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GENOVA : BOLLETTINO PER FINCANTIERI DI FEBBRAIO 2013 " Lotta di classe ", cantiere di Ge-S.Ponente

(15 Febbraio 2013)

“ L' emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi!! “ (K.Marx)

EDITORIALE :

MONTE DEI PASCHI : NON E' UN CASO MA LA RADIOGRAFIA DEL CAPITALISMO

La terza banca italiana, fiore all'occhiello del salotto buono della finanza, è stata travolta dai suoi stessi giochi finanziari, tesi a coprire una operazione spazzatura (acquisto di banca Antonveneta a prezzi triplicati) e l'insuccesso della cinica speculazione sui titoli pubblici italiani (operazione “Nota Italia”). Intanto la stessa banca, già beneficiata dai Tremonti Bond, viene salvata dal governo dei banchieri di Mario Monti, con la pubblica regalia di 3,9 miliardi di euro (quasi pari all'ammontare dell' IMU sulla prima casa), pagati dai lavoratori e dai loro sacrifici.

Tutti sapevano e nessuno ha fatto nulla. Bankitalia ha autorizzato l' acquisizione di Antonveneta a carissimo prezzo, e non si è accorta di operazioni in derivati truffaldine, nascoste sotto il tappeto da manager senza scrupoli. Il Ministero dell'Economia ha permesso alla Fondazione Monte dei Paschi di Siena di indebitarsi fino al collo per mantenere il controllo della banca senese. Infine, la Consob non ha verificato la correttezza dei bilanci della società senese, le cui azioni sono quotate in Borsa. In realtà hanno tutti insieme coperto la truffa ed oggi, non a caso, si rimpallano le responsabilità.

A questo punto inizia il grande circo dell' ipocrisia politica.
Il PD, che tramite il controllo di Regione, Provincia e Comune nomina 14 dei 16 consiglieri della Fondazione MPS, è di fatto il vero azionista politico della banca; ad oggi ha ricevuto finanziamenti direttamente da Giuseppe Mussari per ben 700 mila euro, tutti documentati. Non stupisce che il PD abbia approvato il salvataggio di MPS con denaro pubblico. PDL e LEGA si scagliano contro il PD, per far dimenticare i propri traffici con Fiorani e Fazio, la truffa CredieuroNord, il crac del Credito Cooperativo di Verdini, e l'uso-bancomat della Banca Popolare di Milano per tutte le necessità degli amici. L' UDC non si fa sentire troppo per non far emergere i legami economici di MPS col suocero di Casini, F.Caltagirone, o quelli col mondo della finanza cattolica.

E' sempre la solita storia: le banche speculano, si arricchiscono (con operazioni truffaldine come i derivati), poi falliscono o quasi, e a pagare sono i cittadini tramite le casse dello Stato. Il “ caso” MPS è la cartina di tornasole di tutto il sistema bancario italiano. Tutte le banche italiane hanno investito nei derivati finanziari spazzatura: Unicredit per 118 miliardi, Intesa San Paolo per 59 miliardi,... Il totale della sola finanza spazzatura ammonta in Italia a 218 miliardi: Ciò significa una cosa sola: che le stesse banche italiane che intascano ogni anno quasi 100 miliardi di interessi sui titoli pubblici (oltre ai 70 intascati dagli enti locali indebitati), sottraendole a lavoro, sanità, scuola, pensioni, trasporto pubblico, utilizzano il denaro pubblico per finanziare il risiko del casinò finanziario, a caccia di profitti facili. Intanto lo Stato provvede….con denaro pubblico in caso di bisogno.!

Questa rapina deve finire. Con l'abolizione del debito pubblico verso le banche; la loro nazionalizzazione senza indennizzo per i grandi azionisti; la loro concentrazione in un'unica banca pubblica sotto controllo sociale. E' l'unica misura che può far piazza pulita degli speculatori, risparmiare miliardi di denaro pubblico da destinare alle protezioni sociali, difendere il posto di lavoro dei dipendenti del MPS e delle altre banche, e tutelare i piccoli risparmiatori. Ogni altra “ soluzione” è una copertura dei banchieri e dei loro interessi.

Solo un governo dei lavoratori, che rompa col capitalismo, può realizzare queste misure. Solo il Partito Comunista dei Lavoratori si batte, da sempre, per questa soluzione rivoluzionaria.

ECHI :

C.RE DI STABIA : UNA COMMESSA VALE LA PERDITA DI LAVORO, DIRITTI E DIGNITA'
L'accordo siglato lo scorso 1° Febbraio dalle parti sindacali e dalla direzione Fincantieri è semplicemente definibile come un accordo capestro. Sulla carta Azienda e Sindacati ottengono la commessa di una nuova nave fluviale, da parte dell'Armatore canadese SdTQ, che porterà nelle casse della Cassa dei depositi e prestiti (attuale proprietario di Fincantieri) circa 148 milioni di euro, mentre ai lavoratori dello stabilimento stabiese porterà: riduzione del totale impiegato, circa 230 lavoratori su un totale di 608, flessibilità contrattuali e prepensionamenti al 75% della retribuzione, lavoro al sabato e riduzione delle pause pasto. Inoltre prevede l'internalizzazione di tutte le attività finora affidate all'Indotto. La consegna di questo piccolo traghetto è prevista per la fine del 2014, quindi un solo anno di lavoro, poi di nuovo incognite. La logica di fondo di questo accordo è quella del ricatto. In perfetto stile Marchionne, la Dirigenza ha messo i lavoratori stabiesi di fronte ad un bivio: o si prende la nave canadese con tutto il ridimensionamento della struttura e del numero di lavoratori impiegati, oppure si va tutti a casa. Tale politica ha avuto la meglio: infatti il giorno 11 Febbraio, il 66,3% dei dipendenti ha votato si al referendum sull'accordo. Come PCL siamo stati da subito contrari a questo accordo e tuttora riteniamo che, forte del SI all'accordo, l' Azienda continuerà nella sua politica di razionalizzazione degli impianti, espulsione delle maestranze e probabile futura chiusura dello stabilimento stabiese (si veda l'es. di Fiat Pomigliano). Continueremo a farci sentire affinchè un giorno prevalga l'unità e la tutela di tutti i lavoratori Fincantieri ed Indotto, nel nome degli interessi comuni e contro le divisioni fomentate da dirigenza e sindacati complici.

UN BILANCIO IN ATTIVO A SPESE DEI LAVORATORI
Con la scusa della crisi del settore e della concorrenza asiatica, negli ultimi anni Fincantieri ha condotto una politica di razionalizzazione produttiva di alcuni cantieri, espellendo dal ciclo produttivo gran parte dei lavoratori diretti, contando sempre più su un esercito di riserva rappresentato dalle ditte dell' Indotto, queste ultime con lavoratori super-sfruttati e sottopagati (lavoro nero e paga globale sono pratiche molto diffuse nell' Indotto), che scontano la scarsa sindacalizzazione e la eccessiva frammentazione in piccole aziende. Da anni il massiccio uso della cassa integrazione ha fruttato all' Azienda un relativo periodo di calmieramento del conflitto interno, garantendole la possibilità di ampliare i propri orizzonti in settori strategici come l'off-shore, acquisendo un ramo di Stx, e la possibilità di procedere al passaggio di proprietà, pianificato dal governo Monti, sotto le insegne della Cassa depositi e prestiti (Cdp), finalizzato ad una futura vendita del Gruppo a privati, come già pronosticato dall' attuale presidente di Cdp F.Bassanini. Senza dimenticare il fatturato complessivo, che l'ultimo bilancio 2011 sancisce in 2,4 miliardi di euro, con un utile di gestione di 227 milioni di euro. Non c'è che dire: un bilancio in attivo a spese dei lavoratori. Solo lottando uniti, i lavoratori di Fincantieri e dell' Indotto potranno cambiare questo bilancio, rendendolo positivo per loro a spese di padroni e stato borghese.

A SESTRI PONENTE SARA' UN'ALTRA MUSICA ? MEGLIO STARE IN GUARDIA !
Venerdì 15 Febbraio ci sarà un incontro tra Azienda e Sindacati su Sestri Ponente, c'è il rischio che la tattica che Fincantieri utilizzerà per Sestri sia la stessa usata già per Castellammare di Stabia : cioè nuove commesse in cambio di nuove regole. Già in passato, per es., si era parlato di esuberi per almeno 370 dipendenti su 638 diretti, e tale questione potrebbe ripetersi oggi. Meglio, quindi, stare in guardia, innanzitutto contro possibili accordi separati tra Sindacati complici e Azienda, e contro i ricatti aziendali. E' necessario che tra i lavoratori di Fincantieri e dell' Indotto prevalga l'unità di interessi e non le divisioni, come invece vorrebbero l'Azienda e i Sindacati complici. La linea usata per Castellammare apre la strada a possibili accordi-ricatto anche per gli altri cantieri, perciò va contrastata da subito o sarà troppo tardi.

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PCL-GENOVA

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