">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra    (Visualizza la Mappa del sito )

No nightmare

No nightmare

(18 Settembre 2013) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Il nuovo ordine mondiale è guerra)

CONTRO IL GENOCIDIO DI GAZA
NO A TUTTI I NAZIONALISMI MEDIORIENTALI

(15 Novembre 2023)

Volantino in corso di distribuzione

alterclasse

Non si può rimanere indifferenti a quanto sta avvenendo. Il Governo di Israele, dopo decenni di “tiro al bersaglio” nel bantustan in cui ha confinato la maggior parte dei palestinesi, sta ora conducendo una guerra di sterminio, con la scusa di voler colpire i “terroristi” di Hamas, contro l'intera popolazione di Gaza, rendendole la vita impossibile e colpendo indifferentemente anche campi di profughi, servizi e gli stessi ospedali...
Non si tratta certo qui di difendere l'operato degli islamisti di Hamas, che stanno agendo come uno Stato-ombra, conducendo la loro guerra contro Israele verso la nascita, con le buone o con le cattive, in un modo o nell'altro, di una repubblica islamica palestinese. Già da decenni la Repubblica iraniana, loro alleata, sta dimostrando i caratteri repressivi e antipopolari di una simile istituzione verso i lavoratori, verso le donne e verso le minoranze.
Noi mettiamo al centro GLI INTERESSI DEI PROLETARI e della loro vita reale, sia in Palestina, che in Israele, che negli altri Paesi arabi (e non solo). Non sono certo tutelati dai propri governi statali, che servono le rispettive borghesie, e neppure si possono riporre speranze nell'ONU, luogo di competizione e di mediazione di tali rappresentanti, che “pesano” in essa secondo la forza economica e militare degli Stati che rappresentano.
In questo momento storico di crisi del capitale, aumentano i pericoli di guerra, ed i conflitti armati, alimentati da tale crisi, stanno delineando sempre più due fronti internazionali contrapposti: il vecchio Occidente, con gli USA e i suoi alleati, da un lato, e le “potenze emergenti”, che fanno riferimento soprattutto alla Cina, dall'altro, con rischi di generalizzazione dei conflitti stessi.
E' questo il contesto in cui, dopo la guerra ucraina, si è inserito anche l'attacco di Hamas ad Israele e la prolungata “rappresaglia” di questo contro gli abitanti di Gaza, in massima parte proletari e giovani. Il Governo Netanyahu, che già aveva problemi all'interno di Israele, sta provando a rivolgere così l'attenzione di tutti verso il “nemico esterno” da sconfiggere. Nel contempo, Hamas si vuole accreditare come la forza che rappresenta i palestinesi, portando i proletari di Gaza al massacro: nuovi “martiri”, ad alimentare il circolo vizioso dell'Islam politico!...
Entrambi i contendenti puntano sulla ideologia nazionalista, oltretutto a sfondo religioso, per imbrigliare i proletari. L'Occidente, come ha fatto per l'Ucraina, chiama a raccolta i propri “popoli” in difesa della “unica democrazia mediorientale”, trascurando il fatto che è fondata sull'apartheid. Nel contempo, a sostenere Hamas ci sono personaggi come Erdogan, anch'egli nella NATO, l'emiro del Qatar, peraltro amico degli occidentali, ed il reazionario Ayatollah Khamenei dell'Iran...
Vicino alle coste mediorientali stazionano poi navi da guerra USA, ma anche navi cinesi e russe. Così, i proletari mediorientali sono destinati, comunque, a soccombere: è questione di tempi. E non si vedono reali vie d'uscita. Nè la prossima eventuale pace di compromesso potrà risolvere i problemi dei proletari, in particolare di quelli palestinesi. Anche se le principali forze organizzate, che non gestiscono la screditata Autorità Nazionale Palestinese (ANP), oggi appoggiano, con la “Sala Operativa Congiunta”, le azioni nazionaliste di Hamas.
Eppure per i proletari palestinesi non può essere un progresso subire da soli gli ayatollah, in quanto arabi, piuttosto che subire i governanti sionisti insieme ai proletari ebrei. Nell'immediato l'emergenza è quella di uscire in ogni modo sia dalla guerra di sterminio, sia dalla guerra di martirio, per lottare subito dopo contro il nemico comune, cercando anche rapporti con gli altri proletari arabi, oppressi a loro volta dai loro governanti. Una via difficile, ma l'unica che può cambiare le sorti in Medio Oriente.

Alternativa di Classe

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Il nuovo ordine mondiale è guerra»

Ultime notizie dell'autore «Circolo Alternativa di classe (SP)»

3498