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Clamori dalla Colombia! Bollettino di informazione

(8 Ottobre 2008)

AGGRESSIONE A NARCISO ISA CONDE

Lunedì otto settembre Narciso Isa Conde, dirigente comunista dominicano nonché coordinatore della presidenza collettiva della Coordinadora Continental Bolivariana, ha subito un'imboscata vicino alla sua abitazione. Un gruppo di otto "linci" (appartenenti al corpo speciale di polizia che è emanazione dominicana di una creazione su scala internazionale del Mossad) ha bloccato la motocicletta della scorta di Isa Conde, resasi necessaria in seguito ad un precedente tentativo di omicidio ai suoi danni. Un'altra auto, priva di effigi della polizia e con sei paramilitari all'interno, era in agguato poco più avanti e pronta ad intervenire, probabilmente per "finire il lavoro". Fortunatamente il traffico intenso ha impedito che questa vettura potesse avvicinarsi per tempo; gli agenti hanno comunque provocato la scorta ed il dirigente dominicano, cercando deliberatamente lo scontro per giustificare un conflitto a fuoco ed un massacro, ma il sangue freddo delle vittime dell'aggressione e l'accorrere di numerosi passanti hanno impedito che la situazione degenerasse. Il capo della polizia non ammette la premeditazione ed afferma che le linci si sono "confuse", mentre seguivano delinquenti motorizzati. Venerdì 19/09 Isa Conde ha denunciato che l'ex ambasciatore della Colombia in Repubblica Domenicana, Juan Josè Chaux, avrebbe fatto parte del piano orchestrato da Bogotà e dalla CIA per assasinarlo; Chaux ha recentemente rinunciato al suo incarico per via delle rivelazioni sul suo incontro nella sede della presidenza della Colombia con alcuni emissari di capi paramilitari.

Narciso Isa Conde è noto a livello internazionale per la sua incessante opera di denuncia delle violenze dello stato colombiano e del carattere paramilitare e mafioso del governo di Uribe; la sua coraggiosa smentita della versione uribista dell'operazione "Jaque" (la liberazione di tre prigionieri in mano alle Farc) gli è valso l'attacco della stampa colombiana al servizio degli interessi dell'oligarchia, il che equivale ad una minaccia per l'integrità fisica. Il presidente Leonel è tenuto a garantire a Isa Conde la possibiltà di esprimere liberamente le proprie idee politiche ed è corresponsabile della sua incolumità fisica e della sua sicurezza.

FIGLI DELLA SENATRICE PIEDAD CÓRDOBA COSTRETTI A RIFUGIARSI ALL'ESTERO PER MINACCE DI MORTE

La senatrice Piedad Córdoba, denuncia che a causa delle ripetute minacce di morte verso la sua famiglia, si è vista costretta a rifugiare i propri figli all'estero. La politica colombiana, oppositrice del governo Uribe, ha visto intensificarsi nelle ultime settimane le intimidazioni che gli sono pervenute telefonicamente e tramite corrispondenza al suo ufficio di lavoro e alla sua abitazione. La Córdoba accusa il gruppo paramilitare "le aquile nere" di esserne l'artefice, aggiungendo che anche alcuni dei suoi collaboratori minacciati si vedranno costretti a lasciare il paese.

La senatrice considera che sia lo stesso Presidente Uribe a indurre a questo clima di odio, dopo averla accusata di incitare gli studenti alla sovversione.

Piedad è stata la mediatrice, insieme al Presidente venezuelano Hugo Chávez, tra il governo colombiano e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, nei dialoghi per raggiungere uno scambio umanitario dei prigionieri di guerra. Questo suo mandato portò alla liberazione da parte delle FARC di alcuni congressisti, come gesto di buona volontà per il buon esito dell'accordo, che venne successivamente boicottato da Uribe che scelse la linea dell'intransigenza e delle bombe. Per il paramilitare della Casa de Nariño, i politici che, come la Córdoba, si spendono per trovare una soluzione politica al conflitto, rappresentano una seria minaccia per la sua politica guerrafondaia.

OLTRE 3.500 PROCESSI APERTI CONTRO APPARTENENTI ALLA FORZA PUBBLICA

La Procura e la Magistratura colombiana hanno attualmente 3.546 processi aperti contro appartenenti ai vari corpi della Forza Pubblica. Tra questi figurano alti ufficiali dell'Esercito implicati in vari massacri, molti dei quali perpetrati congiuntamente con i gruppi paramilitari. Nella stragrande maggioranza le vittime assassinate sono civili, tanto che sono quasi un migliaio i procedimenti che la Procura Delegata per i Diritti Umani ha avviato verso capitani, maggiori e colonnelli delle forze militari. Solo nel corso del 2008 sono 1.248 i militari destituiti perché investigati.

Tra questi, uno dei più riconosciuti ufficiali dell'Esercito; il generale Rito Alejo del Río, conosciuto come "il pacificatore di Urabà", agli arresti per vincoli con le squadracce della morte.

Il paramilitarismo, come strategia controinsurgente dello Stato, continua imperterrito a mietere migliaia di vittime. L'organicità delle forze armate ufficiali con il paramilitarismo è tanto palese che, nonostante l'impunità raggiunga livelli altissimi, il governo non riesce più a celarla dietro fasulli processi di pace come quello di"Santa Fe de Ralito". La menzognera definizione di "attori armati" con cui Uribe pretendeva identificare questa banda di criminali, non era altro che l'ennesima cortina di fumo per dare una parvenza di "neutralità e legalità" al suo governo narco-paramilitare.

SCIOPERO DEI TAGLIATORI DELLA CANNA DA ZUCCHERO

Sono circa ottomila gli operai che lavorano come tagliatori della canna da zucchero nelle regioni del Valle e del Cauca che sono entrati in sciopero. La mobilitazione ha lo scopo di ottenere migliori condizioni lavorative ed economiche per i lavoratori, che chiedono di essere assunti direttamente dalle imprese e non dalle cooperative come avviene oggigiorno. I sindacati di settore chiedono inoltre che venga rispettato il diritto al lavoro manuale contro la crescente meccanizzazione e che si garantisca la sicurezza sociale, non solo per i lavoratori, ma anche per le loro famiglie. Invece di negoziare, i padroni degli zuccherifici, hanno ingaggiato nuova mano d'opera aumentando la giornata lavorativa a 15 ore. Hanno intrapreso una campagna calunniosa sui mass-media e minacciato di mandare l'Esercito nei luoghi di concentrazione dello sciopero. Tutti gli stabilimenti sono stati fortemente militarizzati.

Le lotte dei lavoratori colombiani per rivendicare i propri diritti, sono da sempre oggetto di un accanimento feroce da parte del potere oligarchico che detiene le terre ed i mezzi di produzione. Le perenni violazioni di lesa umanità contro il movimento sindacale colombiano, insieme alla sistematica violazione dei Diritti Umani, hanno fatto sì che il Partito Democratico USA, soprattutto la sua base sindacale, non voglia saperne di firmare un Trattato di Libero Commercio con un Paese che continua ad attuare una vera e propria carneficina contro coloro che difendono i più elementari diritti.

ENNESIMA CONDANNA PER IL REGIME COLOMBIANO

Il tribunale Internazionale d'Opinione, con sede a Bruxelles, ha condannato lo Stato colombiano per violazione dei diritti umani. Il presidente colombiano, Álvaro Uribe, viene segnalato come responsabile di sfollamenti forzati, esecuzioni extragiudiziali, sparizioni e torture nel suo paese. Secondo quanto comprovato dal tribunale, questi delitti sono stati compiuti da militari, forza pubblica in collaborazione con paramilitari, imprenditori e multinazionali sotto la tutela o con la complicità di funzionari pubblici.

Padre Francois Houtart, il belga portavoce dell'organismo - che emette condanne simboliche - sottolinea l'importanza del ruolo dei media sugli effetti delle sentenze del tribunale, ed esprime il suo desiderio di organizzare un tribunale sulla concentrazione dei media, benché riconosca che questo sia un obiettivo molto difficile da raggiungere.

Le pratiche di violazione di diritti umani in Colombia sono riconosciute da diversi organismi internazionali, e confermano il carattere fascista e paramilitare del regime di quel paese; se è chiaro perché i media dell'oligarchia in Colombia si sforzino di coprire le malefatte dei loro padroni, non si capisce perché e fino a quando i media della "civilissima Europa" potranno ignorare lo scandalo del regime assassino colombiano.

INAUGURATA IN VENEZUELA LA PIAZZA INTITOLATA A MANUEL MARULANDA

Il 26 settembre a Caracas, nel popolare quartiere "23 de enero", è stata inaugurata una Piazza allo storico leader guerrigliero delle FARC-EP, Manuel Marulanda Vélez. Le diverse organizzazioni che integrano la Coordinadora Continental Bolivariana hanno così voluto rendere omaggio a colui che dedicò tutta la sua vita per la Pace in Colombia. In concomitanza dell'evento, è stato presentato un libro che ripercorre la vita di "Tirofijo", nonché un seminario internazionale sul Diritto dei Popoli alla Resistenza Armata.

all'inaugurazione erano presenti diversi membri del Comitato Centrale del Partito Comunista venezuelano, dirigenti della Coordinadora Simón Bolívar, esponenti della CUT cilena, oltre a centinaia di persone accorse per l'evento. Nella Piazza, costruita grazie al lavoro comunitario e volontario, è stato sistemato un busto raffigurante Marulanda con l'incisione: "EL HEROE DE LA COLOMBIA DE BOLIVAR".

Gli organizzatori sostengono che questo omaggio al leggendario comandante guerrigliero, è una mostra di solidarietà del popolo venezuelano a quello colombiano, che si vede oppresso dall'applicazione sistematica del terrorismo di Stato da diverse decadi. La solidarietà del popolo venezuelano, nasce dal sentimento di unità latinoamericana, internazionalista ed antimperialista, quale eredità culturale e politica lasciatagli dal Libertador Simón Bolívar. L'integrazione degli Stati sud americani, che stanno lottando per la formazione della Patria Grande, è vista come un pericolo per le classi dominanti e le oligarchie, tanto che il governo di Bogotà ha immediatamente risposto con una nota verbale di protesta al governo venezuelano.

17.000 PERSONE SPARITE IN SEDICI MESI

Il capo dell'Unità di Giustizia e Pace della magistratura colombiana, Luis González León, ha rivelato a Caracol Radio che le denunce di persone sparite (desaparecidos) pervenute all'organismo che presiede negli ultimi sedici mesi, sono state 17.000. La magistratura ha ricevuto mensilmente una media di 1.062 denunce di persone sparite e assassinate. Indagini di varie ONG difensore dei Diritti Umani, sostengono che il 97% di questi crimini sia opera dei gruppi paramilitari e della forza pubblica. La cifra è raggelante se si pensa che sotto la feroce dittatura cilena del macellaio Pinochet, i desaparecidos furono circa 3.000.

Questa è la realtà quotidiana del governo Uribe, che dietro ad una "democrazia" di facciata, nasconde una delle peggiori dittature che abbia conosciuto il continente latinoamericano. Le intimidazioni, le minacce, le sparizioni, gli assassini ed i massacri sono le colonne portanti della "sicurezza democratica" di cui tanto si vanta l'illegittimo presidente di Bogotà. Per tutti questi crimini di lesa umanità, Uribe dovrebbe essere giudicato per genocidio dalla Corte Penale Internazionale. Un genocidio silenzioso che la "comunità internazionale" fa finta di non vedere.

IL COMPUTER DI REYES MANIPOLATO DALL'ESERCITO COLOMBIANO

Una perizia del Ministero di Giustizia dell'Ecuador, datata metà luglio, denuncia che l'esercito colombiano ha manipolato, nei giorni fra l'uno ed il tre marzo, gli archivi del laptop di Raul Reyes. Il CD consegnato all'Ecuador è stato realizzato il 9 marzo col programma Nero; il giorno prima che giungesse in mano all'Interpol. Secondo l'informativa diffusa i 45 archivi consegnati all'Ecuador hanno la stessa data di creazione, di ultima modifica e di ultimo accesso.

L'informativa dell'Interpol riconosce che l'accesso ai dati durante i giorni fra il primo ed il tre marzo non si accorda ai principi internazionali per il trattamento di prove elettroniche, sebbene neghi che presenti indizi di manipolazioni; ciononostante, il Ministero dell'Ecuador insiste che ciò che è stato consegnato dalla Colombia all'Ecuador e all'Interpol sia una copia di dati già manipolati. Di fatto, la nota dell'Interpol asserisce testualmente che "si lavora su copie digitali e non su dischi rigidi". L'Interpol non ha dunque effettuato l'esame fisico-elettromagnetico sugli hard disk del pc di Reyes che, secondo esperti informatici e la stessa Interpol, è l'unico metodo valido per ottenere una copia esattamente identica dei contenuti del computer.

Il computer di Reyes ha una storia formidabile; prima resiste ad un bombardamento, poi si riproduce in tre hard disk differenti, e successivamente distribuisce notizie ad orologeria, dispensando informazioni sui rapporti fra le Farc ed il nemico politico di turno del governo colombiano; prima Chàvez e Correa, quando lamentano l'aggressività militare Uribista ed il suo ruolo destabilizzante nella regione, poi diversi esponenti politici colombiani e venezuelani critici verso il regime, passando per i nativi Mapuche e addirittura si menziona l'ex presidente della Camera Casini, al punto che ogni critica, ogni appoggio a chi denuncia il regime uribista comporta puntualmente l'apparizione nelle mail di Reyes. E' evidente che le informazioni che ammannisce il regime colombiano sono prive di qualunque valore, e gli articoli sui giornali semplici veline della propaganda governativa.

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