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Avevate dei dubbi?

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(28 Aprile 2011) Enzo Apicella
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30 gennaio: un dibattito pubblico a Mestre

(19 Gennaio 2016)

no guerra

DIBATTITO PUBBLICO A MESTRE (VE)
SABATO 30 GEN. H. 15.30, CENTRO CANDIANI 1° PIANO


Partecipano_ Comitati No Trident (Napoli), Donne in rete per la pace, Donne No Dal Molin (Vicenza), Collettivo Pax Christi (Marghera), Comitati No Muos (Sicilia), Il cuneo rosso (rivista)

Organizza_ Comitato permanente contro le guerre e il razzismo – Piazzale Radaelli 3, Marghera comitato.permanente@gmail.com


Nessuno pensa alla guerra, alle bombe lanciate sulle case e sui luoghi di lavoro, alle carneficine di uomini, donne e bambini che avvengono ogni giorno in Medio Oriente. E in questi anni ben pochi hanno pensato alle decennali guerre scatenate dall’Occidente nei quattro angoli del globo quando hanno visto arrivare nelle loro città centinaia e migliaia di profughi. Alla guerra, qui in Italia e in Europa, non si riesce a pensare neanche quando si sentono rombare i motori dei caccia, carichi di morte, partiti dalle basi militari dietro casa. Alla guerra si è pensato solo quando a Parigi, il 13 novembre, un gruppo di jihadisti ha sparato nel mucchio. Solo allora i ‘nostri’ governanti hanno urlato scandalizzati: “Siamo in guerra”.

Hollande sostiene che la Francia è in guerra, ed è così. Ma lo è da prima degli attentati di Parigi, almeno dal 27 settembre, quando sono partiti i primi attacchi aerei contro la Siria. Anzi: lo è già dal secolo scorso, quando per decenni ha devastato l’Algeria, e poi ha bombardato l’Iraq, la Jugoslavia, la Costa d’Avorio e … l’elenco sarebbe troppo lungo.

E non è solo una questione francese. Tutto l’Occidente è impegnato in questa nobile azione. Certo: gli Stati Uniti hanno il primato indiscusso, ma dall’Italia al Canada, dalla Spagna alla Germania, nessuno manca al suo ‘dovere’, di seminare morte e distruzione. L’Italia, ad esempio, partecipa attualmente a 40 operazioni belliche nel mondo, dal Mediterraneo, al Medio Oriente, all’Africa, all’Asia, con circa 10.000 militari, senza contare i ‘contractors’ delle imprese private …

Perché avviene tutto ciò? Perché da più di venti anni si tagliano i fondi per la scuola, le pensioni, la sanità, l’assistenza ai disabili, mentre i fondi per la guerra si trovano sempre? Chi beneficia delle spese militari e di questa produzione di morte? I comuni cittadini, i lavoratori, i giovani? Quali effetti stanno producendo queste guerre a catena, questa “guerra infinita” condotta dai ‘nostri’ stati e dai ‘nostri’ governi contro altri popoli, soprattutto contro i popoli arabi e islamici?

E c’è un legame tra queste guerre e la crisi? Tra queste guerre e il generale peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro qui, la disoccupazione e la precarietà che crescono? Non è forse in atto anche qui una guerra sociale strisciante dei poteri forti capitalistici contro chi vive del proprio lavoro e non ha santi in paradiso? Chi poteva immaginare che anche in Europa i tassi di disoccupazione giovanile sarebbero saliti alle stelle, o che in paesi come la Grecia sarebbe ricomparsa la mortalità e la malnutrizione infantile?
Davanti ad avvenimenti come questi non possiamo restare indifferenti, e neppure neutrali, perché è in gioco la nostra esistenza, al presente e nel futuro. Questa corsa verso la guerra, verso nuove e sempre più devastanti guerre, verso una nuova, terribile, guerra mondiale, che secondo alcuni è già iniziata, si può e si deve fermare! Con quali forze? con quali mezzi? Che cosa ha cominciato a muoversi in questa direzione?

Troviamoci per discuterne insieme con chi ha già preso negli anni e nei mesi scorsi, a Vicenza, a Napoli, a Marghera, in Sicilia, delle iniziative di lotta in questo senso.

Comitato permanente contro le guerre e il razzismo - Marghera

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