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Bersani vuole tremonti

(4 Agosto 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.operaicontro.it

CORRIERE Bersani non scarta l'ipotesi Tremonti. Il segretario del Pd afferma che un governo di transizione guidato dal ministro dell'Economia sarebbe «un'idea molto più sensata rispetto all'attuale esecutivo». «Certamente - afferma il leader democratico - non potrebbe traghettare e guidare un governo di transizione chi ci ha portato fin qui».
Ai cronisti che gli fanno notare che invece Rosy Bindi ha già stoppato qualsiasi ipotesi di un governo di transizione guidato da Tremonti («Lui premier? Mai»), Bersani risponde: «Non possiamo metterci a fare un mestiere che non è il nostro. C'è il capo dello Stato». L'ipotesi Tremonti, aggiunge però, «sarebbe certo un'evenienza più sensata che andare al voto con questo meccanismo elettorale». Il segretario del Pd, in ogni caso, ribadisce che non spetta a lui decidere chi dovrebbe guidare la nuova fase se davvero la soluzione della crisi che si è aperta nel centrodestra dopo lo strappo dei finiani fosse un governo di transizione.

LA PUNTUALIZZAZIONE - Più tardi, Stefano Di Traglia, portavoce del leader Pd, puntualizza che «Bersani non ha mai fatto nomi. Il segretario del Pd, come si capisce dalle parole riportate dalle agenzie di stampa, si è limitato a ribadire ai giornalisti quanto già affermato in questi giorni, e cioè che la cosa meno sensata è andare a votare con questa legge elettorale. Il resto non è adesso in discussione ed eventualmente spetterebbe solo al capo dello Stato». Lo stesso Bersani aggiunge: «Io non ho mai fatto nomi. Ho detto che ci vuole un governo di transizione, per un tempo limitato per cambiare la legge elettorale, ma la scelta e la forma è una decisione che spetta al Presidente della Repubblica» LE REAZIONI - In ogni caso, le frasi di Bersani su Tremonti provocano l'immediata reazione degli esponenti della maggioranza. «I giochini di Bersani sono sempre più scoperti e grossolani - afferma Daniele Capezzone, portavoce Pdl. - Ora cerca di inserire elementi di divisione, prospettando nuove guide per governi tecnici che non sono e non saranno all'orizzonte». «Il segretario del Pd si rassegni - aggiunge Capezzone - il premier è e sarà Silvio Berlusconi. Se il Pd fosse una normale forza di opposizione occidentale, si preparerebbe, alla scadenza naturale della legislatura, ad una campagna elettorale, con un candidato e un programma credibile.
Ma il Pd - conclude - preferisce i ribaltoni e i giochi di palazzo». Anche l'Italia dei Valori critica Bersani: «Tremonti premier? Il Pd sembra aver smarrito la rotta - dichiara il presidente del gruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi. - Siamo preoccupati per le affermazioni di Bersani, che potrebbero sconcertare e deludere gli elettori del centrosinistra». «Per quanto ci riguarda - aggiunge - la rotta ce l'abbiamo ben chiara: costruire con il Pd la casa comune dei progressisti e dei riformatori. Non siamo disponibili a patti con Tremonti, che porta sulle spalle le responsabilità dei fallimenti di questi anni di governo Berlusconi».

MECCANISMO COSTITUENTE - A proposito di quanto sta accadendo in Parlamento, Bersani ha parlato invece di «un meccanismo quasi costituente». «Se vedo Fini e Casini che in tanti anni sono stati più di là che di qua fare passi in direzione diversa non mi metto certamente a piangere... Il punto di fondo in questo Paese non è solo mandare a casa un governo incapace, ma oltrepassare una fase che con meccanismi populistici e con il 'ghe pensi mi' ha portato al Paese solo guai», dice Bersani. Per il segretario del Pd «qui non è in discussione il sistema bipolare che è nel dna degli italiani.
«Il bipolarismo - ragiona - può essere migliorato dando flessibilità e radicamento di democrazia parlamentare efficace e non populista». Per questo motivo, sostiene Bersani, da parte del Pd c'è «disponibilità». «La stella cometa - spiega ancora - è l'idea che abbiamo dell'Italia. È chiaro però che la proposta di governo deve essere coerente, programmaticamente definita ed elaborata in termini chiari».

NIENTE CANONE AD AGOSTO - Il leader Pd lancia anche una provocazione dopo la decisione della Rai di non riaprire i talk show politici in estate. «Se a prescindere da quello che succede nel paese - dice il leader democratico - si chiude la discussione pubblica, non vedo perché i cittadini debbano pagare il canone. Propongo di togliere il canone Rai ad agosto».

www.operaicontro.it

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