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(14 Maggio 2012) Enzo Apicella

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R.S.U. Monaldi. Tutto come prima?

TUTTI SI SFORZZANO PER NORMALIZZARE ANCHE L'ARIA
ARRIVANO NUOVI FINANZIAMENTI .

(18 Dicembre 2004)

Il processo di mutamento delle relazioni sindacali, avviato con l’istituzione delle R.S.U., a nostro avviso stenta a trovare, almeno per quanto ci è dato di notare , nell’ azienda Monaldi , un’adeguata partecipazione critica sia nella fase di progettazione e costruzione delle piattaforme rivendicative, sia nell’individuazione delle politiche connesse all’evoluzione della azienda che a sua volta dovranno regolare la vita lavorativa di ognuno di noi.
Nei giorni 15-16-17-18 novembre si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle RSU in tutte le sedi di lavoro pubbliche italiane e ovviamente anche nella nostra Azienda.
Si tratta di elezioni a suffragio universale che vanno dai livelli più bassi ai livelli medio alti
ed è sicuramente l’occasione per ogni organizzazione sindacale fare un bilancio dell’ attività svolta in questi ultimi tre anni. Fare un’analisi dei dati emersi dalle urne è sicuramente utile anche per il futuro.
Sicuramente il responsabile di ogni organizzazione ha espresso giudizi e valutazioni dal suo punto di vista, spesso però come sempre accade si nasconde agli altri l’analisi reale del voto, per meglio valorizzare il proprio ruolo, oppure per dimostrare sostanzialmente una vittoria.
Anche noi vogliamo cogliere alcuni aspetti e fare delle considerazioni in merito a questa terza elezione della RSU del Monaldi.

Cercheremo di dare un contributo più obbiettivo possibile sforzandoci di metterci al disopra delle parti, tentando di scrollarci di dosso le simpatie di una o di altre tendenze ed uscire il più possibile da una logica parrocchiale.
È utile affermare che ci è sembrato problematico trarre qualche significato politico univoco che potesse far trasparire un radicale cambiamento di rotta.
Il primo elemento forse anche il più importante è che in questa competizione per la prima volta sono entrate in gioco molteplici dinamiche esterne agli equilibri prettamente aziendali, che hanno modificato l’assetto strutturale di alcune Organizzazioni sindacali cosiddette autonome che influenzano decisamente la composizione delle liste elettorali.
Infatti molti candidati che prima appartenevano a sigle diverse ed erano avversari tra loro si sono ritrovati nella stessa lista elettorale e costretti a praticare alleanze caratterizzate dal sospetto e dal “si salvi chi può”
Si è pensato che l’assenza della lista elettorale dello SLAI-COBAS poteva andare ad incrementare il voto alla CGIL in quanto c’è un visibile mutamento dei rapporti in questi ultimi anni rispetto al passato tra queste due Organizzazioni di sinistra .. Sempre più spesso in piazza insieme, negli stessi cortei (guerra, social forum) scioperi con appuntamenti e piattaforme separate ma nella stessa giornata e sugli stessi temi. Tutto ciò però non ha avuto in questa occasione elettorale il riscontro sperato …. come si credeva. Forse proprio per gli effetti che ha prodotto: questo mutamento ha portato lo Slai verso una crisi di consenso e di partecipazione come non si era mai visto.
Questa crisi politico-strutturale dello SLAI -Cobas Monaldi inciderà sicuramente sull’aspetto politico sindacale dell’ Azienda.
Infatti, l ’assenza di una lista e di rappresentanti di un sindacato di base ben radicato nel territorio cittadino, che sappia rappresentare il diverso punto di vista basato sulla conflittualità e sull’uso delle lotte, pone, dei limiti oggettivi a tutto il sindacato Aziendale specialmente nelle fasi conflittuali (MELFI, ATM..).
Purtroppo questo limite è il prezzo da pagare quando manca la forza per imporre un altro discorso politico- sindacale.
Crediamo fermamente che oggi dalle urne di questa elezione R.S.U. del 2004 è uscita una fotografia reale della situazione complessiva del Monaldi.
La rappresentanza sindacale di questo ospedale così composta è sicuramente monca.
L’elemento più inquietante è che vi sono tutti i presupposti per attuare un ulteriore effetto di normalizzazione sino all’annientamento totale dello ruolo sindacale e quindi delegare ai segretari provinciali e ai super Manager del tanto decantato Piano Regionale le politiche aziendali.
Le elezioni di quest’anno sicuramente rafforzano questa macabra certezza, infatti sono state le prime in cui erano presenti tutte le liste tranne quella dello SLAI-cobas,che dava ai lavoratori un minimo di possibilità di arginare i sempre più frequenti attacchi ai loro diritti.

Dopo la tangentopoli Monaldiana che coinvolse le O.S. confederali, vi fu il tentativo da parte di alcune Organizzazioni sindacali di ridurre il monopolio dei confederali. Purtroppo i dirigenti di queste organizzazioni non seppero cogliere gli elementi di trasformazione che intanto si susseguivano sia nel panorama sindacale che nella stessa composizione manageriale dell’Azienda, e questo fu fatale.
Queste esemplificazioni possono certamente aiutare a comprendere il divario creatosi oggi fra la UIL e tutte le altre Organizzazioni sindacali e ottenere la vera chiave di lettura dell’elezioni della R.S.U.di quest’anno.
Tutti i candidati hanno cominciato nei giorni preelettorali a ritmi insostenibili la loro via Crucis mettendosi in viaggio nei luoghi più sperduti di questa Azienda, hanno stanato dove di solito si rifugiano gli accontentati, gli ignavi , i clientelati i beneficiari dei “piaceri” e i trasferiti dalle loro tane.
Inoltre c’è stata una costante ricerca di alleanze anche con dirigenti e personaggi noti e meno noti .
I lavoratori sono stati avvicinati e contattati anche telefonicamente e i parenti sono stati sollecitati a ricordare, infine lunedì 15 novembre è cominciato il gran “bazar” sotto l’uscio dell’aula elettorale .
I candidati di tutte le liste hanno piantonato l’aula sottraendo ossigeno sia alla commissione elettorale, che agli elettori, mettendo in pratica la penosa arte di mendicare voti tra gli indecisi.
Alla fine la UIL si ritrova ancora una volta come la vera testa d’ariete nel processo di normalizzazione e pianificazione, ottenendo con poca fatica il primato nel voto, rimanendo a tutti gli effetti il primo sindacato di questa Azienda.
Tuttavia il consenso ottenuto non può soddisfare a pieno le aspettative dei dirigenti di questa Organizzazione, il risultato è distante dalla percentuale ottenuta nel 2001, ma la conferma della maggioranza dei consensi alla UIL è comunque un risultato importante.
Nei prossimi tre anni sicuramente la UIL farà contare il suo peso e i suoi numeri nelle stanze dei bottoni riducendo ulteriormente gli spazi di agibilità sindacale. Le altre due Organizzazioni confederali CGIL e CISL, in quanto tutte le altre poco conteranno e niente determineranno accontentandosi di poche briciole, avranno un duplice impegno, quello di soddisfare i propri elettori e quello di arginare il più possibile la supremazia della vera vincitrici di questa ennesima farsa.

LELLO SALINAS

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