Stato e istituzioni :: L'oppio dei popoli

Concordato e Chiesa cattolica

(30 Ottobre 2005)

Ha fatto bene Enrico Boselli introdurre l'argomento del Concordato nell'agenda politica. Piaccia o no a Prodi è una questione, quella dei rapporti tra Stato e Chiesa cattolica che è diventata attuale e non per iniziativa dei laici bensì proprio della Chiesa e dei cattolici militanti in politica.

Naturalmente l'uscita di Boselli è strumentale all'intesa che si appresta a fare con i radicali e tuttavia egli solleva un problema reale.

Penso però che, posto che il problema della revisione del Concordato ( o meglio della sua abrogazione) si pone comunque, non rappresenti oggi una priorità immediata.

Prioritario per me invece, e in questo caso al cattolico Prodi non dovrebbe essere consentito di chiudere a priori l'argomento come ha fatto, è la revisione o meglio l'abrogazione delle decine di leggi che garantiscono alla Chiesa cattolica numerosi privilegi di ordine economico e non solo, privilegi che pesano enormemente sulle casse dello Stato e quindi sulle tasche dei cittadini. Si va dall' 8 x mille dell'Irpef nazionale, all'8 per cento degli oneri di urbanizzazione che, per esempio, la Regione Veneto impone ai comuni, ai finanziamenti ai patronati, alle scuole materne ed asili che si chiamano privati ma che in gran parte sono retti da associazioni cattoliche, al recente nuovo status riconosciuto agli insegnanti di religione; dai tanti benefici fiscali fino all'ultima proposta di esenzione dall'ICI delle strutture cattoliche e non - ma sappiamo che il coinvolgimento nei privilegi delle altre religioni costituiscono solo uno specchietto per le allodole- anche commerciali, dai molti altri provvedimenti che si possono leggere tra le pieghe di regolamenti, bilanci e piani triennali di OOPP di regioni, provincie e comuni, ai molti, eccessivi spazi che vengono riservati agli uomini di chiesa ( solo cattolica) e alle manifestazioni in tv che costano suon di milioni di Euro anch'essi prelevati dalle tasche della collettività.

Credo che una profonda rivisitazione di questi previlegi farebbe bene allo stato laico, alla stessa chiesa cattolica ed ai valori di cui è portatrice e farebbe anche bene anche alle casse dello stato e dei comuni che, per esempio, potrebbero evitare in questo periodo di vacche magre di aumentare i costi dei servizi ai cittadini o di ridurli per mancanza di fondi.

Lucio Costa