">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Comunisti e organizzazione    (Visualizza la Mappa del sito )

L'angoscia dell'anguria

L'angoscia dell'anguria

(24 Luglio 2013) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Memoria e progetto)

Memoria e progetto:: Altre notizie

PARTE SECONDA:UNA POSTILLA ALLA DISCUSSIONE SULLE FORME DELLA POLITICA E IL PARTITO DI MASSA

(7 Luglio 2013)

“La lettura del Corriere della Sera” dedica ampio spazio, oggi 7 Luglio, a un’analisi di Franco Venturini: “La rivolta delle classi emergenti”, nella quale si riportano le tesi di Francis Fukuyama, teorico della “fine della storia”, che richiamando il testo di Moses Naim “La fine del potere” nota come oggi in molti paesi (l’esempio è quello di Brasile, Cina, Turchia, Russia) si riscontra un forte divario tra le richieste dei ceti emergenti e le capacità dei governi di soddisfarle. In questo senso si ricorda come sul New York Times del 30 Giugno, Thomas Friedman (autore del saggio “Il Mondo è piatto”, uscito nella tradizione italiana per Mondadori nel 2006) indica due cause delle proteste attuali: il fatto che alcuni governanti eletti non riconoscono limiti al loro potere e il malessere delle classi medie strette nella morsa tra l’indebolimento delle tutele sociali e le pretese crescenti del mercato del lavoro.

Nella sostanza Venturini indica, concludendo il suo lavoro, accennando all’esistenza di una forma di “rabbia locale” che s’intreccia con la “rabbia globale”, ma nessuna delle due formule può reggere , a suo giudizio, da sola alla complessità delle situazioni specifiche. Di “davvero globale” – aggiunge – c’è soprattutto una crisi di sistema. Le democrazie capitaliste, diventate più finanziarie dopo la fase di globalizzazione economica, cercano con affanno regole di auto governo. Le semi-democrazie autoritarie come quella russa appaiono disarmate di fronte alla protesta e rispolverano forme di repressione.

Accanto alla crisi sistemica emerge – sempre secondo Venturini – un altro elemento globale: la perdita della paura e della passività ovunque. Ma se questo basti a innescare un tempo della rabbia globale, senza bisogno di maestri buoni o cattivi, è cosa che resta tutta da vedere, così come resta da verificare la possibilità di saldatura tra la rabbia delle classi medie e quella dei poveri.

Il commento all’analisi di Venturini è affidato ad un’intervista di Antonio Carioti a Marco Tarchi, politologo studio del populismo contemporaneo . Due punti dell’analisi di Tarchi debbono essere rimarcati (nell’articolo si riporta anche il parere di Roberto Segatori che invita a non confondere l’opinione delle piazze, mobilitate attraverso i social network da ceti inurbati ed istruiti, con la voce “genuina” della società dei diversi paesi): “ i conflitti in coso non possono essere descritti come lotta di classe e non si vedono ceti emergenti ben distinti che rivendicano una maggiore influenza politica. Assistiamo piuttosto a mobilitazioni “liquide” in cui le linee di frattura sono piuttosto variegate e le rivendicazioni economiche si mischiano a quelle di natura postmaterialista” e ancora, secondo Tarchi, “ L’affermarsi del consumismo provoca il fenomeno che Ted Robert Garr ha chiamato “deprivazione relativa”. Il richiamo del modello occidentale e il lusso esibito dai nuovi ricchi alimentano la frustrazione di chi non può permettersi certe spese, anche se il suo reddito è cresciuto. Così aumenta la ricchezza circolante ma peggiora la condizione psicologica della gente comune, che finisce con il ribellarsi”.

Il complesso di queste analisi, dal nostro punto di vista, conferma due elementi fondamentali della “crisi complessiva della politica” che si è tentato di sottolineare anche rilanciando l’analisi sul “partito di massa”:

1) La difficoltà, in questa fase, a riconoscere corpi intermedi che esistono ma non ricoprono più la funzione dei partiti che erano chiamati tra la società e la politica a produrre una sintesi di proposta per un’ipotesi di cambiamento strutturale non rivolta semplicemente ad un Paese o ad un’area geografica determinata. Il recupero dei due concetti di internazionalismo e sovranazionalità da parte dei soggetti politici che intendo muoversi sul terreno del cambiamento di fondo degli assetti sociali, appaiono del tutto decisivi per il futuro;

2) La proposizione, in dimensione teorica e sul piano della proposta politica, del concetto di “frattura principale”, quella della contraddizione derivante tra capitale e lavoro: difficile da attualizzare e analizzare proprio per via del gigantesco processo di finanziarizzazione dell’economia che ha reso il concetto di sfruttamento molto più opaco e meno visibile e dell’affermazione strapotente del meccanismo dell’individualismo consumistico. Si tratta, però, dal nostro punto di vista dell’analisi marxista e della prospettiva politica che essa indica della sola strada possibile ponendoci ovviamente al di fuori dalla logica di “fine della storia” che si è cercato di imporre, proprio per via ideologica, subito dopo crollo degli ideologismi derivanti dai tentativi di inveramento statuale di alcuni fraintendimenti marxiani avvenuto alla fine del XX secolo con la fine dell’esperimento sovietico. Non si tratta, dal nostro punto di vista, di attendere l’intreccio delle ragioni della rabbia dei ceti emergenti nelle nuove metropoli con quelle dei poveri ma di costruire subito la dimensione di una nuova “appartenenza di classe” i cui bisogni possono essere soddisfatti soltanto percorrendo la strada del superamento dello sfruttamento individuale e dell’eguaglianza. Motivi ben forti perché oggi siano ribadite, a livello politico, le motivazioni di fondo della costruzione e/o ricostruzione di grandi soggetti di massa, all’interno dei quali, si sviluppa la sintesi dei bisogni delle masse in una proposta politica capace di reclamare il proprio posto all’interno di una storia che non è finita ma che appare assolutamente “in divenire”.

Franco Astengo

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie dell'autore «Franco Astengo»

4809