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Unione europea: liberate alaa

Il Parlamento europeo, dopo la sessione plenaria di giovedì, chiede la scarcerazione del blogger egiziano arrestato il 30 ottobre scorso.

(18 Novembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in nena-news.globalist.it

Unione europea: liberate alaa

foto: nena-news.globalist.it

GLORIA BAGNARIOL

Roma, 18 novembre 2011, Nena News -Stop ai processi militari in Egitto: anche l'Unione Europea prende posizione sulla critica situazione del Cairo. Il Parlamento europeo ha approvato all'unanimità una risoluzione che chiede la fine dello stato di emergenza e la liberazione di Alaa Abdel Fattah, il blogger egiziano in carcere dal 30 ottobre.

Alaa, in prigione anche nel 2006, è stato arrestato dopo gli scontri di Maspero -il 9 ottobre l'esercito è intervenuto duramente durante una manifestazione dei copti, uccidendo 27 persone-con l'accusa di “incitare la violenza contro le forze armate”. Attualmente sta affrontando un processo militare e si rifiuta di cooperare perché non riconosce l'autorità delle corti marziali in campo civile. Il caso del blogger non è isolato: le Ong hanno denunciato che da marzo ad oggi più di 12.000 persone sono state arrestate e processate da tribunali militari. Un numero in grado di scuotere i palazzi di Bruxelles che non possono più rimanere in silenzio. L'indifferenza è durata troppo secondo alcuni parlamentari, c'è chi come Rui Tavares (portoghese, verts/alle) si spinge a dire che bisogna “smetterla di essere compiacenti con il nuovo regime in Egitto. La nostra politica deve essere di tolleranza zero nei confronti della violazione dei diritti umani”. Il rappresentante dei verdi coglie nel segno quando parla di “compiacenza”: dopo le dimissioni di Mubarak l'attenzione della comunità internazionale sul Cairo è andata scemando e non ci si è resi conto che nonostante il dittatore non fosse più al suo posto il modo di governare non era cambiato. Catherine Ashton, Alto rappresentate dell'Unione per gli affari esteri, non ha mai preso posizione contro lo Scaf (Il Consiglio Supremo delle forze armate che sta guidando il paese); certo, c'è stato cordoglio e preoccupazione dopo la morte dei 27 manifestanti del 9 ottobre, ma tutto viene ricollegato agli scontri di religione e si rinnova sempre “il supporto alle autorità egiziane.” Supporto che è venuto a mancare oggi nell'aula di Strasburgo quando Marietje Schaake (olandese, Alde) ha paragonato il governo dello Scaf a quello di Mubarak.

La presa di posizione del Parlamento europeo è sicuramente una buona notizia per tutti coloro che in questi giorni si sono mobilitati per la liberazione di Alaa: c'è l'immancabile popolo di twitter che segue la vicenda sotto l'ashtag #freeAlaa; le manifestazioni spontanee al Cairo, ma anche in California dove Alaa si trovava quando è stato raggiunto dalla richiesta di arresto, e il fortissimo sostegno della madre, Laila Soueif, in sciopero della fame da 14 giorni. La professoressa Soueif, insegna matematica all'Università del Cairo, il 16 novembre è intervenuta ad una conferenza organizzata dal sindacato dei giornalisti e ha sottolineato che: “Non si tratta solamente di mio figlio, esistono migliaia di casi di cui nessuno sa nulla e a farne le spese sono soprattutto i poveri, schiacciati dalla macchina dei processi militari.”

Alaa dovrebbe rimanere in carcere almeno fino al 28 novembre, il 12 i militari hanno prolungato di altri 15 giorni la sua condanna in attesa di “ulteriori investigazioni.” La sorella, Mona Seif, coordinatrice della campagna “No to Military Trials for Civilians”, fa sapere che sta bene e che ha condiviso con la famiglia la torta per il suo trentesimo compleanno. Ma non è questa insolita celebrazione a preoccupare Alaa, nell'ultima lettera che ha potuto inviare dal carcere il blogger scrive: “Il mio compleanno passerà, sono abituato a passarlo lontano dalla mia famiglia. Ma la nascita di Khaled, il mio primo figlio, come posso perderla? Come posso sopportare di non essere vicino a mia moglie in questo momento?”

Nena News

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