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(11 Novembre 2007)
Il cordoglio verso le vittime non può essere una scusa con cui rifiutarsi di rispondere alle legittime preoccupazioni di tanti vicentini. Il commissario governativo Costa deve dire se può escludere nella maniera più assoluta che una tragedia come quella avvenuta alcuni giorni fa possa ripetersi sui cieli di Vicenza.
La caduta di un elicottero Usa Sikorsky Black Hawk nel trevigiano – il secondo incidente aereo in un mese – ci spaventa. Attualmente Vicenza ospita una base militare da cui decollano elicotteri e gli statunitensi vogliono realizzare una nuova installazione all’aeroporto Dal Molin. La città ospiterà la 173° Brigata Aerotrasportata – chiamata a “dominare” il Mediterraneo, l’Africa e il Medio Oriente, come scrivono gli stessi statunitensi nella loro brochure informativa – che, evidentemente, sarà dotata di mezzi aerei; questi atterreranno e decolleranno tra le case, sorvolando il centro cittadino.
Il cordoglio è un sentimento umano che accomuna tutti noi, ma esso non può essere il dito dietro cui nascondersi per non rispondere alle preoccupazioni degli abitanti vicentini, tanto più per chi ha ricevuto un incarico politico che ha strettamente a che fare con queste vicende.
Se Costa si rifiuta di rispondere è semplicemente perché egli non può dare garanzie di sicurezza alla popolazione locale: edificare installazioni militari all’interno di una città comporta imprevedibili rischi per coloro che vi risiedono. Il commissario cerca di nasconderlo in tutti i modi, ma sono gli stessi fatti a smentirlo.
Invitiamo il commissario Costa a fermarsi e riflettere: abbiamo ancora negli occhi la tragedia del Cermis.
Vicenza, 11 novembre 2007
Presidio Permanente contro la costruzione della nuova base Usa a Vicenza
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