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(11 Ottobre 2011) Enzo Apicella

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RIPRENDIAMOCI L'INTERNAZIONALISMO!

(16 Novembre 2023)

società incivile

L'ignoranza genera confusione, ma anche necessità di chiarezza.
RIUSCIRANNO I NOSTRI EROI A RITROVARE L'INTERNAZIONALISMO MISTERIOSAMENTE SCOMPARSO IN GUERRA?

Gli operai devono riprendersi l'internazionalismo, nella teoria, nell'organizzazione, nell'azione diretta.

Le idee, in ogni formazione economico sociale storicamente determinata, sono espressione di interessi collettivi,
coalizzati in categorie materialmente omologate, in classi.
La proprietà privata, individuale o statale,
è alla base del modo di produzione capitalistico, e della classe che, con lui, si è affermata detenendone il potere, la borghesia.
L'abolizione della proprietà privata, individuale o statale, è alla base del comunismo, e della classe interessata alla sua attuazione, il proletariato.

Questa dicotomia, così chiara ed esplicita in teoria, spesso, come oggi, si offusca fino a sparire nelle nebbie della confusione e dell'ignoranza, a tutto beneficio del sistema, della classe al potere e delle sue idee, che divengono così ideologie dominanti, cioè diffuse ed accettate dalla cosiddetta “società civile”.
In questo modo, le idee e le ideologie della borghesia pervadono l'intera società, declinate a seconda degli interessi e degli strati di classe che ne beneficiano.
Piccola e media borghesia, come ventriloqui, rimodulano la concezione del mondo capitalista, svendendola come verità assoluta, o, addirittura, come “opposizione” e “cambiamento”.
In definitiva, il potere produce le proprie idee a coprire i propri affari, affidando briciole materiali ed “ideali” ai suoi servi travestiti da “alternativa al sistema”.
Ovviamente questo plumbeo panorama nasconde quando non oscura del tutto, le vere idee di trasformazione sociale, frutto della materialità di chi le esprime, e dei rapporti di classe che ne sono origine.
E' questo un processo devastatorio costante delle idee della rivoluzione, che trova nell'epoca della “guerra mondiale a pezzi” una sua accelerazione, dovuta alla necessità di impedire una fuoriuscita reale dal modo di produzione che produce la guerra, rendendola ormai condizione permanente per l'intera umanità.
Un processo di falsificazione e di scippo della scienza proletaria dalle mani dei suoi legittimi proprietari, quegli operai classe mondiale sempre più numerosa ma incosciente della sua forza.

Ecco perché è urgente restituire il Marxismo a chi lo userà per sconvolgere il mondo, a partire dall'internazionalismo,
che è proletario, non altro!
A partire dall'assunto materialistico che gli operai non hanno patria, e che non sono popolo!

Già, gli operai non sono popolo, ma solo una parte di questo, quella sfruttata da un'altra parte, la borghesia.
Popolo e nazione, e la propria espressione statuale, esprimono appunto interessi inconciliabili al loro interno, tattici e strategici, che non possono essere unificati nemmeno in caso di guerra, ma risolti con la diserzione, il sabotaggio, la lotta contro tutti i padroni a cominciare dai propri, la rivoluzione contro la guerra imperialista,
Concetti semplici e comprensibili, annegati nel profluvio allucinato di schieramenti partigiani, di tifo da stadio, da camaleontici travestimenti.
O da richieste di rispetto di quel “diritto internazionale”ormai dato per defunto dalla stessa borghesia, o da richieste di “coerenza”a governi e stati, tutti borghesi, che si muovono solo per i propri interessi economici e di potenza.
O ancora da pelose “solidarietà” con le vittime “civili” di cui la chiesa cattolica è maestra insuperata.

Niente che affronti un mondo in bilico sulla barbarie in termini di classe, e di lotta di classe.
Niente che intraveda nella guerra come massima contraddizione di sistema, una convenienza strategica proletaria,
a patto che questa convenienza non rimanga un'idea di qualche isolato pensatore, ma divenga prospettiva fattuale nell'azione quotidiana, figlia appunto della restituzione del comunismo a quante e quanti lo imporranno con la rivoluzione.

SOCIETA' INCIVILE

Fonte

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