">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni    (Visualizza la Mappa del sito )

Obama 2

Obama 2

(10 Novembre 2012) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Stato e istituzioni)

Stato e istituzioni:: Altre notizie

PARLAMENTO, GOVERNO, CRISI ( SENZA INTERPRETI)

(15 Marzo 2013)

Certo appaiono molto incerti i primi passi istituzionali all'apertura del Parlamento dopo le elezioni svoltesi il mese scorso.
Anche i più abili commentatori e analisti politici sembrano incerti sugli esiti.
I primi necessari passi come l'elezione della seconda e terza carica dello Stato rappresentano un interessante test sulle capacità politiche dei partiti approdati nelle aule prodromico alla successiva fase: gli incarichi anche di esplorazione per la formazione del nuovo governo.


Si mormora, nei corridoi che contano, che ci potrebbe essere l'arzigogolata ipotesi chiamata 'dei due Presidenti' .
Cioè a dire che, eletti i Presidenti di Camera e Senato, si potrebbe assistere alle dimissioni anticipate del Capo dello Stato, all'elezione del nuovo Presidente della Repubblica che poi chiamerebbe Napolitano a formare il nuovo governo. Un governo certo di transizione, di scopo, con alcuni nodi da sciogliere, di perfetta garanzia per l'UE, prima di procedere a nuove elezioni (con una legge elettorale necessariamente modificata).
Siamo nel campo del possibile ma anche dell'improbabile.
Certo che i rapporti tra l'attuale massima carica dello Stato ed il PD non sono proprio idilliaci dopo le vicende che hanno visto la Procura di Milano assediata e le relative prese di posizione. Così come la botte di ferro di Berlusconi (magari aspirante alla carica senatoriale a vita) rischia di diventare irta di chiodi (specie dopo che esponenti del PD si sono accodati -ob torto collo?- seppur con qualche prudenza alla dichiarazione da parte del M5S di votare a favore della richiesta che potrà pervenire a riguardo di Berlusconi).
Questa dei "due presidenti" davvero suona improbabile ma certo è una soluzione affascinante sul piano della capacità, di un certo tipo di politica, nel comporre tasselli di un quadro bizzarro ma per molti aspetti anche funzionante e funzionale a certi obiettivi (con buona pace di chi vedeva nel successo del M5S la messa all'angolo di un Monti bis, come se il problema fosse quello).
Nel frattempo - ironia delle regole - qualora non si procedesse alla formazione del nuovo governo ricordiamoci che il Parlamento può legiferare ed il governo in carica, ancorché dimissionario, rimane il precedente: quello di Mario Monti.
Vedremo nelle prossime ore/giorni come si dipanerà la matassa.
Quel che non vediamo nè - temiamo- vedremo è una qualche reazione a sinistra.
Anzi ci si chiede proprio dove sia andata a finire la sinistra, più o meno alternativa, più o meno antiliberista, molto meno che più anticapitalista, ma sedicente rivoluzionaria.
Perdere per la seconda volta l'occasione di centrare il quorum dovrebbe indicare senza remore o dubbi alcuni l'azzeramento brutale del quadro dirigente (che invece ancora balbetta la bontà del proprio operato) al fine di consentire lo scioglimento delle strutture esistenti e passare immediatamente alla necessaria ed inderogabile ricostruzione di una sinistra d'alternativa comunista.
Invece, per garantire la presenza istituzionale negli Enti territoriali (alcuni a scadenza), questo indefinibile -per carità di patria, si sarebbe detto un tempo- gruppo dirigente gioca a far melina.
E quanto sia molesto e mefitico se ne ha dimostrazione palese tutti i giorni. Che la crisi economica e finanziaria gemellata con la soluzione imposta dalla Troika stia strozzando la popolazione lo sappiamo dalla pubblicazione dei dati ISTAT e da notizie, ad esempio quelle sui suicidi, che sfuggono alla stretta maglia censoria dei mezzi tradizionali d'informazione, oltre naturalmente dal fatto che ciascuno di noi la vive sulla propria pelle.
Poichè nulla, neppure un gemito si è sentito da parte della sinistra trombata, figuriamoci il tentativo di organizzare la disperazione (l'indignazione ormai sembra dell'era del cretaceo).
Ma stiano pure sereni: in questo silenzio di tomba, per ragioni diverse, sono in compagnia delle principali organizzazioni sindacali, e dalla CGIL soprattutto.
Tra chi si innamora -inaspettatamente, se non altro per l'esperienza di lungo corso nell'ambito politico e sindacale- della moda del momento (la democrazia diretta) e chi vaga come un pugile suonato, nessuno o quasi appare capace di produrre pensiero e proposta politica. Il danno è gravissimo poichè si rischia di non mettere in campo nessun tentativo serio di ricostruire ciò che manca a questo Paese.
E l'alternativa sarà drammatica.

Patrizia Turchi

3767