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Manifestazioni di solidarietà con i Saharawi a Roma e Madrid. Nel Sahara Occidentale decine di morti e migliaia di feriti

(13 Novembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.radiocittaperta.it

Manifestazioni di solidarietà con i Saharawi a Roma e Madrid. Nel Sahara Occidentale decine di morti e migliaia di feriti

foto: www.radiocittaperta.it

Marco Santopadre, Radio Città Aperta

13-11-2010/18:02 --- "El Aioun vincerà" è stato lo slogan scandito da qualche decine di attivisti presenti alla manifestazione per il popolo saharawi, organizzata venerdì pomeriggio a Roma davanti alla sede dell'ambasciata del Marocco e coordinata dai rappresentanti del Fronte Polisario in concomitanza con altre proteste in diverse città italiane ed europee. “Il prossimo Martedì si riunirà il Consiglio di sicurezza dell’Onu e in agenda c’è la questione del Sahara occidentale” ha detto all’agenzia MISNA Omar Mih, rappresentante del Fronte Polisario in Italia, durante la manifestazione, alla quale hanno partecipato anche esponenti politici del centrosinistra e della destra. “I membri del Consiglio ascolteranno la relazione di Christopher Ross, inviato dell’Onu per il Sahara occidentale, e del rappresentante della Minurso, la locale missione delle Nazioni Unite. Noi abbiamo avanzato tre richieste: l’apertura di un’inchiesta internazionale indipendente sulle violenze commesse dall’esercito e dai coloni marocchini; l’invio di una delegazione del Consiglio di sicurezza nel paese, a 16 anni dall’ultima visita; l’allargamento del mandato della Minurso alla sfera delle questioni umanitarie”. Secondo Mih, gli ultimi fatti costituiscono la conferma di una mancanza di volontà da parte del Marocco ad applicare la risoluzione dell’Onu sul referendum per l’autodeterminazione del popolo sahrawi rimandato di anno in anno: “Esemplificativo da questo punto di vista è stato il discorso di re Mohammed VI – conclude Mih – pronunciato il giorno precedente l’irruzione dell’esercito nel campo sahrawi e la ripresa dei negoziati all’Onu. Un discorso guerrafondaio, molto pericoloso che esprime chiaramente l'assenza di una volontà politica a negoziare e la minaccia ai sahrawi residenti nei territori liberi di Tindouf”. Alcune migliaia di persone hanno manifestato invece questo pomeriggio nella capitale spagnola Madrid contro le violenze verificatesi nei giorni scorsi contro la popolazione del Sahara Occidentale e contro l’occupazione di quei territori da parte del Marocco. Alla manifestazione hanno partecipato, tra gli altri, i capi dei due maggiori sindacati spagnoli, Candido Mendez, dell'Ugt; e Ignacio Fernandez Toxo, di CCOO; e l'attore Javier Bardem, da tempo attivo nella campagna di sostegno all'indipendenza del Sahara Occidentale. I manifestanti hanno condannato la repressione marocchina nell'ex colonia spagnola, annessa nel 1975 da Rabat poco dopo il disimpegno di Madrid, ed hanno chiesto a gran voce l'indipendenza del Sahara Occidentale, secondo gli organizzatori riuniti nel Coordinamento nazionale delle associazioni di solidalietà. ''Facciamo appello all'Unione europea e alla Spagna affinché condannino questa brutale repressione e li invitiamo a chiedere al re del Marocco di porre fine a questa violenza ingiustificata, sproporzionata e crudele'', ha detto Javier Bardem. Nel corso della manifestazione sono state bruciate numerose bandiere del Marocco e sono stati gridati alcuni slogan: ''Sahara libero subito'', ''Marocco colpevole, Spagna responsabile''. Gli organizzatori hanno pesantemente criticato il governo spagnolo del socialista José Luis Rodriguez Zapatero che ''finge di non vedere''. Il governo socialista spagnolo ha rafforzato l’alleanza con le autorità marocchine, ponendo fine ad un seppur sempre ambiguo sostegno alla richiesta di indipendenza delle popolazioni del Sahara occupato. Il Marocco è infatti un importante partner politico e commerciale per Madrid, così come pe la Francia che invece ha sempre sostenuto la monarchia al potere a Rabat.

L'8 novembre scorso, le forze di sicurezza marocchine hanno assaltato e poi smantellato con la forza un accampamento a Laayoune, capoluogo della regione, dove circa 25 mila Saharawi si erano insediati dalla meta' di ottobre per protestare contro le precarie condizioni di vita. Il bilancio ufficiale delle forze marocchine parla di due morti e 163 arresti. Ma il Fronte Polisario accusa Rabat di aver causato ''decine'' di morti, 4.500 feriti e oltre 2.000 arresti nel corso dell'operazione. Ma è molto difficile verificare con certezza quanto sta avvenendo nel territorio occupato, visto il blocco informativo imposto dal Marocco che ha espulso alcuni giornalisti spagnoli e impedisce l’accesso a quasi tutti i giornalisti stranieri diretti nella città di El Aioun. Il Polisario denuncia inoltre il mancato intervento della comunità internazionale, dell’Unione Europea, e di Spagna e Francia in particolare. A farsi sentire sono state invece diverse organizzazioni internazionali, tra le quali l’Unione Africana, che ha chiesto ieri al governo marocchino di “astenendosi da atti di forza e privilegiando la via del dialogo come solo mezzo efficace per risolvere la crisi e creare condizioni propizie alla ricerca di una soluzione durevole alla questione del Sahara Occidentale”. Amnesty International ha chiesto l’apertura di una inchiesta indipendente sulle violenze seguite all’irruzione di Lunedì dell’esercito marocchino all’interno del campo sahrawi Gadaym Izik da un mese montato a qualche chilometro da El Aaiun per chiedere il rispetto dei diritti del popolo sahrawi. Una protesta di carattere socio-economica spenta da Rabat proprio nel giorno in cui a New York riprendevano i colloqui mediati dall’Onu con il Fronte Polisario.

Radio Città Aperta - Roma

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