">
Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra (Visualizza la Mappa del sito )
(19 Marzo 2015)
Editoriale del n. 27 di "Alternativa di Classe"
A forza di macabre immagini di teste mozzate il “Califfato Islamico”, meglio noto come ISIS, si è fatto propaganda in tutto il mondo, con la collaborazione dei principali media. Quando è stata la volta di ventuno ostaggi cristiani egiziani, Al Sisi, il Presidente dell'Egitto, ha risposto il 16 Febbraio, bombardando un'area libica in mano ad un gruppo affiliatosi allo “Stato” del Califfo, e, nel contempo, chiedendo a vecchie o nuove potenze, magari “volenterose”, un intervento armato in Libia.
Che lo Stato Islamico di Al Baghdadi (meglio noto come ISIS: “islam politico” di matrice sunnita), aggressivo quanto oscurantista, sia “figliastro” degli imperialismi occidentali, ed in particolare, in modo più o meno diretto, degli USA, ormai è un fatto notorio, ultimamente ammesso anche da personaggi dell'establishment. Da tempo sta conquistando territori mediorientali martoriati, per sottometterli al proprio dominio, ma i suoi presunti nemici imperialisti, pur se uniti in coalizione (i “volenterosi”, appunto), non “riescono” proprio a sconfiggerlo...
Qui in Italia, senza nemmeno curarsi troppo di appoggiarsi alla richiesta egiziana, “nuovi” personaggi, come la Ministra Pinotti o il Ministro Gentiloni, si sono subito sentiti “vocati” ad abbandonarsi a stridule sortite guerrafondaie... La replica di ISIS, così, non si è fatta attendere, con minacce di morte verso Roma ed il territorio italiano! Risulta chiaro come tali minacce “facciano gioco” al Governo Renzi: basti pensare che ciò gli consente di rinforzare la presenza militare e repressiva nelle città con la scusa della sempre possibile mimetizzazione dei terroristi, e poi va finalmente realizzato che un imperialismo “che si rispetti” non può disdegnare di "rivendicare suoi diritti nel cortile di casa propria"!
E' vero che a quel punto Renzi stesso ha dovuto “calmare le acque”, peraltro aspettando un esplicito OK dell'ONU (come consigliato da Vendola...), ma, nel contempo, con estrema chiarezza, si è candidato ad un ruolo di primissimo piano nel Mediterraneo ed a livello internazionale, mettendo da parte sia le plateali uscite CRIMINALI di Salvini sui "barconi" da respingere, che la insidiosa posizione di Grillo, il quale, nel dichiararsi "contro la guerra" (le elezioni sono vicine...), ha diffuso un'immagine caricaturale su di una presunta “impotenza” dell'Italia (cosa, del resto, perfettamente funzionale all'imperialismo stesso...).
Sulla medesima lunghezza d'onda si è espressa anche Federica Mogherini, la neo “ministra degli esteri” della UE (che, in quanto tale, parla con cognizione di causa), ed infatti non si può non ammettere che, nell'attuale situazione di crisi dell'Europa, l'ennesima “guerra umanitaria” farebbe davvero comodo, sia per dare lustro alla stessa UE, sia come “volano anti-crisi”, sia per problemi di compattazioni nazionali, magari in chiave europea, nonché per davvero tanti motivi che si intrecciano e si esaltano a vicenda!
Non dimentichiamoci poi che, per l'Italia, storicamente “interessata” alla Libia, l'ultimo intervento, quello “congiunto” del 2011 contro Gheddafi, prezioso alleato fino a poco prima, non ha di certo pagato molto, ma anzi ha avvantaggiato, dal punto di vista economico (ciò che importa di più al capitale), la Francia, soprattutto, e la Gran Bretagna!... Ed il nazionalismo è ancora basilare in questa contraddittoria Europa!
Attualmente la situazione interna alla Libia, effetto del precedente intervento bellico (non va dimenticato!), è veramente difficile, con due diverse autorità formali, una a Tripoli e l'altra a Tobruk, sostenute da potenze diverse, con le rispettive milizie che spadroneggiano in giro e gruppi islamisti jihadisti, sia di ISIS, che legati ad esso; questi, sfruttando il caos, continuano ad imperversare ed a fare proseliti. Il Governo italiano, pur pressato dagli interessi energetici (leggi ENI) ed affaristici in genere, si rende conto che è ancora poco per legittimare sul piano internazionale un suo intervento militare, e gioca, così, la carta della diplomazia; infatti, l'ONU ufficialmente, non avendo (ancora?) il Consiglio di Sicurezza accettato l'intervento chiesto dalla Libia, e l'Italia ufficiosamente, si stanno adoperando verso le diverse fazioni per arrivare ad “elezioni democratiche universali” (il solito cavallo di battaglia imperialista...) in tutta la Libia: la “foglia di fico”, che, per una richiesta di intervento, non può mancare!...
Del resto, è significativo che chi se ne intende e fa sul serio, come il Generale Mario Arpino, ex capo di stato maggiore della Difesa e capo dell’unità di coordinamento aereo in Arabia Saudita ai tempi della guerra del Golfo, ha dichiarato in una intervista: “...omissis... Questa è una guerra e se noi andassimo a raccontare tutto sbaglieremmo. Saremmo degli ottimi esempi di democrazia, ma dei pessimi servitori della patria”... Mentre, infatti, le “notizie” dei media si sono susseguite per come serve a chi detiene il potere, l'unico dato certo è che nella notte fra il 26 ed il 27 Febbraio sono partite da La Spezia e Taranto unità navali con i militari del Reggimento San Marco: DESTINAZIONE (confini delle acque territoriali con la) LIBIA per tempestive “esercitazioni”. Evidentemente non bastava la fregata San Giorgio a presidiare il terminal del gasdotto!
I concreti preparativi di guerra da parte dell'Italia hanno preoccupato non poco il Governo francese, alleato/concorrente, fino al punto che si sono avute dichiarazioni di leader d'oltralpe sulla necessità, mai archiviata dalla Francia, di un nuovo intervento militare in Libia, oltre i 200 commando ancora presenti in Mali, al confine con essa. Lo stesso Hollande ha parlato con Renzi a fine Febbraio del rilancio di Triton, la missione UE di Frontex sull'immigrazione, che ha sostituito quella italiana (“Mare nostrum”), a testimonianza dei veri obiettivi imperialisti anche sul tema immigrazione, obiettivi di pesante repressione, poi confermati nell'incontro UE di Bruxelles di Giovedì 12.
E' stata, però, la partecipazione italiana alla Conferenza economica di Sharm El Sheikh di Venerdì 13, che ha visto la presenza di delegazioni di ben 70 Paesi, a registrare il tentativo di rilancio in grande stile dell'imperialismo “di casa nostra”. Gli “aiuti” di tre Paesi del Consiglio del Golfo (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Kuwait) all'Egitto, dodici miliardi di dollari in tutto, saranno utilizzati per un altro, oltre al raddoppio del Canale di Suez, mega-progetto, denominato “triangolo d'oro”, da attuarsi nel Mar Rosso, con una forte presenza italiana. Inoltre Renzi ha ottenuto, fra l'altro, un accordo da dieci miliardi di euro per l'agricoltura ed un rapporto privilegiato con l'Egitto per contrastare “il terrorismo in Libia”; a tal proposito, Renzi, iperattivo, ha dichiarato di avere già consultato Russia, Francia e Gran Bretagna, mentre con gli USA parlerà “nelle prossime settimane”...
Federica Mogherini, riconvertita al “pacifismo” ed anch'essa presente alla Conferenza, ha parlato, invece, della priorità di insediare un nuovo ed unico interlocutore istituzionale in Libia, per “garantire” l'entità dei “flussi migratori”, e cioè far tornare la Libia, appagata nuovamente la sua classe dirigente dalle rendite su petrolio e gas, al ruolo di gendarme/aguzzino europeo contro gli immigrati. Il contrasto con le dichiarazioni di Renzi è solo apparente: è un problema soprattutto di tempi!...
Da qualche giorno in Libia è guerra guerreggiata tra le milizie di Tripoli ed i gruppi legati al Califfato; non è escluso che anche le truppe egiziane, ammassate da tempo sul confine, “debbano” intervenire direttamente: Renzi ha voluto esprimere, date anche le prebende ottenute, tutto l'appoggio dell'Italia all'Egitto di Al Sisi, oltre le stesse decisioni della UE. E' il modo migliore per tentare di recuperare sulla Francia!... E la diplomazia non è mai stata in contraddizione con lo scontro bellico! Del resto, Renzi ha ben presente quanto “tiri” l'affare, tutto italiano, della vendita di armi, e proprio a partire da Medio Oriente e Nord Africa!! ANCHE IN LIBIA SI MUORE ITALIANO, potrebbe esserne lo slogan...
Anche se in Italia il servizio militare è volontario, la "guerra asimmetrica" non è garantita fuori dai confini e non coinvolge solo loro: rappresenta un'occasione che la borghesia imperialista non può lasciar perdere per completare l'irreggimentazione di massa dei proletari e condurli alla loro disciplina! DOBBIAMO DA SUBITO RIFIUTARE IN OGNI MODO L'ALLINEAMENTO e PARTIRE CON UNA MOBILITAZIONE VERA ANCHE CONTRO LA GUERRA! Incuranti di chi getta acqua sul fuoco...
Il Governo Renzi ha già da tempo avviato la sua guerra interna contro i proletari, fatta di licenziamenti, perdita di diritti e nel salario sociale complessivo, fatta di condizioni di vita e di lavoro sempre peggiori, più precarie, più disagiate, più sottomesse. Ora a tutto ciò fa da complemento il pericolo di guerra: per lorsignori un'opzione fra le altre, per tutti i proletari un pericolo concreto! Peggiora ogni aspetto del contesto in cui ci troviamo. Ha una caratteristica nuova, però: questa volta è legato alla questione immigrazione. E' per questo che l'opposizione alla guerra imperialista che si sta profilando, deve vedere un rapporto sempre più forte con i proletari immigrati, come parte integrante del fronte di classe.
Vogliamo essere chiari: non si tratta certo di rilanciare il pacifismo e le sue vane lamentazioni, oppure le innocue bandiere “arcobaleno”! Il problema è completamente diverso! Si tratta di affermare che i proletari non intendono seguire comunque padroni e governanti! Va creato un danno reale agli interessi economici che guidano anche la riscossa guerrafondaia! Tanto per cominciare, facciamo partire, prima che sia troppo tardi, un'iniziativa articolata CONTRO LA GUERRA (con o senza ONU!), compresa una richiesta verso TUTTI I SINDACATI di SCIOPERO GENERALE. NON SI PUO' PERDERE TEMPO...
Alternativa di Classe
8071