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Terroristi, terrorizzati e terrorizzanti

Editoriale del 23 maggio di radio città aperta di Roma

(23 Maggio 2002)

Fedeli alla coreografia messa in piedi dall’amministrazione Bush per i gonzi cittadini degli states, anche in Italia le autorità stanno montando un
clima e una coreografia sull’allarme terrorismo al di là del buonsenso.

Se guardiamo i fatti al di là della cortina fumogena, scopriremo che gli allarmi e le misure di sicurezza non corrispondono affatto alla realtà.

Primo aspetto: sono arrivati i tre combattenti palestinesi deportati in vari paesi europei per volontà israeliana. Sono tre uomini soli, disarmati e
lontani dai loro compagni e dalle loro famiglie. Per ospitarli in Italia hanno messo in piedi una sarabanda ad uso e consumo delle televisioni,
del chiacchiericcio e dei professionisti dell’allarmismo. Quale pericolo possono rappresentare tre uomini soli? Oppure sono loro ad essere in
pericolo? Avesse ragione l’ex ministro Dini il quale sostiene che il Mossad, il tristemente noto servizio segreto israeliano, cercherebbe di
eliminarli fisicamente mettendo a repentaglio l’incolumità di cittadini o poliziotti italiani? E’ successo già in passato che dirigenti o militanti
palestinesi venissero uccisi per le strade di Roma dagli israeliani o che un tecnico nucleare come Mordechai Vanunu venisse sequestrato nel
nostro paese e trasferito in Israele mentre i servizi segreti italiani giravano la testa dall’altra parte. Ma se il problema fosse questo, perchè
viene gestito in modo tale da far sembrare che l’allarme antiterrorismo sia colpa dei tre palestinesi invece che dei loro persecutori?

Secondo aspetto: martedi prossimo a Roma arriva Bush per il vertice della NATO che si terrà nella base militare di Pratica di Mare. E su
questo assistiamo ad un vero proprio delirio di onnipotenza da parte dei templari della sicurezza. Missili puntati, areri militari in volo, guardie
armate sugli aerei di linea e quant’altro. Ma di che cosa hanno paura costoro? A quale allarme giustificato o giustificabile stanno rispondendo?

Fino ad oggi in Italia abbiamo assistito solo a falsi allarmi, a bidoni tirati all’opinione pubblica che si sono sgonfiati appena c’è stata una
indagine degna di questo nome.

L’impressione che se ne ricava è un’altra. In Italia cone gli Stati Uniti, le classi dirigenti usano l’allarme antiterrorismo per abituare l’opinione
pubblica a sentirsi nel centro del mirino e per far apparire come legittime le misure di sicurezza che cambiano il sistema di diritti vigente e la
stessa legalità internazionale. Non solo, devono abituare l’opinione pubblica all’idea che la soluzione a questo allarme – anche se falso – è la
politica di guerra contro altri paesi e altri popoli: l’Iraq o forse l’Iran e poi i palestinesi o i libanesi. Se non riuscissero a far sentire l’opinione
pubblica minacciata da nemici invisibili, come potrebbero i presidenti e i leader a legittimare le loro male azioni sullo scenario internazionale?

Se Berlusconi avesse buon senso, sbeffeggierebbe Bush e i suoi scheletri nell’armadio, ma gli somiglia troppo e pertanto vuole strafare
dimostrando di saper vendere falsi allarmi più e meglio del suo committente di oltre oceano.

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