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(30 Dicembre 2023)
Le sanzioni contro Mali, Guinea e Burkina Faso sono influenzate dal colonialismo e violano i diritti umani
Il logo della ONG Youth for Peace and Security Africa (YPS-Africa)
L’ONG del Ghana Youth for Peace and Security Africa (YPS-Africa), in collaborazione con la Coalition des patriotes africains du Burkina Faso (COPA/ BF) e diverse altre organizzazioni della società civile del Burkina Faso, hanno presentato un ricorso davanti alla corte di giustizia comunitaria della Communauté économique des États de l’Afrique de l’ouest – Economic Community of West African States (CEDEAO – ‘ECOWAS) per contestare la legalità delle sanzioni che l’organizzazione sta infliggendo a Burkina Faso, Mali, Niger e Guinea, tutti governati da giunte militari golpiste.
La prima serie di sanzioni contro il Niger è stata imposta dai leader della CEDEAO – ECOWAS durante il vertice di emergenza di luglio. Tutte le frontiere con il Niger sono state immediatamente chiuse, il flusso delle merci bloccato e il traffico aereo vietato.
La CEDEAO – ECOWAS ha ribadito che le sanzioni contro Mali, Guinea e Burkina Faso, dove si sono verificati anche colpi di stato militari, continueranno e ha imposto severe sanzioni al Mali dopo il colpo di stato del maggio 2021 e ha chiuso le frontiere terrestri e aeree con lo Stato a causa del rinvio delle elezioni da parte dei nuovi governanti. Le autorità provvisorie maliane hanno proposto di rinviare il voto a dicembre 2025. Il 9 gennaio 2022 la CEDEAO -ECOWAS ha imposto ha imposto nuove sanzioni contro il Mali e il 27 gennaio 2022 YPS-Africa ha lanciato un appello alle autorità della CEDEAO -ECOWAS e alla Presidenza dell’Unione Africana affinché venissero tolte le sanzioni contro i cittadini innocenti. A questo sono seguite proteste durante la riunione straordinaria dell’autorità della CDEAO – ECOWAS tenutasi ad Accra il 3 febbraio 2022. Il 3 luglio 2022, le sanzioni contro i civili in Mali sono state revocate dall’autorità della CEDEAO -ECOWAS.
Nel settembre 2022, la CEDEAO -ECOWAS ha deciso di imporre sanzioni contro il governo militare della Guinea dove, nel settembre 2021 il comandante dell’unità d’élite delle forze speciali guineane aveva preso il potere e arrestato il presidente Alpha Conde. I militari hanno abrogato la costituzione e istituito organi decisionali per governare il Paese.
La CEDEAO – ECOWAS non ha invece mai dato seguito alle ripetute minacce di interventi armati per riportare al potere i presidenti e i governi eletti, quasi sempre abbattuti dai militari golpisti con il sostegno della maggioranza della popolazione, stanca degli attacchi delle milizie jihadiste e dello sfruttamento delle risorse naturali, minerarie e petrolifere con la complicità di élite legate da un cordone ombelicale economico-politico con l’ex potenza coloniale francese.
In un comunicato congiunto le ONG africane dicono di voler informare il popolo burkinabé e il mondo degli aspetti giuridici e delle misure adottate contro l’autorità della CEDEAO e della sua commissione.
Il 6 novembre, YPS-Africa, Citizen Network for Peace and Security in Africa (CNPSA) e Abraham Korbla Klutsey hanno citato in giudizio la CEDEAO- ECOWAS, l’Autorità dei capi di Stato e di governo, per «Aver bloccato, attraverso sanzioni, l’accesso alle frontiere terrestri e aeree, ai trasporti, al cibo, ai medicinali, all’assistenza sanitaria, acqua, elettricità. istruzione, lavoro e denaro a oltre 100 milioni di cittadini dell’Africa occidentale in Burkina Faso, Niger, Mali e Guinea».
Il caso è stato condotto e presentato davanti alla Corte di giustizia comunitaria della CEDEO da Femi Falana un avvocato nigeriano molto rispettato e attivista per i diritti umani, e da altri 5 rinomati avvocati.
YPS-Africa e COPA/ BF denunciano che «Queste sanzioni dure e influenzate dal colonialismo non sono solo immorali ma anche illegali e antidemocratiche perché non sono supportate da alcuna legge o disposizione. Abbiamo chiesto alla Corte della CEDEAO di tenere conto delle violazioni dei diritti umani, delle discussioni sui diritti umani dell’Unione Africana, del Trattato CEDEAO riveduto e dei suoi protocolli, nonché delle leggi internazionali, per dichiarare illegali le sanzioni che prendono di mira i cittadini. Le sanzioni draconiane, disumane, dure e ingiuste contro i cittadini comuni e innocenti hanno già portato alla morte di oltre 125.000 persone e queste cifre non fanno che aumentare, direttamente e indirettamente, tra i bambini e le donne. La vita delle persone non dovrebbe mai essere utilizzata come oggetto di contrattazione, negoziazione o leva finanziaria. E’ molto importante notare che, nel promuovere lo stato di diritto e la democrazia, le azioni della CEDEAO -ECOWAS devono essere supportate dalle leggi, dalla democrazia e dal rispetto della vita e della dignità umana. Non si può essere democratici in modo antidemocratico».
La nuova causa promossa dalle ONG africane parte dalla convinzione che «La vittoria legale contro l’autorità della CEDEAO – ECOWAS è una vittoria per la democrazia, la dignità umana e i diritti. Questo accelererà lo sviluppo umano e della sicurezza in Burkina Faso, Niger, Mali e Guinea».
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