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Pellicano Malinconico

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(11 Gennaio 2012) Enzo Apicella
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LIBERAL-CAPITALISMO O LIBERTA' DAL CAPITALE?

(6 Febbraio 2013)

Qualche giorno fa La Repubblica in pompa magna intervistava un Marchionne baldanzoso che dava lezioni di democrazia a Landini, accusandolo di rifiutare il confronto e di essersi auto-attribuito la rappresentanza della maggioranza dei lavoratori. Dopo aver utilizzato l'arma dei sindacati padronali, invitando Landini alla concertazione con essi per rientrare in fabbrica, Marchionne arrivava a fare le solite sparate, tipiche della campagna elettorale di satrapi ormai decaduti. Tutti i media mainstream, compresa ovviamente Repubblica, vero centro ideologico della sinistra gattopardista, si sono così impegnati sostanzialmente nella loro attività principale: non fare domande e fungere da meri ripetitori della classe dominante. Così Marchionne non ha dovuto rendere conto degli operai Fiom cacciati dalla fabbrica in sfregio alla Costituzione e alle sentenze e ha invece potuto concentrarsi sullo sbeffeggiamento dei suoi concorrenti, tra il pettegolezzo di una borghesia ormai francamente tragicomica.
Ma le lezioni di democrazia calate dal Liberal-capitalismo, le conosciamo già. A qualche settimana dalle votazioni sulle elezioni italiane si sono espresse le più svariate minacce, non ultima quella dei Mercati che ormai si dilettano a scegliere i premier, anche quando, come nel nostro caso, la scelta è alquanto scarsa.
Già nel giugno 2012, nell'imminenza delle elezioni in Grecia, in un clima infuocato per la presenza di formazioni comuniste che avevano chiaramente scavalcato quelle socialdemocratiche, il panico delle classi dirigenti portò a un coro unisono: "votate l'ordine!". L'Europa da Hollande a Merkel, passando per le istituzioni ufficiali come Van Rompuy lanciava moniti infuocati ai greci ... Finì come sappiamo. Noi invece paese buffo, come al solito; intrappolati per un ventennio nella più ridicola delle tirannie, dalla quale ci siamo liberati solo a causa dello scisma dei neofascisti che, guarda caso, si preparano ad appoggiare la prossima tirannide in nome dei soliti ideali, ci limitiamo a spaventare i mercati con Berlusconi! L'economista più tremendo che siamo in grado di buttare sul tavolo? Giulio Tremonti! Un paese che si limita a spaventare i mercati con tiranni multimiliardari ed economisti di regime è evidentemente un paese che annaspa e che ha qualche problema all'opposizione. L'opposizione politica ufficiale? Silenzia i dissidenti e apre a Monti. Ovviamente non c'è da stupirsi, basta conoscere l'ideologia che guida simili macchiette democratiche. La vera libertà, premessa per la democrazia, esiste solo fuori dal Capitale. Ce lo ricordava Camilla Ravera col suo femminismo dalle colonne de "l'Ordine Nuovo" nel primo dopoguerra:"La donna libera dall'uomo, tutti e due liberi dal Capitale". Come ce lo ricordava Felice Platone dalle colonne di "Rinascita" nel secondo dopoguerra:
"L'atteggiamento dei liberali nelle questioni decisive della vita italiana ... non deve trarci in inganno: il loro attaccamento alla libertà è fuori discussione", ma "per i liberali italiani di tutte le frazioni e di tutte le tendenze, la concezione della libertà è sempre stata fondata su un sottinteso: la libertà è, pregiudizialmente, libertà per i galantuomini, per la gente per bene, cioè per i benestanti, i possidenti e le loro clientele". Perciò, "se la libertà minaccia di voltar le spalle, per esempio ai fratelli Scalera o al principe di Torlonia e alle sue terre, i nostri liberali non possono trattendersi dal soffocarla, ma la soffocano con lo stesso straziato animo di Otello che strozza Desdemona".

Alex Marsaglia

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