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LA STELE DELLA RESTAURAZIONE.

Una giornata di ordinaria mistificazione.

(23 Gennaio 2013)

Torino, 14 gennaio 2013.
Giornata di mobilitazione istituzionale. C'è fermento in tutte le autorità per l'arrivo a Porta Susa di buona parte dello schieramento ministeriale del governo tecnico, nonostante il clima di piena campagna elettorale. Ma si sa, a mandato governativo concluso si possono fare tante cose, comprese le guerre. Comunque sia, la motivazione dell'evento è l'inaugurazione della nuova stazione di Porta Susa, paradigma del progresso e snodo centrale della rete ad alta velocità. E' lo stesso Monti a celebrare il nostro sistema ferroviario, viaggiando nella cabina di pilotaggio di un Frecciarossa assieme all'Ing Moretti, proprio lui, quello della dismissione dei treni notte e delle tratte “improduttive” che tenevano unito il paese. Le affermazioni di Monti all'arrivo evidenzieranno quali progetti di sviluppo ha in mente l'oligarchia finanziaria: opere faraoniche finanziate dall'austerity più feroce, ossia “Torino esempio di un Paese che avanza”.
Dentro la nuova stazione troviamo lo schieramento al completo dei ministri torinesi del passato governo: Fornero, Balduzzi, Profumo, come sappiamo dislocati in tre ministeri chiave per l'austerity, ossia al lavoro, alla sanità e all'istruzione. Fuori dalla stazione? Troviamo i manifestanti NO TAV, i CUB, i lavoratori della De Tomaso, studenti nonché la destra "ostile" al governo tecnico di Fratelli d'Italia e della Lega Nord.
Non importa che Cota in qualità di Presidente della Regione Piemonte fosse là dentro a stringere la mano a Monti, non importa nulla che questa destra si sia ripetutamente schierata a favore di questo governo. Oggi è ordinaria mistificazione, oggi tutto si può. E allora le destre di governo si mischiano al popolo nel recitare la parte antagonista, non sia mai che il popolo possa accorgersi che lo Stato che dovrebbe rappresentarlo in realtà è totalmente sordo, bisogna confondere le idee o come direbbero Fini e La Russa: bisogna dimostrare che “c'è società civile e società civile, come ci sono rappresentanti delle istituzioni e rappresentanti delle istituzioni”.
E allora, nel giorno dell'ordinaria mistificazione, tutti i ministri e i rampanti a.d. si ritrovano dentro alla luccicante struttura futuristica (qui a Torino, come ha ampiamente ricordato Monti, siamo ormai assuefatti a simili opere) e fanno diventare una bazzecola i 16 miliardi di euro della TAV. Quando bisogna attrarre gli investimenti esteri non c'è rigore di bilancio che tenga, ogni sperpero è permesso. La cifra ne è l'emblema: equivalente all'intero incasso dell'Imu, rende paradossale la stessa campagna elettorale, già povera di contenuti per conto suo.
La cosa grave? Questo modello di sviluppo ben incarnato dal binomio Monti-Pd e che qui a Torino abbiamo fin troppo bene sperimentato rappresenta il modello prossimo venturo per il paese. Un'alternativa c'è, ma non dimentichiamoci che viviamo nell'ordinaria mistificazione: noi di Rivoluzione civile siamo conservatori!

Il proseguimento della giornata all'interno del “lungo tubo di vetro e acciaio” (Il Sole 24 Ore, 14 gennaio 2012) se possibile è anche peggio, poiché tra una dichiarazione ai giornalisti e una frecciatina politica si arriva al momento topico: l'inaugurazione della stele allo Statuto albertino. Non credo ci sia bisogno di scomodare nessun importante storico per capire come le intere celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia a Torino si siano svolte sotto un'aria francamente pesantissima, ma qui il culmine è stato toccato. Nel gennaio del 2013 le commemorazioni a Torino proseguono: un monolite in ferro nero e acciaio alto 12 metri con impresso il Decreto Fondamentale dell'8 febbraio 1848 viene inserito a Porta Susa su disposizione del programma di intervento I Luoghi della Memoria, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in occasione del 150esimo dellUnità d'Italia, sotto la guida del Comitato dei Garanti presieduto da Giuliano Amato (un altro nome tecnico che ritorna costantemente nella storia del nostro Paese). La motivazione dell'installazione di per se è banale: avvicinare le persone ai temi della Storia d'Italia e ricordare la figura di Carlo Alberto. Nei fatti, ci ritroviamo un governo tecnico al completo che santifica una Costituzione octroyée emanata nel bel mezzo della Restaurazione per rabbonire un popolo che rivendicava il proprio spazio democratico. Questa scelta, affatto casuale, evidenzia al meglio quali siano i riferimenti culturali dell'oligarchia oggi al governo, infatti: i tecnici ricordano agli italiani quali testi politici tenere a mente e scelgono un testo costituzionale ampiamente innoquo per il popolo - mantenuto anche durante il ventennio fascista di attacco feroce ai più basilari diritti (anche liberal-democratici). Fanno dunque comodo ai liberali stessi simili pratiche di ricostruzione della memoria collettiva, poiché ci tengono a ribadire la correttezza del modello liberal-capitalista (formula ossimorica cara a Fini e Fukuyama) e sanno che il neoliberismo come nuova pratica di ferocia capitalista sul popolo va pur sempre legittimato. Invece, quello che si premurano assolutamente a nascondere, ricorrendo soprattutto alla mistificazione quotidiana è come l'Italia non solo si sia unita, ma abbia saputo crearsi un'anima. Quest'anima, che risiede nei valori della Resistenza, venne formalizzata nella Costituzione Repubblicana di cent'anni dopo. Una Costituzione redatta proprio per colmare le non piccole beghe di quella carta connivente al fascismo. Certo, oggi riconoscere il valore della nostra Costituzione implica coerenza politica che, come abbiamo visto, i nostri politici, soprattutto quelli tecnici, soprattutto quelli super-partes difensori dell'ordine costituito sovranazionale, non possono permettersi. Allora mistifichiamo e mistifichiamo tutto, anche la storia, soprattutto la storia. Facciamo finta che Torino sia stata solamente la città della monarchia illuminata e non anche quella della medaglia d'oro al valor militare per la guerra di liberazione. Svuotiamo l'anima del paese, svuotiamo i riferimenti al popolo sovrano. E raccontiamo a tutti gli italiani come deve funzionare una Costituzione: il re interpreta la volontà del popolo, non sia mai che a qualche collettività cosciente salti in testa di poter darsi leggi.

Alex Marsaglia

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