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(11 Agosto 2011) Enzo Apicella
La Gran Bretagna cambia le regole del gioco: l'esercito contro la rivolta

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No alla guerra sì all’estensione dell’art 18

(12 Marzo 2003)

BUSH, BLAIR, BERLUSCONI, AZNAR stanno per iniziare una guerra contro l’IRAQ, una guerra che dietro la lotta al terrorismo ha come obbiettivo reale l’espansione del dominio USA e il controllo di una area ricca di petrolio.
La guerra oltre a colpire il popolo irakeno, già martoriato da 12 anni di embargo ONU, avrà ripercussioni mondiali e instaurerà una economia di guerra.

La guerra come modello economico e di governo del mondo.
Le lavoratrici e i lavoratori sono contro la guerra senza se e senza ma, sono i primi a pagarne le conseguenze in termini di perdita di diritti , di disoccupazione, di lutti.
Rispetto alle recenti guerre che videro l’appoggio anche di altre parti politiche e sindacali, quella odierna vede l’umanimità contraria: ricordiamo che 110 milioni di persone hanno manifestato contemporaneamente contro la guerra.. Iniziativa che insieme al popolo delle bandiere, che nella nostra provincia ha numeri impressionanti, ai blocchi dei treni della morte, è storia fatta dal basso, storia di lavoratori e popolo che non vogliono più essere sudditi, ma protagonisti della propria esistenza e del proprio destino, che vogliono un mondo diverso.

Ora tocca allo sciopero contro la guerra che è già stato programmato dal sindacalismo di base e da altri sindacati (comunicazione del 10 febbraio: dichiarazione di sciopero senza data, ma legata all’inizio dei bombardamenti),

FÈRMATI QUANDO INIZIANO! (STOP WHEN THEY START)

In caso di inizio di guerra interrompiamo le normali attività, usciamo in strada in sciopero:
Nella sanità, nelle case di riposo, nelle scuole dell’obbligo, nei trasporti pubblici, dove non è possibile scioperare da subito, organizziamo le assemblee. PER VICENZA; ASSEMBLEA UNITARIA ORE 8/10,30 PRESSO SALA CHIOSTRO VECCHIO OSPEDALE SAN BORTOLO

Un altro mondo è possibile e necessario.
In questi anni un sempre più vasto movimento si è esteso e imposto contro la globalizzazione liberista e contro la guerra, coniugando insieme questi elementi: ricordiamo Genova 2001, Firenze 2002, i grandi scioperi pur con obiettivi in parte diversi del sindacalismo di base e della CGIL sempre nel 2002 e le iniziative di questi mesi del 2003.
Movimento che vuole contrastare le iniziative liberiste globali , le politiche governative nazionali.
Politiche che, in parte ereditate dal precedente governo, stanno tentando di distruggere le conquiste dei lavoratori producendo precarietà, privatizzazioni, attacco alle pensioni, riduzione del potere dei stipendi.
Il Patto per l’Italia, firmato da CISL e UIL, e i contratti del pubblico impiego firmati da CISL-CGIL-UIL vanno in questa direzione.

Estensione dei diritti, estensione dell’art 18, salari europei
Viviamo in una economia che ha cambiato i luoghi e i rapporti di lavoro, ormai il lavoro è in gran parte precario, atipico, con bassi stipendi e molti lavoratori sono esclusi da un diritto elementare: non essere licenziati senza giusta causa.
Il referendum sull’ estensione dell’art 18 in tutti i luoghi di lavoro e a tutti i lavoratori, anche nei posti di lavoro sotto i 15 dipendenti, stabilisce un diritto che deve essere di tutti e non un privilegio di alcuni.
Difendere l’art 18 solo per chi c’è lo ha già, significa lasciare indifesi, al ricatto dei padroni, milioni di lavoratori. La frammentazione sociale, la delusione si vincono unificando il mondo del lavoro, estendendo diritti, affermando che la dignità non va calpestata in nessun luogo, nè con la guerra nè con le politiche governative e liberiste contro i lavoratori e i loro diritti.

RdB CUB Vicenza

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