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(24 Maggio 2011)
anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nuovacolombia.net
foto: www.nuovacolombia.net
Argemiro Hernández, militante del Partito Comunista Colombiano, è stato assassinato da un sicario sabato 14 maggio nella piazza del mercato di Chaparral (dipartimento del Tolima).
Secondo il segretario politico della sezione regionale del partito, il sicario, che ha sparato con una pistola con il silenziatore, era un "professionista, di quelli prodotti dal regime per impedire i cambiamenti democratici di cui il paese ha bisogno; non è un crimine isolato, fa parte delle migliaia di crimini ai danni dell'Unión Patriótica, il Partito Comunista e le persone che maggiormente s’impegnano a favore del popolo."
Che questo sia un omicidio mirato voluto dal terrorismo di Stato, è un dato evidente non solo per le modalità dell'esecuzione e le caratteristiche della vittima, ma anche perché la regione del sud del Tolima è capillarmente militarizzata, con una grandissima concentrazione di truppe dell'Esercito.
Gli sproloqui di “Jena” Santos su presunte diminuzioni della violenza contro sindacalisti, giornalisti, attivisti, militanti e leader comunitari colombiani non hanno alcun valore, sono chiacchiere che non modificano di un millimetro la realtà di questo martoriato paese: gli oppositori al regime fascista rischiano ogni giorno di cadere sotto gli attacchi di militari, paramilitari, sgherri del governo e dell'oligarchia, e quanto più la loro attività viene svolta alla luce del Sole ed ottiene visibilità, tanto più facilmente diventano obiettivi militari del terrorismo di Stato.
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