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(2 Gennaio 2013)
Al di là dei toni rituali di fine anno, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha difeso la continuità di quelle politiche di rapina sociale di cui è stato massimo custode istituzionale. Non a caso l'unica cifra indicata nell'eloquio sono gli 85 miliardi di interessi annui sul debito pubblico : l'enorme donazione annua al portafoglio delle banche che Monti e Napolitano hanno assunto come vincolo centrale della politica economica, e che solo il PCL e il comitato No Debito chiedono di abolire. Esibire “dolore” per le sofferenze sociali, ma difendere le politiche che le producono: la retorica presidenziale ha offerto un campionario tradizionale di ipocrisia. Nella quale tutti i partiti padronali, non a caso, possono oggi inzuppare il pane.
1 gennaio 2013
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
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