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Analisi razionale ed onestà intellettuale

Commento a: «La "scissione dell'atomo"»

(15 Agosto 2009)

Caro Lucio,
sono incappato per caso, dopo un pò di tempo, in questo sito, ed in particolare nel tuo articolo, che con piacere commento.

Credo che per riuscire ad effettuare un analisi comunista, quindi razionale e scientifica come tu auspichi, ci sia innanzitutto la necessità di onestà intellettuale, senza la quale è inutile scomodare tematiche tanto cruciali. Questo sostanzialmente esclude il 90% della sinistra di riferimento del nostro paese, non so se concordi. Non mi prolungo su questo per evitare di allontanarmi dalle interessanti tematiche da te proposte, se sarà il caso proporrò un articolo al riguardo, ma in base a questa sconosciuta, l'onestà intellettuale, tenterò di commentare quanto hai scritto.

Concordo sulla genesi. Togliatti, espressione massima italiana dello stalinismo, sancisce l'inizio di una deriva che ha portato il partito comunista a perdere le proprie fondamenta classiste e rivoluzionarie. Sbaglieremmo però, a mio modesto avviso, se in base a questo presupposto, reputassimo tutte le scissioni come sintomi di una patologia psicologica. Dovremmo per esempio, al contrario, plaudire a tutti coloro che hanno avuto il coraggio di non allinearsi e di liberarsi della tessera in tempi non sospetti: si potrebbero citare diverse esperienze simili.

Facciamo un salto nella linea del tempo, evitando lunghe seppur importanti cronologie. Il PRC non ha mai avuto la pretesa di essere nè un partito rivoluzionario, nè un partito di classe. E' nata come unione delle forze sostanzialmente a sinistra del PDS, comprese le forze di formazione stalinista citate precedentemente.
Tagliamo corto.
La scissione degli ultragovernisti stalinisti Diliberto e Cossutta è minimamente paragonabile alla scissione della componente di sinistra che ha poi fondato il Partito Comunista dei Lavoratori?
La prima la metto nel catone dell'opportunismo, la seconda aveva ragione! Neanche sinistra critica, che è uscita in seguito, votando anche le fiduce più improponibili al governo Prodi, ha avuto l'onestà intellettuale di dire "avevano ragione". Questo lo metto nel catone del personalismo. Almeno sono usciti.

Oggi.
Sulla scissione dei vendoliani, non sprecherei parole, per una questione politica, ma soprattutto di correttezza, di coerenza, di onestà, appunto.

Ma come si può pretendere che dall'unione del vecchio PRC, privato della componente di destra ma anche di quella rivoluzionaria, col PDCI degli ultragovernisti, possa uscire fuori qualcosa che assomigli vagamente ad un partito comunista? Quante volte siamo capaci di incorrere nello stesso errore? Non si tratta dei tanti compagni onesti che ancorano militano e formano la base di questi partiti, ma della dirigenza, del programma, della struttura e delle prospettive.

Caro Lucio, la patologia della sinistra si chiama contraddizione. La contraddizione di chiamarsi comunista ed elemosinare assessori, consiglieri di maggioranza e così via. La contraddizione di chi bada all'immagine e non alla sostanza, perchè la sostanza li escluderebbe. La contraddizione di chi segue le tendenze dei movimenti al posto di organizzarli e trascinarli verso un'altra società. La contraddizione di chi non si vuol chiamar partito ma fa il partito quando conviene. Vado avanti? Immagino che tante ne potrai aggiungere anche tu.

Per la citata onesta intellettuale, è giusto precisare che io ho aderito al PCL l'anno scorso. Cosa mi auguro? Un partito comunista. Cosa ho ottenuto? Per ora solo la possibilità di adoperarmi per costruirlo. Ritengo non sia poco, altrove ho avuto solo la possibilità di costruire qualcos'altro. Certo, c'è ancora tanto tanto lavoro da fare.

E' importante che chi auspica la stessa prospettiva avvi un processo di confronto. Concordo con quanto hai scritto nell'articolo "Perché non mi iscrivo al Prc" su questo aspetto: vi sono infatti chiusura e pregiudizio diffusi nelle fila della sinistra più larga. Non dobbiamo incorrere in quest'errore, ma confrontarci apertamente e francamente in tutte le occasioni possibili. Non vi può essere toccasana migliore, per costruire una prospettiva anticapitalista, del confronto onesto e libero.

Non concordo su uno specifico passaggio: ritengo che la tattica sia ben diversa dall'opportunismo. Non voglio dilungarmi oltre, spero nella tua risposta e in quella di altri compagni.

Flavio Stasi

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