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L’Italia in guerra? Che bella scoperta!

(1 Gennaio 2024)

Fregata Fasan

L’Italia in guerra? Sentiamo da più parti questo ingenuo interrogativo.

Che bella scoperta!

A parte il fatto che l’Italia è già in guerra con l’attiva partecipazione sul terreno ucraino, a parte il sostegno svergognato al genocidio dei palestinesi, ora si aggiunge la partecipazione all’operazione Prosperity Guardian (il nome è tutto un programma!) di pattugliamento e di scorta delle navi mercantili nel Mar Rosso.

Il governo Meloni ha aderito con entusiasmo, ma anche con rapidità e clandestinità, all’operazione di tutela del traffico di merci ed armi dirette anzitutto allo stato sionista e genocida d’Israele. La spedizione a guida Usa ha anche lo scopo di intimidire lo Yemen da cui partono le incursioni degli Houthi che finiscono col sabotare anzitutto Israele. Non è escluso che i piani Usa prevedano un attacco più diretto proprio allo Yemen obbedendo alla tattica di ingaggiare guerra con gli stati più deboli dove è più facile ottenere una vittoria che faccia risalire le quotazioni di borsa delle imprese Usa, i sondaggi elettorali di Biden e il prestigio a stelle e strisce in generale decadenza.

Il duo Meloni-Crosetto, soci fondatori dei fratelli italici – e, nonostante la enorme differenza di corporatura, loro stessi fratelli di sangue, sangue fascistoide – non si è fatta sfuggire l’occasione. Il ministro della guerra ha escogitato un trucchetto per eludere l’autorizzazione del Parlamento vestendo l’operazione militare con gli abiti truccati di una generica missione antipirateria e “non operativa”. A dire il vero non c’era bisogno di tanta furbizia perché il Parlamento italiano è quanto di più grottesco possa esistere in fatto di ignoranza, grettezza, demagogia, finta opposizione all inclusive, sicché nessuno avrebbe fatto – e così è stato – il minimo di protesta.

Che si tratti di un camuffamento basterebbe a dimostrarlo la circostanza che i missili della fregata Fasan sarebbero dovuti partire il prossimo febbraio per dar corso alla missione antipirateria denominata Atlanta, ma ora si tratta di ben altro e qualcuno degli alleati del blocco Usa-Ue ha dato segni di insofferenza. Parliamo della Spagna ma anche dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi che si sono tenuti alla larga da quella che si configura come una pericolosa operazione di intimidazione. Da sottolineare anche la falsità statunitense che a voce raccomanda ad Israele di non “ammazzare troppi civili” e poi ne sostiene la pratica di guerra, e questa operazione conferma direttamente la solidarietà TOTALE con la politica di Netanyahu.

La missione, poco ci manca che venga definita “di pace” dal trio Meloni-Crosetto-Mattarella, si configura quindi come un fiancheggiamento della politica di Netanyahu e dello stato sionista, costi quel che costi, e agli internazionalisti come noi tocca il compito di smascherare il retroscena di interessi nazionali, di complicità e di ipocrisia che si nasconde dietro appelli alla pace, dichiarazioni di non estensione del conflitto che, intanto, invece si estende e nemmeno tanto silenziosamente. Ancora una volta l’unica possibilità reale di pace e di giustizia, l’unica possibilità di imporre la fine dell’aggressione genocida degli apparati sionisti e occidentali contro il popolo palestinese, è nelle mani dei proletari di tutto il mondo, a cominciare dai proletari del Medio Oriente – ma anche qui dobbiamo fare la nostra parte! E siamo stati, finora, maledettamente inferiori alle necessità.

Consentiteci una frecciata – non sono mai troppe – ai campisti di casa nostra e a quelli “internazionali” che invece attribuiscono questo ruolo alle potenze capitalistiche esterne all’Occidente. Anzitutto i paesi da loro proclamati antimperialisti “oggettivi” non hanno mosso un dito in favore della Palestina che è sotto il fuoco dell’imperialismo israeliano. Parliamo anche dell’Iran che ha cercato in questi giorni di attribuirsi una qualche paternità dell’azione di Hamas (in realtà del Comando unificato della resistenza palestinese). Secondo il portavoce dei Pasdaran iraniani, l’attacco di Hamas in Israele il 7 ottobre 2023 sarebbe stato una vendetta per l’uccisione, avvenuta in Iraq nel 2020, di Qassem Soleimani. Ma Hamas ha smentito rapidamente, mettendo in imbarazzo i millantatori iraniani, e questo testimonia sia dell’opportunismo di chi vorrebbe “cavalcare la tigre”, sia del livello di indipendenza della resistenza palestinese. Circa le posizioni russe (un altro stato che sarebbe, a sua insaputa, “antimperialista oggettivo”), è tornato ad esternarle il ministro degli esteri Lavrov che ha voluto ricordare che la Russia “ha condannato fermamente” l’attacco “terroristico” del 7 ottobre contro Israele; in quanto a potenza antimperialista, non c’è male!

Quanto alla Cina dobbiamo ricorrere al sito italian.cri.cn per sapere a quanto ammonta l’antimperialismo del governo della Repubblica Popolare che, intanto, spegne ogni manifestazione pro-Palestina. Su quel sito – niente di più ufficiale – leggiamo i consueti appelli alla moderazione, l’invito ad un generico “cessate il fuoco”, l’ipocrita attenzione all’escalation del conflitto che vale a chiedere di ammazzare i palestinesi poco per volta come già si faceva prima del 7 ottobre. La perla è la proposta di “due popoli, due stati”, che è una vera e propria presa per i fondelli date le dichiarazioni di aperto sterminio che il governo sionista esprime ogni giorno non solo a parole ma con azioni militari, bombe, carri armati, arresti ed assassinii ben più convincenti, e dato che ormai lo stato sionista ha posto sotto il proprio diretto controllo militare almeno l’85% della Palestina storica – per cui la proposta “due popoli, due stati” potrebbe avere una qualche credibilità solo ed esclusivamente se fosse accompagnata dalla richiesta perentoria ad Israele di tornare ai confini precedenti al 1967… Senonché, a parte i palestinesi, chi parla più di un simile obbligo (diciamo anche soltanto parla, non diciamo agisce per imporlo)?

Ulteriori dettagli al link https://italian.cri.cn/2023/11/22/ARTIWqUnHZw2QKMOzdoluGyx231122.shtml.

Il pungolo rosso

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