'aula della quinta sezione penale del tribunale di Milano, oggi, in quella stessa aula, Aldo Brancher e' stato condannato a due anni di carcere e a quattro mila euro di multa per uno dei tanti capitoli della vicenda sulla tentata scalata ad Antonveneta.
E' arrivato, in un palazzo di giustizia ormai deserto, presidiato quasi solamente da giornalisti e cameramen, il verdetto di Anna Maria Gatto, il giudice che ha processato con rito abbreviato il parlamentare del Pdl, imputato per ricettazione e appropriazione indebita, reato quest'ultimo di cui e' anche accusata la moglie Luana Maniezzo. La sua posizione e' stata stralciata per incompetenza territoriale e per lei il dibattimento proseguira'(con rito ordinario) a Lodi. E' bastata un'udienza in cui hanno discusso accusa e difesa, e poco piu' di due ore di camera di consiglio, per chiudere, almeno in primo grado, un procedimento finito al centro di una pioggia di polemiche. Polemiche per il tentativo di Brancher, ministro senza portafoglio per soli 17 giorni, di far valere il legittimo impedimento e far slittare il processo in autunno. Invece, dopo la 'bufera' politica, questo pomeriggio e' piombata una condanna a due anni di reclusione, sebbene coperta da indulto, con il riconoscimento delle sue responsabilita' per quattro dei sei episodi contestati dal pm Eugenio Fusco, che in sostanza si e' visto accogliere la sua richiesta. Brancher, per due episodi, invece, e' stato assolto. Una sentenza che ha portato i suoi difensori, gli avvocati Filippo Dinacci, ad affermare che ''sono stati dimezzati i capi di imputazione. Il processo si fonda su tre gradi di giudizio e riteniamo che in appello anche questa parte residua possa essere risolta''. Una decisione che i due legali rispettano ma non condividono. Verra' impugnata anche perche', ha aggiunto Pier Maria Corso, ''l'onorevole Brancher vuole uscire pulito da questa vicenda e ad avviso della difesa ci sono gli elementi perche' cio' possa accadere''. L'ex ministro, avvisato della sentenza di condanna dai suoi difensori, e che sulle prime non si sarebbe capacitato dell'esito, oggi ha preferito non essere in aula. Un'assenza voluta, come ha scritto in una nota depositata al giudice, per tutelare se' stesso e i suoi famigliari da ''indebite divulgazioni'', ha sintetizzato Dinacci. ''Avrebbe voluto essere presente per potersi difendere - ha precisato l'avvocato - ma la situazione e' tale che il costo per la sua famiglia sarebbe stato talmente elevato che ha preferito non essere qui''. Ora si attendono le motivazioni della sentenza. Al parlamentare l'accusa ha contestato due episodi di appropriazione indebita per oltre 400 mila euro e quattro episodi di ricettazione per altri circa 600 mila euro ricevuti in contanti dall'ex ad di Bpi Gianpiero Fiorani o da qualche suo collaboratore tra il 2001 e il 2005. Vicende, come ha detto il pm nella sua requisitoria, che Brancher avrebbe potuto chiarire se solo in passato avesse accettato l'invito a presentarsi davanti alla magistratura per farsi interrogare. Cosa che invece non e' accaduta.

www.operaicontro.it

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