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La fatalità dominante

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(26 Novembre 2011) Enzo Apicella

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(Di lavoro si muore)

CONTRO I MORTI DELLO SFRUTTAMENTO E LE STRAGI DEL PROFITTO NON BASTA IL LUTTO. ORA E SEMPRE RESISTENZA

(29 Settembre 2020)

Mozione approvata dall’assemblea nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici combattivi del 27 settembre 2020. E' stata presentata dal Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio.

I partecipanti all’assemblea nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici combattivi del 27/settembre 2020 riconoscono che la contrapposizione fra capitale e lavoro si manifesta quotidianamente nei morti sul lavoro e negli infortuni che non sono mai una fatalità. Esiste nel paese una guerra di classe degli sfruttatori contro gli sfruttati che produce ogni giorno morti, feriti e invalidi: questo è il costo che gli operai e gli sfruttati pagano alla realizzazione del profitto.
Dopo esserci confrontati nel dibattito, noi, lavoratori e delegati RSU e RLS di diverse sigle sindacali, centri sociali e associazioni, decidiamo di coordinarci nella battaglia contro lo sfruttamento capitalista, contro la violenza e brutalità evidenziata dai morti di lavoro, riconoscendo che:
1) Gli operai, i lavoratori, i proletari morti sul lavoro o per malattie professionali, a prescindere dall’appartenenza sindacale, sono MORTI PER IL PROFITTO, vittime dello sfruttamento capitalista. Appartengono alla nostra stessa classe, non hanno amici nei palazzi del potere economico, politico, istituzionale e religioso e sono fratelli di classe degli sfruttati di tutti il mondo.
2) Ci impegniamo a diffondere informazione sui crimini contro i proletari compiuti dai capitalisti sui posti di lavoro e nella società e a prendere posizione, organizzando azioni di lotta e stringendo un patto di unità d’azione. I morti sul lavoro in una singola fabbrica o luogo di lavoro sono morti che appartengono a tutta la classe operaia.
3) Riconosciamo che per i padroni gli operai, i lavoratori nella democrazia borghese sono solo merce forza lavoro da usare quando l’industria tira e da licenziare quando non servono più per valorizzare il capitale.
4) Siamo coscienti che senza un’organizzazione indipendente e autonoma (politico-sindacale) operai e lavoratori in questa società non sono altro che carne da macello dei padroni.
5) Siamo consapevoli che partiti e governi si alternano alla guida del paese, ma sempre nell’interesse dei padroni e della borghesia e gli operai, i lavoratori, frazionati e divisi, senza organizzazione non contano nulla, sono solo le vittime sacrificate sull’altare del profitto, del mercato e del dio denaro.
6) Come sfruttati appartenenti alla stessa classe, al di là delle appartenenze sindacali o politiche, da oggi cominciamo ad organizzarci creando ambiti di discussione nazionale e internazionale, per rispondere colpo su colpo al nemico di classe, mettendo in discussione con le lotte il sistema di sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Se colpiscono uno di noi, colpiscono tutti.
I governi cambiano, ma gli operai continuano a essere sfruttati e a morire come prima, più di prima.
All’indignazione, alla rabbia, all’odio di classe, deve seguire la mobilitazione nelle fabbriche, nei cantieri, nelle logistiche, nelle campagne, nei luoghi di lavoro contro lo sfruttamento e i morti per il profitto che sono inevitabili nel sistema capitalista. Contro questi omicidi considerati dai padroni semplici effetti collaterali del conflitto capitale -lavoro, bisogna protestare e lottare unitariamente.
E’ ora di ricominciare ad agire e organizzarsi per superare la frammentazione della nostra classe, ognuno di noi deve agire nei propri ambiti politici e sindacali per questi obiettivi e principi.
Contro la barbarie capitalista dobbiamo riscrivere sulle nostre bandiere, rosse di sangue proletario, il motto: PROLETARI DÌ TUTTI I PAESI UNIAMOCI.

Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio

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