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Simmel di Colleferro. Le vittime della guerra interna.

(9 Ottobre 2007)

Un morto, 14 feriti e un reparto devastato in un incidente alla Simmel Difesa, fabbrica d’armi che a Colleferro lavora a pieno ritmo per armare le guerre in atto ai quattro angoli della terra.
Colleferro e la Valle del Sacco sono, a causa dell’incredibile concentamento d’industrie chimiche e d’armi, tra le aree più deturpate ed inquinate d’Italia.

Il tragico bilancio di questa mattina alla Simmel rientra appieno nel bollettino di guerra dell’azienda Italia, dove il tasso di produzione di morti sul lavoro rimane invariato da moltissimi anni. 1.200 vittime e oltre un milione d’infortunati è il prezzo che il mondo del lavoro paga ogni anno sull’altare della cosiddetta competitività di mercato.

Ciò che differenzia l’evento di Colleferro dal quotidiano bollettino di morti sul lavoro, è il luogo ed il momento nel quale accade.
La produzione d’armi nel nostro paese sta attraversando, per merito dell’attuale esecutivo, una fase di pieno sviluppo. Con la Legge Finanziaria 2007, il governo Prodi ha invertito la tendenza ad una stagnazione degli investimenti nel settore della Difesa.
L’aumento del 13% delle spese militari destò scalpore e sorpresa in varie aree d’opinione pubblica e nel variegato mondo del pacifismo, smascherando i veri propositi di un esecutivo che sta trasformando il settore militare in uno dei volani centrali dello sviluppo del paese.

La Finanziaria 2008, se non cambierà in corso d’opera, riconferma e consolida questa determinazione, destinando oltre 18 miliardi di euro ad esercito, industrie di armi, missioni all’estero, investimenti bellici e ammodernamento tecnologico delle truppe.
I dati macroeconomici di questi giorni, che indicano un ulteriore decremento del PIL italiano, suggeriscono risposte tragicamente banali per spiegare i motivi di fondo di queste scelte: produzioni di guerra come elemento di controtendenza alla crisi in atto. Gli Stati Uniti insegnano.

Di questi enormi investimenti di morte, che tolgono risorse e diritti a coloro che soffrono e muoiono sul lavoro, non v’è traccia nelle diatribe che apparentemente dividono le varie anime del governo Prodi.

Il morto ed i feriti di Colleferro obbligheranno tutti, forse solo per un giorno, a riflettere sul modello di sviluppo che ci propone l’attuale esecutivo di centro sinistra.

La Rete nazionale Disarmiamoli!

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