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L'ideologia del padrone

(30 Ottobre 2007)

Non vi è ormai argine così robusto da contenere l’arroganza degli imprenditori che straripa dall’editoriale di un loro dipendente, Francesco Gavazzi, titolato: “imprenditori innovatori, lezione per il Partito Democratico”, sul giornale di loro proprietà, il Corriere della Sera, che in buona sostanza, dopo aver elogiato la capacità imprenditoriale di alcune imprese, invita Veltroni a passare un periodo in queste aziende per capire (cito testualmente): cosa significhi in concreto talento, eccellenza, merito, concorrenza, che cosa vuol dire saper decidere e rischiare.
La sindrome da onnipotenza ormai si è impadronita del mondo imprenditoriale, che sceglie cosa produrre, muove liberamente capitali nel mondo, delocalizza produzioni, usa i più sofisticati accorgimenti di elusione fiscale, possiede tutti i media con cui impone la sua ideologia e le sue merci, e sbarca direttamente in politica, ha toccato il massimo invitando i politici, ormai subalterni e superflui, ad apprendere diligentemente le regole del mercato che è l’unico potere vero.
Ormai in ogni assise di Confindustria e della Banca d’Italia i politici vengono trattati da scolaretti un po’ ritardati che ancora non si arrendono a cedere definitivamente il potere ai vari Montezemolo o Berlusconi che in tutta evidenza hanno successo, lavorano e non perdono tempo in chiacchiere.
Lungi dal voler difendere Veltroni, che mi sembra un bambinone un po’ illuso che vuole salvare capra e cavoli in una situazione in cui i poteri economici e mediatici si vogliono prendere tutto, e disprezzando la subalternità di Rifondazione comunista che applaude il Governatore Draghi che afferma che bisogna aumentare stipendi e consumi (rilanciando il ciclo e il potere capitalista), l’unica cosa seria mi sembra quella di alzare lo sguardo su scenari più generali e abbandonare il chiacchiericcio su Prodi e Berlusconi.
Il cosiddetto modello liberista, che ha nelle multinazionali il massimo livello espressivo, ha conquistato il mondo, Cina compresa. Ha confinato democrazia e politica in un ruolo marginale, va avanti con le sole regole del profitto e della espansione, ma sta creando le condizioni di un collasso ambientale di proporzioni drammatiche e globali.
Dalla politica, sia di destra che di sinistra, non viene posta alcuna limitazione a questo sviluppo insensato, e nessuno propone ciò che sarebbe veramente necessario: costringere l’economia a riconvertirsi con le energie rinnovabili per arrivare ad uno sviluppo SOSTENIBILE, con parametri stabiliti dagli scienziati.
Oggi, economia e politica, profondamente complici (nel caso degli USA i parlamentari sono tutti a libro paga delle lobby economiche) sono compatte nel negare l’evidenza del disastro ambientale ormai vicino, con la stessa impudenza con cui le multinazionali USA del tabacco resistettero per 20 anni, con infiniti processi, contro gli scienziati che definivano il fumo nocivo alla salute.
Oggi dobbiamo dimostrare che nulla è più nocivo per il mondo della logica capitalista, che abbiamo già imboccato la via del non ritorno perché consumiamo già il 30% in più di quanto la terra sia in grado di rigenerare, e si va avanti cinicamente nella convinzione che i paesi ricchi in qualche modo se la caveranno, mentre il Sud del mondo creperà di fame e di sete.
Nel panorama variegatissimo della politica italiana non vi è un solo partito che avverta l’urgenza di contenere la dittatura dell’economia e portarla su un terreno eco- sostenibile. Qualche flebile grido viene da Beppe Grillo, subito screditato come “antipolitico”.
Ogni auspicio di rilancio di questa economia e dei consumi deve essere considerato irresponsabile, ai limiti del criminale, perché non è più possibile lasciare campo libero a chi produce e inquina in modo intollerabile.
Perché non si consiglia a Veltroni di frequentare quegli industriali che affidano i loro rifiuti tossici alla camorra per risparmiare sulle spese di smaltimento legale, ben sapendo che dove vengono seppelliti vanno ad inquinare falde acquifere ed aria con aumento di morti per tumori?
Perché non va a parlare con quei bravi imprenditori che importano legname dall’Africa e distruggono le foreste equatoriali per fare parquet e casse da morto?
Perché non fare una visitina agli industriali farmaceutici che hanno inventato una pillola per ogni piccolo disagio, anche psichico, da trattare con psicofarmaci che danno dipendenza, e poi portano al consumo di droghe di tutti i tipi perché il corpo è diventato dipendente dalla chimica, con la complicità dei medici a loro libro paga?
Ci vorrebbe anche una visitina agli industriali che fabbricano armi,fino a ieri anche le bellissime mine antiuomo che hanno mutilato milioni di persone, tutte persone di grande statura morale, in Chiesa tutte le domeniche.
La guida del mondo è in mano a questa gente, la Mac Donnel Douglas, la Lokeed Martin, la Halliburton, il Carlyle Group, la Exxon, la British Petroleum, in combutta con il Pentagono dichiarano le guerre, vogliono bruciare il petrolio esistente fino all’ultima goccia e ci condanneranno a morte se non li fermiamo.

30 ottobre 2007

Paolo De Gregorio

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