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(10 Giugno 2023)
In pochi giorni due fulgidi esempi – per le “anime belle” a cui non piace chiamare le cose con il loro nome- di ingiustizia di classe.
Cominciamo con la strage di Casale Monferrato. Il 7 giugno la corte d’assise di Novara pronuncia la sentenza di uno dei processi ancora in corso per i morti di amianto, 392 vittime ad oggi sul territorio casalese.
L’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny - uno degli uomini più ricchi d’Europa che chiuse la sua fabbrica nel 1986, andandosene a gran velocità e lasciando l’onere della bonifica dell’azienda e del territorio al Comune di Casale) - viene condannato a 12 anni (in soldoni 1 anno ogni 32 vittime. Ma la strage, perché di questo si tratta, non è finita perché a Casale ogni anno continuano ad ammalarsi ancora 50 persone circa).
Il PM aveva chiesto l’ergastolo, ma il tribunale ha derubricato il reato da omicidio volontario con dolo a “semplice” omicidio colposo.
Forse si può considerare questa sentenza una piccola “vittoria” rispetto a tante altre che in questi anni, a fronte di migliaia di vittime, hanno sempre decretato l’impunità dei padroni assassini che tutto sapevano, ma è davvero piccola, tanto che il sindaco di Casale, riguardo ai risarcimenti imposti dal tribunale, dice: ."È un’amara rivincita rispetto alle morti causate, sappiamo bene che difficilmente riconoscerà alle famiglie e al territorio i risarcimenti dovuti".
Del resto l’abbiamo dovuto constatare molte volte; la magistratura è un organo dello Stato e ne segue le indicazioni qualunque sia il colore del governo : “non disturbare” il profitto delle aziende, anche al costo di migliaia di vite spezzate.
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Passiamo ora alla strage di Viareggio e diamo la parola all’associazione che riunisce i familiari delle vittime.
“La strage di Viareggio a Roma … PER pretendere la data per la Cassazione-bis (5° grado!) e PER rivendicare SI-CU-RE-ZZA. L'udienza fissata fuori tempo massimo!
Mercoledì 7 giugno, presidio di fronte alla Corte di Cassazione, tenuto dalle ore 09.30 alle ore 12,45 con striscioni e volantinaggio.
Appena arrivati sul posto, un commissario di polizia comunica a Daniela, vice presidente dell’Associazione dei familiari, che l'udienza si terrà il 28 novembre. Una data, finalmente, definita e sicuramente dovuta alle sollecitazioni e alle pressioni di piazza promosse dalla metà di aprile. Il fascicolone, così, dopo 5(!) è partito da Firenze alla volta di Roma che, a sua volta, ha deciso sezione e data: III Sezione penale e 28 novembre 2023.
Una 'singolare' riflessione: la Corte di Cassazione non comunica con gli avvocati ma dà mandato di informare i familiari a poliziotti del posto, come a dire: cosa siete venuti a fare, tutto a posto, persino la data … L’amara realtà: la data è sì a posto, ma solo per Moretti&company. Infatti, il suddetto compiendo 70 anni il 29 ottobre prossimo, con la conferma della condanna a 5 anni, per i benefici di legge, non sconterà un solo giorno di carcere.
Per il potere, per i poteri forti, per i potentati, tutto deve tornare sempre a proprio uso e consumo. La magistratura-Stato è stata capace di scrivere un’altra pagina nera di questa tragica e terribile storia.
La ‘giustizia’ ha fatto il suo (soc)corso!”
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E, aggiungiamo noi, se si è giunti a questi “risultati” lo si deve unicamente alla determinazione delle vittime e dei loro familiari che da anni e anni - in prima persona, nonostante il dolore, affrontando ostacoli e fatiche di ogni genere - si battono per avere uno straccio di “giustizia”.
Giovedì 29 giugno 2023 – nel 14° anniversario della strage – i familiari delle vittime e i viareggini sfileranno per le strade della cittadina per non dimenticare. L’appuntamento è davanti alla stazione ferroviaria di Viareggio alle ore 20.45 per poi arrivare sul luogo del disastro.
Il nostro Comitato, come sempre, ci sarà: mano nella mano con tutti coloro che – come noi -non dimenticano, che resistono, che continuano a lottare in prima persona perché la parola “giustizia” riacquisti un senso.
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
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