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(Dove và la CGIL?)

Cgil. La prima donna

(3 Novembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Mercoledì 03 Novembre 2010 17:26
«Sarà un'avventura difficile, non solo per l'attacco alla Cgil, ma anche per lo stato in cui è l'Italia. Dobbiamo pensare ai lavoratori che attendono risposte». Così Susanna Camusso, pochi minuti dopo la sua elezione a segretario generale della Cgil, il più grande sindacato europeo che per la prima volta elegge alla sua guida una donna, una svolta sicuramente, un momento importante. Il 79% del direttivo della Cgil ha detto sì alla Camusso, che ringrazia «a tutto il direttivo, grazie a chi ha sostenuto la mia candidatura e grazie a chi l'ha contrastata. Un compito che avrò è essere un punto di direzione di tutto e per tutti». I no sono venuti dall’area la “Cgil che vogliamo”.
Ma vediamo brevemente chi è la “prima donna” della Cgil. Anni 55, dal 1975 impegnata nel sindacato a cui si è avvicinata coordinando le politiche delle 150 ore per la Flm (lo storico sindacato unitario dei metalmeccanici). Dal 1977 dirige la Fiom in una zona di Milano; nel 1980 entra nella segreteria Fiom di Milano e nel 1986 in quella regionale della Lombardia. Dal settembre del 1993 alla fine del 1997 è in segreteria nazionale della Fiom. Nel dicembre del 1997 viene eletta segretario generale della Flai Lombardia, incarico che ricopre fino all'elezione a segretario generale della Cgil Lombardia nel luglio del 2001; il 16 giugno 2008 è eletta in segreteria confederale. Come tutti coloro impegnati sul fronte della militanza ha fatto anche attività politica, ma l'incontro importante, l’impegno che ha caratterizzato tutta la sua attività, oltre a quello con il sindacato, è stato la pratica di movimento con le donne: nel 2005 fonda il movimento “Usciamo dal silenzio”. E tra i tanti temi toccati oggi nella prima conferenza stampa da segretario non poteva mancare un riferimento all’attuale spettacolo degli scandali di palazzo. «Si sta facendo un danno gravissimo al paese e si stanno offendendo le donne sempre più considerate merce e un corpo da vendere senza nessun rispetto per le loro persone, la loro cittadinanza. La condizione delle donne, d'altra parte, è il metro di misura della democrazia e su questo il paese non sta tanto bene. Per questo bisogna riconquistare la capacità di indignarsi e continuerò a sollecitare indignazione e reazione». Crisi economica, unità sindacale, rapporto con il governo e con l’opposizione, sciopero generale, Susanna Camusso ha subito toccato le questioni più importanti che dovrà affrontare a breve, non si sottrae e riconosce che «sarà un'avventura difficile», lo dice con la voce che tradisce un po’ di emozione.

3-11-10

Alessandra Valentini DirittiDistorti

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