Stato e istituzioni :: L'oppio dei popoli

Stato italiano e Chiesa cattolica

lettera al Mattino di Padova

(1 Ottobre 2005)

Caro direttore,
forse mi sbaglio, ma nel dibattito di questi giorni che è seguito ai fischi pisani al cardinal Ruini, la voce dei laici mi è parsa particolarmente timida, preoccupati di non apparire troppo anticlericali, quasi che essere o apparire tali rappresenti una caratteristica negativa della persona.

Il problema della progressiva clericalizzazione dello Stato italiano c'è ed esiste da tempo. Paradossalmente da quando Bettino Craxi nel 1984 modificò il concordato che non riconobbe più la Chiesa cattolica quale religione dello Stato. Da allora però con i governi pentapartito diretti dallo stesso Craxi e successivamente tutti quelli di centrosinistra e di centrodestra è stato tutto un susseguirsi di privilegi prevalentemente economici ma non solo, riconosciuti al Vaticano ed alle sue articolazioni locali.

Si tratta di milioni , se non di miliardi di Euro che lo Stato, le regioni ed i comuni elargiscono annualmente alle organizzazioni cattoliche, in sovrappiù a quell'8 per mille di Irpef destinato direttamente dai cittadini.

Vale la pena di ricordare, altro esempio, lo status giuridico riservato agli insegnanti di religione scelti ( e licenziati) direttamente dai Vescovi ancor più garantista di quello riservato ai normali docenti non precari. Così come va sottolinata la pressochè quotidiana presenza mediatica di preti e cardinali nei più disparati programmi televisivi anche di intrattenimento ovvero le costose trasmissioni realizzate in occasione dell'agonia, morte e funerali di Papa Woityla e l'elezione del suo successore andate ben oltre ad una doverosa informazione ed al rispetto dovuto ai cattolici.

E' del tutto evidente che- stante la situazione- il Vaticano e la CEI e per essi il cardinal Ruini si sentano autorizzati ad interferire sull'ordinamento dello Stato italiano, di intervenire al di fuori dell'ambito religioso sul referendum sulla fecondazione assistita sostenendo l'astensionismo oppure , come in questi giorni, usando i potenti mezzi della Tv di Stato, per esprimersi contro il Pacs, le unioni di fatto e il mantenimento della discriminazione sessuale.

Per contro ben poco si sa del pensiero delle altre religioni che lo Stato pure riconosce, fatta salva qualche informazione in più ma spesso a tarda notte per i protestanti o gli ebrei.

Sono rimasto sfavorevolmente impressionato in questi giorni del fatto che persone che si definiscono laici quali Fassino e Bertinotti, bypassando queste problematiche abbiano preferito fare professione di fede o di ricercarla !

Invece io penso che l'occasione andrebbe raccolta per avviare una alta e più ampia riflessione sulla necessità di riportare lo Stato italiano alla sua laicità e di come questo obiettivo non possa non passare anche attraverso la messa in discussione del concordato e delle numerose leggi " privilegio "riservate alla Chiesa cattolica.

In questi giorni il governo ha varato una finanziaria che tra le altre cose taglia i fondi della sanità pubblica ed anche agli enti locali e quindi ai servizi a favore dei cittadini. Già le presidenze della Repubblica e delle Camere hanno ridotto i loro budget ( ma non gli stipendi!). Credo che qualche importante soldino potrebbe venire anche dal taglio dei troppi fondi destinati alla Chiesa cattolica.

Tanto per chiarezza, altra cosa è a mio parere il doveroso diretto sostegno anche economico a chi fra i cattolici - e sono tanti, molto di più di quelli che godono dei privilegi - operano quotidianamente nel mondo per lenire le sofferenze, per combattere la dilagante povertà, le malattie, la fame , l'emarginazione, l'intolleranza ed il razzismo.

Lucio Costa
Cadoneghe