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Rai. Spese pazze e preoccupazione per il futuro. Allarme dalla Vigilanza e dall’Adrai

(21 Ottobre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it


Giovedì 21 Ottobre 2010 10:25

Tempi duri per Viale Mazzini e per il direttore generale Mauro Masi, infatti, mentre imperversano i casi Santoro e Report, anche l’Adrai, l’Associazione dei dirigenti Rai, avanza importanti richieste, esprimendo preoccupazione per il futuro dell’azienda.
Le preoccupazioni dell’Adrai si palesano proprio mentre la Commissione di vigilanza Rai lancia un allarme per le spese inerenti la produzione di fiction, infatti tra appalti per le fiction e acquisti di sceneggiati la Rai ha speso 190 milioni di euro nel solo 2010. E in Commissione di Vigilanza hanno risposto i dirigenti Rai, in un'audizione informale sui contratti per le fiction acquistate dall'azienda pubblica. Chiarimenti sono stati chiesti sui contratti con Endemol, partecipata da Mediaset, e la Ares Film, partecipata al 30% da Rti, una Spa del gruppo Mediaset, la Lux Vide (partecipata al 18,53% da Tarak Ben Ammar, socio in affari di Silvio Berlusconi) e la Albatross entertainment. Enzo Carra (Udc), segretario della Commissione nella sua istruttoria, aveva puntato il dito contro composizioni societarie a suo dire poco chiare, come quella dell'Ellemme group di Massimo Ferrero, che secondo indiscrezioni - smentite dagli avvocati - sarebbe legata a Giancarlo Tulliani, cognato di Gianfranco Fini, ed è controllata da due società inglesi, la Elmhold Limited e Artgold Limited.
L'Adrai, come si legge in un comunicato, «invita i Vertici e, in particolare, il Direttore Generale, ad aprire un confronto con l'Adrai e con i soggetti che, all'interno dell'Azienda, hanno titoli e competenze per provvedere alle scelte necessarie e utili per il futuro della Rai, rispettando deleghe e procure ed abbandonando un comportamento verticistico e di sostanziale esautoramento delle naturali funzioni delle strutture deputate alle diverse attività aziendali, sia quelle editoriali, sia quelle gestionali». Parole importanti quelle dei dirigenti, per i quali «sono passati ormai molti mesi da quando l'Associazione dei Dirigenti della Rai si vide costretta a prendere atto della indisponibilità del Direttore Generale a tenere anche una parvenza di confronto con i rappresentanti dei dirigenti e, dunque, a cercare interlocuzioni altrove, anche all'esterno dell'Azienda». «Non erano sciocchezze -prosegue la nota- quelle denunciate dall'Adrai e sbrigativamente derubricate dal Direttore Generale al livello delle solite lamentele del fantomatico partito Rai. Non erano falsi allarmi quelli lanciati dai dirigenti dell'Azienda alla Commissione Parlamentare di Vigilanza, se oggi, tutti insieme e con una iniziativa senza precedenti, i Direttori di Rai 1, Rai 2 e Rai 3 si trovano, a loro volta, a lamentare un fenomeno del tutto analogo». Attenzione viene posta anche sulla situazione economica affatto rosea dell’azienda. «Se a ciò si aggiunge il grave momento di difficoltà economica - che appare tutt'altro che superato e comunque non affrontato adeguatamente da un Piano Industriale che, a quasi un anno dalla sua decorrenza, è ancora fermo sulla carta - e le continue tensioni intorno alla normale produzione di tutti i programmi che affrontano temi delicati e sensibili, la preoccupazione per il futuro della Rai -conclude la nota- non può che crescere esponenzialmente». Preoccupazioni fondate se si pensa che la Rai ha chiuso il 2009 con un passivo di 80 milioni di euro, e nello stesso anno ha aumentato di circa 100 unità il numero di dipendenti rispetto al 2008. Per l’azienda, invece, «sorprende che l'Associazione dei Dirigenti Rai chieda attraverso un comunicato stampa l'apertura di un confronto con l'Azienda proprio mentre è in corso un incontro, già programmato, tra l'Adrai e i rappresentanti aziendali».

A. V.

21-10-10

Alessandra Valentini

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