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30/08 - con uribe i paramilitari al governo come mai in precedenza

(1 Settembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nuovacolombia.net


Secondo una recente ricerca, l'ex presidente della Colombia Álvaro Uribe, durante i suoi otto anni di governo, ha mantenuto strettissimi vincoli con il narcoparamilitarismo, che nel periodo dal 2002 al 2010 è stato

legalizzato e sdoganato sul piano politico ed economico come mai in precedenza.
Gli autori dell'opera, che porta il significativo titolo “Y refundaron la patria” (E rifondarono la patria), coordinati dall'analista e scrittrice Claudia LÏŒpez, sono arrivati alla conclusione che sotto il regime uribista il narcoparamilitarismo ha raggiunto il più alto livello di rappresentanza e partecipazione al governo politico nazionale nella storia colombiana.
A supporto di questa tesi, i ricercatori citano l’esempio dei congressisti legati e/o appartenenti a questi gruppi criminali di estrema destra; si tratta di un totale di ben 97, dei quali 25 sono stati condannati, 10 processati e i restanti 62 sono indagati dalla magistratura. A questo proposito, Claudia LÏŒpez sottolinea che i parlamentari legati al paramilitarismo rappresentano il 55% del gruppo uribista al Senato.
Uno dei casi più citati è quello del cugino dell'ex narcopresidente, l'ex congressista Mario Uribe, catturato dopo che la Corte Suprema di Giustizia aveva emesso un ordine di arresto per associazione a delinquere aggravata e vincoli con le AUC ( i paramilitari colombiani); a partire dal 2002, queste ultime “si sono unite massicciamente al progetto politico ed elettorale uribista”, che gli ha concesso “un livello di influenza e legittimità senza precedenti”, secondo quando dettagliato dalla LÏŒpez.
“Sono arrivate ad ottenere la direzione del Dipartimento Amministrativo di Sicurezza”, il famigerato DAS, la corrottissima polizia politica colombiana, “dalle mani di Jorge Noguera, attualmente sotto processo, e responsabile regionale della prima campagna presidenziale di Uribe”; recenti indagini hanno infatti dimostrato la presenza, nel DAS, di una rete parallela completamente al servizio dei paramilitari.
Anche per effetto del narcogoverno di Uribe, concludono gli autori, “ la Colombia ha avuto più sparizioni forzate, omicidi e violazioni dei diritti umani che le tre dittature del Cono Sud (Cile, Argentina e Uruguay) sommate insieme”.
Come ampiamente denunciato da anni, il regime uribista ha rappresentato il coacervo degli interessi illeciti di oligarchie e borghesie nazionali, nonché delle compagnie transnazionali e del Pentagono; per la realizzazione di questo progetto criminale, con la complicità di Juan Manuel Santos, l'ex narcopresidente non ha esitato a consegnare l'intero stato colombiano, nelle sue diverse articolazioni, nelle mani dei paramilitari, ai quali lui e la sua famiglia sono storicamente legatissimi. In cambio, coi proventi del narcotraffico questi macellai hanno pagato la sua campagna elettorale, ed hanno fatto per lui il lavoro sporco, assassinando gli oppositori politici al regime.

www.nuovacolombia.net

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