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(1 Febbraio 2003)
Giambattista Lazagna, nato a Genova nel 1923, avvocato, prese contatto con l’organizzazione comunista clandestina fin dagli anni dell’Università, nel 1942, e dopo l’8 settembre 1943 partecipò alla Guerra di liberazione, divenendo commissario politico della Brigata “Oreste” e vicecomandante della Divisione Garibaldi “Pinan-Chichero” operante in Liguria.
Gravemente ferito in combattimento e decorato di medaglia d’argento al valor militare, nel dopoguerra, lavorò alla redazione genovese del “l’Unità”, fu tra i dirigenti della federazione provinciale del PCI e segretario del Comitato regionale di solidarietà democratica per la Liguria (1949-56) che si occupava della difesa dei partigiani perseguitati dai governi democristiani dell’epoca.
Occupò successivamente varie altre cariche nelle organizzazioni democratiche liguri e fu presidente dell’ANPI di Novi Ligure finché, nel 1970, coinvolto nella questione Feltrinelli, venne arrestato.
Rilasciato dopo 5 mesi di carcere, nell’ottobre 1974 fu nuovamente arrestato in connessione all’inchiesta sulle Brigate Rosse.
Autore nel 1946 del libro di memorie partigiane "Ponte rotto" (più volte ristampato nel 1964, 1968 e 1972), ha pubblicato nel 1974 una nuova opera dal titolo "Carcere, repressione, lotta di classe", sintesi della sua esperienza di studioso e di antifascista militante di fronte ai problemi della repressione giudiziaria.
(Retro di copertina di "Il caso del partigiano Pircher" di Giambattista Lazagna, ed. La Pietra, 1975)
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