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Resoconto dell’assemblea nazionale del Forum Palestina

(18 Marzo 2003)

Il 15 e 16 marzo presso il circolo Agorà di Pisa, si è svolta la seconda assemblea nazionale del Forum Palestina. La prima si era tenuta a Firenze ad aprile dello scorso anno.

L’assemblea era stata organizzata in due momenti: uno di dibattito a 360 gradi sulla Palestina dentro la guerra preventiva (sabato 15) ed uno di discussione e bilancio interno sui risultati e la funzione del Forum Palestina dopo un anno di attività.

Hanno partecipato compagni provenienti da: Torino, Novara, Milano, Bologna, Reggio Emilia, Genova, Pisa, Firenze, Massa, Empoli, Padova, Bassano, Roma e Bari

1) La scelta di tenere l’assemblea nazionale al circolo Agorà di Pisa si è rivelata giusta. Il circolo è sottoposto ad un durissimo attacco da parte dei partiti della destra, dei radicali e della locale comunità ebraica a causa delle iniziative prese nel quadro della campagna di boicottaggio dell’economia di guerra israeliana. Non solo, i partiti della “sinistra” locali non hanno affatto brillato per la loro solidarietà con il circolo Agorà. Abbiamo dimostrato che i compagni pisani non erano affatti isolati ma ben inseriti in una rete nazionale di comitati ed associazioni che conducono la loro medesima battaglia contro l’occupazione militare e coloniale israeliana dei territori palestinesi e in solidarietà con il popolo palestinese. Essere parte di un progetto di lavoro nazionale (e sotto certi aspetti europeo) rappresenta indubbiamente un punto di forza per tutti.

2) Il dibattito sviluppatosi sabato, al quale avevamo invitato vari ospiti, ha visto contributi qualitativi che hanno ben delineato la centralità della questione palestinese nel quadro della guerra preventiva che sta per travolgere il Medio Oriente. Alla discussione hanno preso parte Nicole Shahshani (Comitato per una pace giusta in Palestina di Parigi) che ha relazionato sul movimento di solidarietà in Francia; Sharif Anwar della Palestinian Youth Organization del campo profughi di Chatila; Vittorio Parola (DS/Socialismo 2000); Bruno Steri (CPN e dipartimento esteri del PRC), Stefano Chiarini (Il Manifesto), Manlio Dinucci (saggista eed esperto di problemi internazionali); Kutaiba (Unione Democratica Arabo Palestinese), Ascanio Bernardeschi (consigliere prov. PRC di Pisa), Heidi Giuliani, la mamma di Carlo che è stata con noi anche nei lavori di domenica, Giancarlo Calcagnini (Servizio Civile Internazionale/ISM). Importanti gli interventi e la presa di posizione a sostegno dell’Agorà da parte del presidente dell’ARCi di Pisa Enzo Cerretani e di Salaam ragazzi dell’Olivo di Pisa. Il dibattito ha evidenziato da diverse angolature come la resistenza palestinese all’occupazione israeliana rimanga lo snodo centrale delle contraddizioni della regione mediorientale, tantopiù nel contesto della guerra preventiva con cui l’asse USA/Israele vorrebbe ridefinire la mappa geopolitica dell’area.

3) La giornata di domenica è stata dedicata al bilancio di un anno di attività dalla manifestazione del 9 marzo e alla discussione sugli impegni e la funzione del Forum Palestina. La relazione introduttiva ha messo in luce i risultati ottenuti dalla campagna di boicottaggio e dal punto di resistenza all’offensiva filoisraeliana che ha messo in “ritirata” gran parte della sinistra rappresentato dall’attività e dalla battaglia del Forum Palestina, un punto di tenuta che mano a mano ha dato coraggio anche a gruppi locali o a singoli intellettuali nel non accettare i ricatti e il pressing che spesso ha ridotto al silenzio le voci solidali con la lotta del popolo palestinese. Ma ha anche evitato facili trionfalismi e messo in evidenza i problemi

a) Rispetto agli impegni presi all’assemblea di Firenze non si è riusciti a sviluppare una vasta iniziativa sui prigionieri politici palestinesi. Alcuni compagni (Genova e Reggio Emilia e l’ABSPP) hanno segnalato le iniziative svolte sul caso Bargouti e sui prigionieri in alcune città, ma hanno anche denunciato la mancanza di coordinamento tra queste iniziative e il Forum Palestina.

Anche nelle iniziative messe in cantiere sulla solidarietà con i campi profughi (Gerusalemme, Ein El Helwe e Dheishe) è mancato il coordinamento e la sistematicità degli interventi. I compagni hanno lavorato nelle realtà locali ma è mancata la capacità di farne un progetto comune e generale

b) Sul rapporto tra Forum Palestina e movimento, a fronte di una rinnovata e diffusa sottovalutazione della questione palestinese che abbiamo rimarcato anche nell’assemblea nazionale dei Social Forum a Livorno, è stato rilevato come in realtà esista un ampio spazio politico da riempire a fronte anche della simpatia che la causa palestinese riscuote nelle manifestazioni contro la guerra e tra la gente comune (tanto che l’ambasciatore israeliano in Italia ha perso decisamente le staffe come dimostrato dal suo articolo su La Repubblica del 19 febbraio). Esiste quindi un limite soggettivo del Forum Palestina nel riempire questo spazio sul piano del contributo al dibattito e all’iniziativa.

c) Sulla funzione del Forum Palestina, sono stati messi in evidenza due limiti:

il primo limite è la conseguenza di operare come struttura “leggera” con un sito internet (apprezzato da alcuni interventi) ed una rete minima di collegamento.

Questa struttura leggera ha evitato scorciatoie organizzative e sintesi politiche premature (come pure suggerito da alcuni interventi all’assemblea di Firenze) arrivando però a situazioni in cui ci sono iniziative firmate dal Forum Palestina senza che se ne sia a conoscenza. E’ chiaro che in qualche modo occorrerà strutturare il Forum Palestina.

Il secondo limite è “l’isolamento” a cui è sottoposto il Forum Palestina da parte di molti interlocutori. Accettare questa situazione e ridurre il FP ad un ruolo di mera testimonianza sulla Palestina non è una prospettiva accettabile né credibile per i presupposti e gli obiettivi su cui il FP è nato. Posizioni auto-consolatorie che addossano solo agli altri le colpe di questo “assedio politico” non servono a superare e risolvere i problemi che abbiamo davanti. Nessun intervento ad esempio ha analizzato la differenza tra la manifestazione del 9 marzo e quella del 26 ottobre che hanno visto livelli di partecipazione ben diversi.

Su questi problemi ci sono stati numerosi interventi, alcuni sono entrati nel merito delle questioni poste, altri meno. E’ comunque incoraggiante il fatto che tutti abbiano rivendicato e riconosciuto l’esperienza positiva del Forum Palestina. In tempi in cui sarebbe stato più facile demoralizzarsi non è affatto poco.

d) La proposta da discutere nelle prossime settimane (anche se con la mobilitazione contro la guerra non sarà sempre facile mantenere i tempi e la bussola) è quella di passare dalla prima fase del Forum palestina ad una rete o associazione nazionale più ampia che salvaguardi l’autonomia delle realtà locali ma che consenta un livello di coordinamento superiore a quello precedente. La carta d’identità del Forum Palestina restano i cinque punti della piattaforma del 9 marzo. Su questo verranno avanzate proposte concrete di modello organizzativo e funzione politica che saranno sottoposti alla discussione di tutti. In tempi non lunghissimi si arriverà ad un nuovo incontro nazionale per discutere e decidere questo passaggio.

Per intervenire su questi appunti inviate i messaggi a forumpalestina@libero.it

I messaggi saranno postati su un’apposita casella di dibattito sulla home page del sito del Forum http://www.forumpalestina.org

Forum Palestina

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