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ELEZIONI EUROPEE E “CASO ITALIANO”

QUALE SARA’ IL PUNTO VERO DELLO SCONTRO: ASTENSIONISMO VERSUS I TRE POPULISMI, RENZIANO, GRILLINO, BERLUSCONIANO?

(19 Maggio 2014)

elezeuropee

E’ possibile già svolgere, a una settimana dal voto, alcune considerazioni riguardanti il possibile esito politico dell’elezione dei rappresentati italiani al Parlamento europeo che avrà luogo domenica prossima 25 Maggio:
1) Non è stato raggiunto l’obiettivo di far prevalere i temi europei su quelli più specificatamente legati alla situazione italiana. Ciò nonostante la mistificazione riguardante la presunta “elezione diretta” del Presidente della Commissione Europea, con tanto di candidati .Elezione diretta che non c’è: sarebbe lungo spiegare il meccanismo ma la procedura non è proprio quella dell’elezione diretta. Lo stesso dilemma euro/non euro che pure si è tentato di sollevare è stato visto in una chiave assolutamente provinciale .L’esito del voto sarà considerato, ancora una volta, come quello di un referendum interno, con la differenza rispetto al passato recente che l’oggetto non sarà: con Berlusconi o contro Berlusconi. In questo senso il sistema politico italiano, nel suo complesso, si è in una qualche misura “mosso” dai vecchi schemi;
2) Il referendum, però, non si svolgerà, come si poteva pensare fino a qualche giorno fa, attorno al dilemma “Renzi o non Renzi; governo non governo”. Gli ultimi dati, portati in rilievo anche oggi da autorevoli analisti, conducono ad un diverso dilemma: astensione versus i tre omologhi populismi, quello renziano, quello grillino e quello berlusconiano. Il resto del coro dei partecipanti appare tagliato fuori dal punto vero dello scontro, indipendentemente dal raggiungimento o meno del quorum. I tre elementi di novità intervenuti nel corso degli ultimi giorni di campagna elettorale, da un lato la crescita di toni davvero apocalittici usati sul piano verbale da questi personaggi (si è arrivati a paragoni con Hitler, Stalin, Pol Pot), le notizie riguardanti il reale andamento dell’economia a fronte delle mirabolanti promesse avanzate qualche settimana fa dal governo, l’esplosione di una delle ormai consuete vicende di corruzione paiono i fattori in grado di formare un combinato disposto tale da sortire l’effetto dell’ allontanamento di ulteriori masse di elettrici ed elettori dalle urne. In partenza si prevedeva comunque un calo dei partecipanti al voto che nel 2009 alle elezioni europee erano stati il 66% e nel 2013 alle elezioni politiche il 70%. Adesso alcuni analisti sono giunti al punto di fissare l’asticella al 50%, giudicando che se si dovesse andare al di sotto il segnale sarebbe davvero quello di una democrazia gravemente malata. Si confida in un piccolo “traino” da parte delle elezioni amministrative, ma ci sarò da tener conto sotto quest’aspetto che non si vota in quasi tutti i grandi Comuni e le due regioni che vanno al voto, Piemonte e Abruzzo, ci vanno per via dell’esplosione di scandali legati all’uso privato del denaro pubblico.
La sera del 25 Maggio prossimo verificheremo se queste analisi hanno centrato la realtà della situazione politica italiana, disegnando scenari affatto diversi da quelli che le varie parti politiche avevano cercato di presentare alle elettrici e gli elettori.
E’ in gioco la credibilità di un ceto politico del resto già abbondantemente screditato: ci sarà una secca conferma di questo fatto? Questo sembra essere proprio il punto vero dello scontro.

Franco Astengo

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