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Omar 34 anni afroamericano

(4 Agosto 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.operaicontro.it

Adesso si coprira' il fatto parlando di "follia" di "raptus omicida" dell' afroamericano, ma il fatto resta ed e' una condanna inappellabile a questa societa'.
Una Condanna implacabile, in particolare a tutti i suoi "organismi" e "istituzioni" della "democratica" America del Nord.

Tutti i leccaculo della stampa per l'ennesima volta si affrettano, in forma seriale (sia a destra che a sinistra), ad archiviare il caso come scatto di follia, ma per quale motivo un giovane lavoratore di 34 anni debba fare una carneficina simile?
Quali sono le forze profonde che lo hanno fatto agire?

La realta' e' che la societa' attuale, il capitalismo 2010 rappresenta un inferno per gli operai in tutto il mondo, ed e' dentro questa situazione che si inserisce questa "sparatoria"sul posto di lavoro. La Borghesia, i padroni fanno vivere al limite della sussistenza milioni di operai quando "lavorano" e li mettono continuamente sotto ricatto de licenziamento, in America se si viene licenziati poi si perdono cure sanitarie e contribuzione pensionistica in un sol colpo. Ma non e' solo questo, di operai nell'avanzato occidente ne muiono di piu' sul lavoro, che in iraq, afghanistan ecc ecc, cioe' che in guerra guerreggiata. Negli usa saranno tanti di piu' e non ci sono neanche statistiche serie sui "morti" ammazzati sul lavoro, tutto questo configura una situazione di guerra sociale su gli operai.

In questa ennesima strage sul lavoro, perche' di questo si tratta, si inserisce una questione importante: il ruolo del sindacato che non fa' niente ma "accompagna" il lavoratore dall'impresa. Infatti Questo ragazzo, Omar, si era presentato col rappresentante sindacale alle 7.30 del mattino per giustificarsi probabilmente di fronte a prevvedimenti disciplinari che l'azienda di imperio aveva preso contro di lui, accusato sembra (ma non e' sicuro neache questo) di furto. Ed e' qui che ha estratto un fucile semiautomatico uccidendo diversi esponenti e/o "dipendenti" dell'impresa.

Questo eccidio, nella sua brutale durezza, la dice lunga sul ruolo dei sindacati nostrani cioe' del mondo avanzato e democraticamente civilizzato. Quando sentiamo i vari compari Sacconi, Marchionne, Tremonti e Bersani che parlano di "sindacato moderno che deve accettare le nuove regole" si intuisce subito dove vogliono andare a parare, forse lo aveva intuito anche Omar pensando ai suoi omologhi in america, e non avendo la "lucida pazienza" di tanti altri ha premuto il dito sul grilletto...

Tutto cio' infine interroga pero' anche noi che vogliamo con forza costruire il Partito Operaio, non c'e' tempo da perdere perche' le barbarie sono gia' in atto, gli operai stanno intuendo sempre piu' di essere soli e di non aspettarsi nulla da nessuno, ma nella fornace della crisi non se ne esce vivi e sani , la tendenza e' alla guerra di tutti contro tutti, che poi sconfina in eserciti inquadrati dalle borghesie...

Finche' non c'e' una forza organizzata degli operai stessi che organizzi con scienza la lotta senza quartiere per l'abolizione del lavoro salariato e dello sfruttamento non ci sara' soluzione alle inaudite sofferenze degli operai che si trovano a sopportare, ma per piacere non chiamiamo "raptus di follia" quella violenza che una volta su 1 milione viene rispedita al mittente...

www.operaicontro.it

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