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(Lotte operaie nella crisi)

Sardegna: la Polizia bastona i pastori e accusa gli infiltrati. Ma gli allevatori non desistono: continua l’assedio alla Regione

(21 Ottobre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

20-10-2010/19:49 --- Intorno alle 18 di ieri cominciano a circolare su siti web e qualche tv le immagini provenienti da Cagliari: teste spaccate e sanguinanti, gente a terra picchiata dai Celerini, un anziano pastore che piange davanti alle telecamere.
Sei fermati, una decina di feriti – di cui uno, colpito in pieno volto da un lacrimogeno sparato da vicino e ad altezza d’uomo, rischia di perdere un occhio – e tanta, tantissima rabbia. E’ questo il bilancio della assurda e ingiustificata violenza scatenata ieri nel capoluogo sardo dai reparti mobili delle forze di polizia contro una manifestazione del Movimento Pastori Sardi. Tutto era iniziato alle 12 quando i tanti pullman provenienti da ogni angolo della Sardegna con a bordo i pastori, i loro familiari e tanti simpatizzanti erano arrivati nei parcheggi della Fiera della città, da dove poi è partito un corteo di 4000 persone che ha raggiunto via Roma, sede del palazzo dell’assemblea legislativa sarda. Molte le donne e i bambini che accompagnavano i pastori e che ascoltavano gli interventi che si susseguivano su un palco improvvisato sul cassone di un camion. La prima richiesta della piazza è stata quella di incontrare i capigruppo del Consiglio regionale per chiedere misure urgenti a difesa della produzione del latte: “Ho un’azienda con 400 ovini è vendo il latte a 40 centesimi, per noi è la fame”, denunciava un allevatore. In Sardegna operano circa 15 mila aziende pastorali a conduzione familiare che stanno subendo i colpi di una crisi che le grandi multinazionali del latte scaricano sulle piccoli produzioni: il latte venduto dai pastori alle grandi aziende per pochi spiccioli arriva sulle tavole dei consumatori con prezzi quasi decuplicati, mentre molte attività sono costrette a chiudere. «Latte a un euro o non si munge più» recitava uno striscione esposto ieri. L’incontro con i capigruppo inizia alle 14,30 mentre la commissione Agricoltura è riunita per esaminare un disegno di legge che prevede stanziamenti a favore del comparto da qui al 2013 di circa 100 milioni di euro.
Ma siccome non arrivano risposte concrete alle richieste dei pastori questi decidono di non abbandonare il presidio e di far salire la pressione sui rappresentanti dei partiti. Nel tardo pomeriggio, dopo molte ore di attesa, un gruppo di pastori e di familiari si avvicina ad uno degli ingressi del palazzo dell’istituzione regionale, per insistere sull’incontro. Ma improvvisamente parte contro di loro una violenta e indiscriminata carica che lascia sul terreno numerosi feriti e contusi e scatena la reazione degli altri pastori che contro i poliziotti in assetto antisommossa lanciano transenne, sassi, bottiglie, ombrelli e aste di bandiere. Gli scontri sono durati a lungo, più di una ventina di minuti, e si sono estesi anche nelle vie adiacenti. Alcuni manifestanti hanno cercato di erigere delle improvvisate barricate nella centralissima via Roma e in tutta la zona tra il consiglio Regionale e il porto cagliaritano. A quel punto sono arrivati altri cellulari della Polizia che hanno iniziato un vero e proprio rastrellamento: cinque pastori sono stati fermati, portati nel garage del palazzo della Regione, ammanettati e fatti distendere a terra. Tre sono stati denunciati a piede libero, mentre altri due sono stati arrestati e condotti nel carcere di Buoncammino in attesa del processo per direttissima.
Fioccano le denuncie e le testimonianze che smentiscono la versione dei fatti diffusa ieri sera dalla Questura di Cagliari. Una passante ha raccontato di essere stata colpita a un piede da un lacrimogeno mentre passeggiava di fronte al palazzo del Consiglio. «Hanno esploso i lacrimogeni ad altezza d'uomo, ho visto nitidamente quando è partito il colpo e l'agente si trovava a circa venti metri da me. Ho sentito il colpo e son caduto a terra», testimonia Roberto Fresi, il 43enne di Valledoria poi operato questa notte nella Clinica oculistica dell'ospedale San Giovanni di Cagliari nel tentativo di salvargli l’occhio. «Mi sono sempre tenuto lontano dal punto dei disordini - ha aggiunto - ed avevo solo un fischietto ma gli agenti ci sono venuti addosso nonostante fossimo all'altezza del monumento dell'ancora a ridosso del porto». Il TG di Rainews 24 propone più volte la testimonianza di un insegnante dell’istituto agrario che conferma: “Hanno sparato i lacrimogeni senza avvertimenti e ad altezza d’uomo contro un gruppo di persone nel quale c’erano dei bambini”.
Ma la Questura nega le violenze e punta l’indice contro gli ‘infiltrati’ che avrebbero scatenato le violenze. “Ma quali infiltrati!” risponde in un comunicato ‘A manca pro s’indipendentzia’, movimento della sinistra sarda al fianco dei pastori sin dalle prime mobilitazioni: “è stata la polizia italiana e in modo particolare i suoi coordinatori in borghese a provocare i manifestanti, procedendo a pesanti perquisizioni che hanno ritardato il corteo e alzato arbitrariamente la tensione. Raggiunto il palazzo regionale i pastori hanno naturalmente tentano di entrare in quello che dovrebbe essere il palazzo del popolo sardo. Le truppe dell’antisommossa hanno subito reagito alle pressioni con calci e spinte partendo al contrattacco prima dell’ora di pranzo e non solo in tarda serata come riportano i giornali. Via via le cariche si sono fatte sempre più violente e non certo per contenere i tentativi di sfondamento dei manifestanti! Alcuni pastori sono riusciti ad occupare l'aula della commissione Bilancio, per sollecitare l’approvazione della legge sul "de minimis" (uno dei 12 punti della piattaforma) promessa dalla Regione da diverso tempo e mai avviata! Per tutta risposta i manifestanti sono stati fermati, schedati, picchiati solo per aver tentato di forzare un ingresso laterale del palazzo del Consiglio regionale. La polizia (...) dopo aver sparato lacrimogeni ad altezza d’uomo e aver bastonato selvaggiamente uomini, vecchi, donne e ragazzini ha chiuso le vie di fuga ai manifestanti e ha cominciato il rastrellamento”.
A quel punto, dice ‘A manca’, bene hanno fatto i pastori a difendersi. La Questura lamenta alcuni contusi tra i poliziotti, uno dei quali avrebbe avuto una mascella fratturata.

Da ieri la sala della Commisione Bilancio della Regione rimane occupata da un gruppo di 12 pastori controllati a vista dalla polizia, mentre nel piazzale antistante non si è mai sciolto il presidio degli allevatori e di chi, dopo le botte di ieri pomeriggio, è voluto andare a portare la propria solidarietà. Ora si stanno organizzando turni da 150-200 persone che, a partire da domani, dovranno presidiare l'edificio che ospita l'Assemblea sarda. Un ulteriore schiaffo ai pastori è stato il rinvio a data da destinarsi del voto, da parte del consiglio regionale sardo, delle misure di sostegno ad agricoltura e pastorizia.
Intanto sono diventati dieci i lavoratori della ditta Geas, appaltatrice della pulizia dei treni in Sardegna, asserragliati sul tetto della stazione di piazza Matteotti a Cagliari. Nel pomeriggio altri lavoratori si sono aggiunti ai quattro che stamattina attorno alle 11 hanno raggiunto la terrazza e a cavalcioni sul cornicione hanno manifestato la loro rabbia per il mancato pagamento degli stipendi. Due di loro si sono addirittura piazzati sopra l'orologio, nel punto più alto dell'edificio delle Fs. Altri quaranta operai proseguono con l'occupazione dell'ufficio del direttore regionale di Trenitalia.

Marco Santopadre, Radio Città Aperta

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