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(21 Settembre 2005)
Con ogni probabilità della riforma elettorale proposta dalla Casa delle Libertà non se ne farà nulla e difficilmente sarà ripresa nel dopo elezioni quando, per almeno cinque anni , i giochi saranno fatti..
E’ davvero un peccato perché, a mio parere, la questione della rappresentanza democratica ed anche della governabilità del paese è di grande attualità e mi sia consentito , anche quella del cambiamento economico-sociale.
Mi provo perciò, ugualmente a fare alcune riflessioni sull’argomento.
Il ritorno al proporzionale così come proposto dalla maggioranza di governo ha un duplice scopo: rimettere insieme i cocci della Cdl e ridurre gli effetti della prevedibile sconfitta elettorale.
La proposta di legge presentata prevede, poi, delle norme truffaldine quali le liste bloccate che eliminano ogni scelta degli elettori sui candidati e lo scorporo per la determinazione del premio di maggioranza dei voti riportati dalle liste che non raggiungono la soglia del 4%. Ha ragione pertanto l’Unione ad opporsi a questa legge.
Non mi convincono però tutte le motivazioni con cui l’Unione respinge ogni possibile dialogo sulla materia ed anzi pratica l’ostruzionismo ai lavori parlamentari e minaccia la mobilitazione di piazza.
Se sono d’accordo sul fatto che le leggi elettorali si approvano e si modificano con il concorso di tutti perché attengono alla convivenza civile, non sono convinto che modificare la legge esistente, adesso sia troppo tardi. Anzi. I tempi mi sembrano più che sufficienti ed anche maturi. Molte leggi, di pari importanza come ad esempio quelle sulle misure antiterrorismo ,sono state approvate in pochissime ore anche se toccavano aspetti non marginali delle libertà individuali. Inoltre una riforma elettorale approvata all’inizio di una legislatura rischia di togliere autorevolezza politica al parlamento in carica. Infine vi è già un precedente di riforma approvata negli ultimi mesi della legislatura:e cioè la riforma costituzionale del 200 realizzata proprio dal centro-sinistra.
Quanto sopra mi fa supporre che in realtà l’opposizione decisa dell’Unione sia dovuta solo in parte ai dettagli pur importanti della proposta di legge o ai tempi di presentazione ed approvazione della stessa , ma in misura molto maggiore dalla contrarietà di reintrodurre il sistema proporzionale che cancellerebbe ovviamente il maggioritario e con esso il bipolarismo.
E’ noto infatti come i principali partiti dell’Unione e cioè la Margherita e i DS siano i più decisi sostenitori del maggioritario al punto di essere favorevoli anche all’abolizione del residuo 25% di proporzionale che esiste ancora e che lo stesso Prodi ha voluto fortemente le primarie non soltanto per una sua legittimazione personale come leader della coalizione ma anche come rafforzamento del sistema maggioritario.
Appare, invece, poco comprensibile l’atteggiamento delle forze politiche interne all’Unione che da sempre si sono dichiarate per il proporzionale e che ora tacciono o si accodano o magari con velleità ed un pizzico di malafede rinviano al dopo elezioni una improbabile discussione sulla riforma, anche se comprendo che il rendersi disponibili ora ad una riforma elettorale in senso proporzionale rischia di rimettere in discussione nell’Unione le stesse primarie per le quali si stanno spendendo milioni di Euro ma anche probabilmente accordi su collegi e candidature già raggiunti nelle segrete stanze.
Eppure, quella della riforma in senso proporzionale della legge elettorale sarebbe una occasione da non perdere perché c’è poco da dire: il sistema bipolare ed il maggioritario in Italia hanno fallito e questa seconda repubblica non si è certamente dimostrata migliore della prima.
Sicuramente non ne hanno tratto vantaggio i lavoratori sempre più precari, sempre più mal pagati , sempre meno tutelati dallo stato sociale. Non ne ha tratto vantaggio la democrazia sostanziale visto che le decisioni vengono riservate a gruppi sempre più ristretti senza alcun rapporto con il cittadino elettore. Non ne ha tratto vantaggio neanche la moralità pubblica visto la quantità di leggi “ad personam” licenziate da un parlamento eletto con il sistema maggioritario. Se nella prima repubblica il sistema malavitoso di tangentopoli ha provocato l’intervento della magistratura, nella seconda tale sistema è rimasto con la differenza che la magistratura viene ostacolata nella sua azione repressiva. Tanto per fare solo alcuni esempi.
In conclusione vi sono dunque tante buone ragioni per “approfittare” dell’iniziativa della Cdl per ragionare sul futuro delle nostre istituzioni, della nostra democrazia e quindi del futuro del nostro paese.
Settembre 2005
Lucio Costa
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