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(14 Agosto 2013)
José Efraín Ríos Montt
La Corte Costituzionale del Guatemala ha definito irricevibile la richiesta di amnistia a favore dell’ex dittatore José Efraín Ríos Montt (1982-1983), 87 anni, accusato di genocidio e crimini contro l’umanità: delitti per cui il generale a riposo era stato inizialmente condannato a 80 anni di carcere in uno storico processo che lo stesso alto tribunale ha annullato il 20 maggio scorso.
Il verdetto della Corte, emesso il 6 agosto ma comunicato alle parti solo questa settimana, stabilisce che i crimini ascritti a Ríos Montt sono imprescrittibili e dunque non possono essere oggetto di amnistia.
I legali dell’ex presidente ‘de facto’, accusato in dettaglio di 1771 omicidi commessi dai militari nel dipartimento nord-occidentale del Quiché contro il popolo indigeno Maya, avevano invocato la Legge di riconciliazione nazionale, l’amnistia decretata dal Congresso nel 1996 ma che è applicabile solo ai reati politici commessi da militari e guerriglieri nell’arco della guerra civile (1960-1996). Contavano così di cancellare definitivamente un processo a cui Ríos Montt è sfuggito fino a pochi mesi fa, dopo essere stato un protagonista della vita politica del Guatemala seguita al conflitto protetto dall’immunità parlamentare, persa solo nel gennaio 2011.
Cominciato il 19 marzo e concluso il 10, il processo ha visto sul banco degli imputati anche l’ex capo dell’intelligence militare di Ríos Montt, il generale a riposo José Rodríguez, che è stato invece assolto per mancanza di prove. Con l’annullamento anche Rodríguez affronterà il nuovo dibattimento, per il quale non c’è ancora una data: l’agenda della corte incaricata, il Tribunal B de Mayor Riesgo – il tribunale A si è rifiutato di ripetere il processo avendo già emesso la sua sentenza, di condanna – non lo consentirà prima dell’aprile 2014.
[FB]
Misna
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