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Liste per le elezioni regionali

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(5 Marzo 2010) Enzo Apicella
Il governo approva un decreto "salva liste" per permettere al Pdl di presentare la propria lista per la provincia di Roma oltre i termini stabiliti.

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NON CI INTERESSA L’ANALISI DEL BERLUSCONISMO E NEMMENO BATTERLO NELLE URNE

(6 Agosto 2013)

Non ci interessa l’analisi del berlusconismo e nemmeno ci interessa batterlo nelle urne, attraverso un processo di omologazione culturale ormai giunto a un modello di omologazione politica che rende possibile, nello specifico della situazione italiana, soltanto le “larghe intese” (anche mascherate da un, eventuale, giochino di maggioranza e opposizione).
Il fenomeno di cui si dibatte tanto in questi giorni, in coincidenza di eventi che dovrebbero essere riservati esclusivamente alla cronaca giudiziaria, è ben più profondo e importante dell’interpretazione superficiale e grottesca che se ne è fornita in questi ultimi vent’anni di “caso italiano”.
Sono emersi, fin dagli anni’80 del XX secolo, almeno due fattori assolutamente non compresi (anzi, in alcuni casi, consapevolmente e colpevolmente assunti) dalla gran parte degli attori presenti nello scenario del nostro sistema politico: il primo riguardante la ripresa dell’aggressività del neo-capitalismo che, da entrambe le sponde dell’atlantico (dopo aver fatto i suoi esperimenti in America Latina, e in particolare nel Cile di Pinochet), ha ripreso la strada dell’egemonia incontrastata nell’affermazione del proprio modello economico – sociale; un fattore emerso in coincidenza con la necessità (espressa appunto dal versante capitalistico) di “piegare” lo sviluppo tecnologico a un’idea di società severamente “classista” all’interno della quale le distanze sociali fossero fortemente riaffermate tagliando quello che era stato definito “eccesso di domanda”. Un obiettivo da realizzare “allontanando” anche la politica dalla società.
Questo secondo elemento ha avuto, nello specifico del “caso italiano”, una prima elaborazione teorica attraverso la stesura del documento di “Rinascita Nazionale” eseguita dalla Loggia P2 di Licio Gelli (andarsi a rivedere, per favore, l’elenco degli iscritti giudicato veritiero dalla commissione parlamentare presieduta da Tina Anselmi) e successivamente dalla sperimentazione “forte” attuata dal governo Craxi.
E’ quello il punto di origine che, in realtà, l’implosione all’inizio degli anni’90 dei cosiddetti (e più volte richiamati, in questi giorni) “partiti democratici” ha favorito, proprio perché – in coincidenza – con la caduta del muro di Berlino e lo sciagurato avallo dato dai governanti italiani (Amato e Ciampi) alla costruzione dell’Europa dei trattati (a partire da Maastricht) si è verificata una totale assimilazione del modello plebiscitario – presidenzialista (avallato dall’adozione del sistema elettorale maggioritario, a esaltazione del concetto di “governabilità” quale fine esaustivo dell’agire politico) da parte dell’intero sistema politico: su queste basi avvenne la trasformazione (analoga sul piano dell’espressione della cultura politica. Sbloccare il sistema) del PCI in PDS e dell’MSI in AN, l’occupazione del vuoto lasciato dal “pentapartito” da parte di Forza Italia e, anche, alla fine l’allineamento (dopo una fase di incertezza) di Rifondazione Comunista, già compromessa nelle varie desistenze e alleanze locali, fino al tonfo finale della cosiddetta “Unione”.
Non si tratta di sviluppare, allora, l’analisi del “berlusconismo” ma quella di un intero sistema politico che, nel quadro europeo, ha contribuito nel suo complesso alla gestione capitalistica di quest’ultima fase e ai disastrosi effetti della crisi sulle condizioni materiali di vita di milioni di persone, causando fenomeni di vera e propria “disperazione sociale”.
E’ su queste basi di analisi che ci interessa, e cercheremo di impegnarci, la costruzione di una soggettività anticapitalista e comunista che riesca ad affrontare fino in fondo questi drammatici nodi “sistemici” occupandosi a tutto tondo dei temi sociali e politici, a partire dalla difesa della Costituzione Repubblicana dagli attacchi di chi intende mutarne la natura allineandola all’ipotesi presidenzialista per arrivare all’insieme delle contraddizioni moderne e post-moderne che debbono essere urgentemente affrontate, a partire da quella “di classe”: una contraddizione mai esaurita, nonostante che da molte parti, a sinistra, si sia cercato in questi anni di affermare il contrario.

Patrizia Turchi e Franco Astengo

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