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Se ci fosse ancora Sankara. Il presidente più povero del mondo

Report del convegno organizzato dal Comitato SankaraXX di Torino

(21 Ottobre 2007)

Il 14 ottobre 2007 al Teatro Vittoria, il Comitato SankaraXX di Torino in collaborazione con Terra del Fuoco, la Provincia di Torino, Libera Piemonte e con il patrocinio della Città di Torino, ha organizzato un convegno dal titolo: “Se ci fosse ancora Sankara. Il presidente più povero del mondo” per ricordare Thomas Sankara ex Presidente del Burkina Faso in occasione del ventennale del suo assassinio.

L’iniziativa è nata in risposta all’Appello del “Collettivo Internazionale Thomas Sankara”, rivolto a tutte le organizzazioni popolari, ai movimenti sociali, alle organizzazioni dei lavoratori, ai movimenti delle donne, alle organizzazioni comunitarie, alle ONG, alle forze politiche e a tutti i cittadini del Nord e del Sud del mondo, per fare del 2007 dichiarato “anno Sankara”, un anno di studi, di riflessioni e di lotta contro l’impunità.

Al Convegno coordinato dal giornalista Ignace Audifac, sono intervenuti:

Luisa Peluso
Roberto Forte
Patrizia Donadello
Marinella Correggia
Berthin Nzonza
Mambo Bamapi Mulumba
Vittorio Agnoletto
Elisabetta Donini
Carlo Batà
Modou Gueye con la lettura scenica di discorsi di Thomas Sankara
Ganaian con brani musicali tratti da “The Thomas Sankara CD”.

Sono stati proiettati due documentari video:

• Discours sur la dette - Discorso sulla cancellazione del debito di Thomas Sankara all’Organizzazione per l’Unità Africana ad Addis Abeba il 29 luglio 1987
• Fratricide au Burkina, Thomas Sankara et la Françafrique de Didier Mauro et Thuy Tiên Ho

Durante il Convegno è stata presentata la petizione promossa dal Coordinamento GRILA - CIJS Campagne Internationale Justice pour Sankara e sono state raccolte le firme per esprimere solidarietà alla famiglia di Thomas Sankara e agli avvocati della CIJS e per sostenere le azioni e le richieste del Comitato Diritti Umani dell'Onu che l'11/04/2006, attraverso il comunicato n. 1159/2003, si è pronunciato a favore della riapertura del caso.
Attraverso il pronunciamento dell’ONU, il Governo del Burkina Faso ha dunque l’obbligo di far luce sulle circostanze della morte di Thomas Sankara, indicare il luogo della sua sepoltura, rettificare l'atto di decesso e dare il giusto indennizzo alla famiglia.
A tutt’oggi il dossier sulla giustizia nei confronti di Thomas Sankara resta aperto presso il Comitato dei Diritti Umani delle Nazioni Unite.

Con la rivoluzione del 4 agosto 1983 Thomas Sankara era diventato Presidente del Burkina Faso, uno tra i paesi più poveri al mondo e, in soli 4 anni di governo, ha risollevato l’economia del Paese dimostrando che la povertà può essere sconfitta applicando con coerenza una politica di giustizia sociale.

“Se il popolo muore di fame non si ha il diritto di sperperare…e…. Occorre scegliere se bere champagne o dare l’acqua potabile a tutti” diceva e per lottare contro i privilegi e la corruzione interna, ha applicato a se stesso e a suoi ministri scelte di austerità radicali.
L’unico Presidente al mondo proprietario di una renault 5, una bicicletta, una moto, libri, due chitarre e un piccolo appartamento di cui ancora pagava il mutuo.
Un esempio così scomodo per chi esercita il potere, da dover essere necessariamente cancellato dalla storia.
Per non far morire il suo popolo di fame, si è rifiutato di pagare il debito estero e ha fatto a meno dell’aiuto di Banca Mondiale e Fondo Monetario che esigevano in cambio di effettuare scelte che non corrispondevano ai bisogni reali del Paese.
In quattro anni ha costruito centri sanitari in ogni villaggio per vaccinare i bambini contro la malaria e cantieri per opere idrauliche, ha attuato programmi di riforestazione per fermare il deserto e promosso l’autosufficienza alimentare nelle produzioni locali con cui è riuscito a garantire due pasti al giorno e dieci litri di acqua per tutti.
Ha parlato alla sua gente di dignità e di fierezza istituendo programmi di alfabetizzazione per bambine/i e adulti e programmi di coscientizzazione per i militari perché sosteneva, - un militare senza coscienza non è altro che un potenziale pericoloso assassino armato - e ha invocato il disarmo globale per un mondo libero da guerre.
Per le donne ha avuto un’attenzione particolare riconoscendo nella loro condizione una schiavitù aggravata dalla secolare dominazione maschile, ne ha promosso e incitato la liberazione, ha condannato le pratiche tradizionali di mutilazione genitale, la prostituzione, ha riformato il codice di famiglia e le ha invitate a partecipare attivamente alla vita politica del Paese.
Ben 12 donne furono ministri all’interno del suo governo.
E poi lo sport, il cinema, la musica e l’arte per celebrare l’orgoglio africano.

Thomas Sankara fu ucciso a soli 38 anni assieme ad altri dodici uomini, i loro corpi furono gettati in una fossa comune e ancora non sappiamo se il suo corpo riposi in una di quelle tombe nel cimitero di Dagnoën, senza pretese ed incolto nella periferia di Ouagadougou, dove nei pressi ora sorge una discarica.
Ma forse, come mi ha detto l'amico Judicael, lui avrebbe voluto così, per stare ancora una volta in mezzo al popolo dei non privilegiati.

Presso il Comitato SankaraXX si possono acquistare:

• L’Africa di Thomas Sankara. Le idee non si possono uccidere di Carlo Bata Ed. Achab - 12 Euro
• Thomas Sankara. I discorsi e le idee. Traduzione di Marinella Correggia Ed. Sankara - 7 Euro
• The Thomas Sankara cd di Ganaian Produzione Il Manifesto - 8 Euro

Per informazioni e adesioni al Comitato:
p.donadello@alice.it
http://www.thomassankara.net/

Per firmare la petizione on line
http://www.ipetitions.com/petition/Sankara20/

Patrizia Donadello Comitato SankaraXX