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(12 Aprile 2005)
La situazione dell’apparato produttivo italiano è disastrosa. In questi venti anni i padroni hanno ridotto salari e diritti dei lavoratori ma nulla hanno fatto per qualificare l’apparato industriale del paese. Così sono centinaia di migliaia i lavoratori che rischiano il posto di lavoro, molti dei quali metalmeccanici. In questa situazione i padroni proseguono sulla stessa disastrosa strada: aumento delle espulsioni e della precarizzazione del lavoro e richiesta di flessibilità sugli orari. Parallelamente il governo di destra taglia le tasse ai ricchi e le risorse per gli ammortizzatori sociali dei lavoratori e precarizza ulteriormente il lavoro con la legge 30. Come se non bastasse la Commissione europea vuole varare una due disastrose direttive: la Bolkestein per aumentare la concorrenza tra i lavoratori e una sull’allungamento dell’orario di lavoro.
In questo modo l’apparato produttivo si indebolisce ulteriormente, si perdono altri posti di lavoro e si peggiora la situazione di chi resta in fabbrica. Oltre al danno la beffa.
E’ NECESSARIO CAMBIARE STRADA. OCCORRE:
Aumentare le risorse per gli ammortizzatori sociali, estendendoli a tutti i lavoratori. Le risorse per questo devono essere trovate aumentando le tasse ai ricchi e sulle rendite finanziarie.
Dire basta alla precarietà: la legge 30 e la Bossi-Fini devono essere abrogate; il rapporto di lavoro a tempo indeterminato deve tornare ad essere la normalità
Lo stato deve fare, come in Germania e in Francia, politiche che rafforzino l’apparato industriale. Dallo sviluppo della ricerca alla crescita delle dimensioni delle impresa. E’ necessario definire linee di politica industriale e finalizzare a queste ogni risorsa pubblica.
Lo stato deve intervenire per disincentivare le delocalizzazioni.
Lo stato deve intervenire direttamente nel capitale della FIAT obbligando la famiglia Agnelli e le banche a mettere risorse per rilanciare il settore del trasporto e della mobilità in Italia.
Occorre allargare le lotte in tutta Europa per ottenere il ritiro della direttiva Bolkestein e di quella sull’allungamento dell’orario di lavoro.
11 aprile 2005
PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
Dipartimento Nazionale Lavoro
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