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UNA MASSA DI PORCELLUM.....

(16 Giugno 2009)

Referendum 21 giugno
Si-No-Astensionisti di governo-Astensionisti proporzionalisti
UNA MASSA DI PORCELLUM….

Le cessioni di sovranita’ europee impongono le semplificazioni, le funzionalizzazioni e le riduzioni di peso dell’apparato statuale e delle sue istituzioni giuridico-costituzionali.
E’ un processo storicamente determinatosi dentro il percorso di composizione e rafforzamento della potenza Europea, che si avvale del falso appoggio virtuale del voto referendario di modifica del passato sistema di assegnazione del “premio di maggioranza”.
In sostanza, se vincessero i si all’abolizione del “porcellum” il premio di maggioranza andrebbe alla lista elettoralmente vincente anziche’, come ora, alla coalizione.
Le posizioni politiche dei partiti sono condizionate dal mix di interessi governativi, di riproporzionamento dei rapporti di forza all’interno della maggioranza alla luce dei recenti risultati delle europee, di mera speranza di sopravvivenza elettorale.
In base a questi interessi, le forze politiche si schierano rispetto al referendum dando diverse indicazioni di voto, o di non voto.
Al Si scontato del “comitato referendario”, al Si timido del P.D. ed al Si “costituzionale ed antifascista” di Fini, non corrisponde uno schieramento per il No, anche perche’ gli avversari del Si si rifugiano in una astensione variamente motivata.
Si va dall’astensione governativa concertata e contrattata tra P.D.L. e Lega a quella dei trombati della sinistra di stato, fino all’arcipelago dei tifosi del proporzionale alla ricerca tanto della democrazia quanto di qualche poltroncina perduta. ( …..eppure erano tutti d’accordo a Montecitorio il 19 febbraio scorso, su 254 votanti 2 astenuti nessun contrario, sulla donazione dei rimborsi elettorali anche a chi alle europee non avesse superato la soglia di sbarramento del 4% ).

Una massa di porcellum!

La realta’ materiale si incarichera’ di deludere le speranze del proporzionalismo, relegandolo ad una forma di democrazia borghese ormai inutile e non corrispondente alle velocizzazioni della competizione pluripolare, oggi accentuata dalla crisi.
Il presente ed il domani delle moderne democrazie borghesi viaggia intorno ad un progetto generale di riequilibrio tra i poteri dello stato, del rafforzamento del premierato e della intercambiabilita’ delle coalizioni al governo, egualmente vincolate dai diktat europei.
E’ evidente l’uso strumentale del referendum per riprodurre, nello specchio deformato del catino elettorale, lo scimmiottamento della “sovranita’ popolare”che, comunque voti o non voti, subira’ l’attuale razionalizzazione statuale.
Il nostro astensionismo non difende nessuna forma di democrazia, attuale o del passato; esso critica l’esercizio virtuale della “sovranita’ popolare” peraltro “limitata all’abrogazione” e non propositiva.
Il nostro astensionismo combatte gli evidenti elementi di corruttela materiale ed ideologica innati nell’inganno del voto, soprattutto referendario, quello che a chiacchiere consente di “cambiare”.
Ma l’astensionismo da solo non basta, perche’, come del resto sta gia’ succedendo, puo’ essere compatibile ed addirittura recuperato ed utilizzato nella concorrenza tra frazioni borghesi e proprie espressioni politiche.
Per questo, cercheremo di coniugare l’astensionismo cosciente all’odierno tentativo di riorganizzazione autonoma, nel solco della lotta di classe.

Giugno 2009

Combat / Roma

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