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“Spionaggio fiscale”: a chi giova la caccia alle streghe?

(28 Ottobre 2006)

Si è alzato un gran polverone sulla questione “spionaggio fiscale”. Un polverone fatto di perquisizioni personali a lavoratori delle Agenzie Fiscali “colpevoli” di aver effettuato alcune interrogazioni sui terminali dell’Anagrafe Tributaria.

Diciamo subito che, a questo punto, la Magistratura deve andare avanti, ma già l’elenco dei soggetti su cui tali interrogazioni sono state effettuate la dice lunga sulla natura della questione: semplice curiosità, magari un po’ stupida.

E’ vero infatti che tra essi c’è l’attuale Presidente del Consiglio, e quindi comprendiamo la preoccupazione, ma ci sono anche soggetti pubblici di vario genere: politici, sportivi, persone dello spettacolo… Inoltre va chiarito che i dati ricavabili dai terminali dell’Anagrafe Tributaria sono dati presenti nei Pubblici Registri. Parlare di “spionaggio” in modo generalizzato sembrerebbe quindi improprio.

Sembrerebbe perfino strano e innaturale che, avendone la possibilità, non si venga, almeno una volta nella vita, colpiti da questa innocua e banale curiosità.

Da qui a far partire quello che si è visto in questi giorni il passo è lungo. Non vorremmo essere di fronte ad una campagna per screditare gli “agenti” del fisco, proprio mentre si dice che la lotta all’evasione è il fulcro dell’azione politica dei prossimi anni.

Per comprendere quanto aberrante sia la situazione, basti pensare che tra gli indagati (e perquisiti) ci risulta ci siano anche lavoratori che hanno effettuato alcune delle interrogazioni “incriminate” non certo per curiosità ma proprio perché il loro lavoro lo richiedeva…

Con che spirito credete che i lavoratori del Fisco torneranno a lavorare lunedì mattina? Per gli onesti la tutela qual’è? Certo è che non possiamo più lavorare tranquilli.

Altro che semplificazione della macchina amministrativa. Se non ci sarà un intervento deciso del Ministro a sgonfiare questa enorme bolla di sapone, i lavoratori del fisco saranno obbligati a tutelarsi: evitando di rispondere al telefono, chiedendo documenti a chiunque si presenti agli sportelli per una informazione, chiedendo espressa autorizzazione per ogni atto che dovranno svolgere, e così via.

Se qualcuno voleva distruggere la possibilità di operare per il fisco, ha imboccato la strada giusta!

Roma, 27 ottobre 2006

Coordinamento Nazionale RdB Pubblico Impiego
Pietro Falanga

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