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il pane e le rose

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Il socialismo inizia dall'Europa.

(14 Luglio 2009)

“Occorre battersi ed organizzarsi qui ed ora per trasformare gli arretramenti subiti in controtendenza positiva per i lavoratori, i disoccupati, gli immigrati, gli studenti e riaprire strategicamente l’alternativa alla crisi capitalistica con il Socialismo nel XXI° Secolo, esattamente come dimostrano i processi in corso in America Latina e nei paesi emergenti del mondo.”

Un saluto a tutti. I processi a cui fa riferimento l’articolo, sono sì causati dalla crisi attuale, ma sono evidentemente strumentalizzati dalle borghesie emergenti di quei paesi. Obama va in Africa ed esorta gli “africani” ad rimboccarsi le maniche: evidentemente l’imperialismo americano non ha la forza di contrastare la Cina in quel continente, altro che palle democratiche. Il presidente americano ha ragione, l’America non è più quella di Regan o Bush padre. Lo dimostra il ridimensionamento dell’influenza su “il giardino di casa”. Questo, con in testa il Brasile, da tempo è sfuggito alle amorevoli cure del giardiniere yankee. Ridimensionamento dell’imperialismo americano appunto e quindi i muscoli mostrati in Iraq non bastano più, ed allora si passa alla strategia morbida del golpe, come in Honduras o dei disordini come in Iran. Quali che siano gli interessi e le strategie conseguenti dei diversi imperialismi, vecchi e nuovi, il processo economico e politico di riequilibrio conseguente, ha ed avrà sicuramente dei pesanti riflessi sociali. Chiamiamole come vogliamo, ma tali “rivoluzioni”, saranno rivoluzioni per il socialismo solo se il proletariato le saprà usare e trasformare per quel fine. In questo il proletariato occidentale ha una grande ed oggettiva responsabilità. Il socialismo, qui e ora, è possibile solo in occidente, e questa crisi, totalmente occidentale lo dimostra. E’ il proletariato europeo che deve spezzare il dominio del capitale, mostrare al resto della classe mondiale “come si fa”. La situazione sarà la stessa, ma ingigantita, del 1917. La rivoluzione proletaria in Russia fallì, perché fallì in Germania. Non ci sono scuse, non c’è nessun processo consapevole per il socialismo in sud America: siamo noi che dobbiamo agire. Il ventre molle dell’imperialismo europeo, l’Italia, può, visto gli effetti della crisi sulla sua vasta piccola e media borghesia, iniziare il processo rivoluzionario in Europa. Ma non lo può in nessun caso concludere: non c’è e non c’è mai stata una via “nazionale” al socialismo! O l’Europa diventa una unione socialista, Germania e Francia in testa, o non ci sarà nessun socialismo mondiale. La situazione è la stessa del 1917 allora? Si lo sarà dopo la prossima guerra mondiale. E’ la condizione necessaria per la rivoluzione in Europa quanto quella del costituzione del partito internazionale ed internazionalista nelle lotte quotidiane. Saluti rossi.

Migliorati Isidoro PCL Novara,

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