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Bentornata età della pietra

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(27 Gennaio 2011) Enzo Apicella
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GENOVA : BOLLETTINO FINCANTIERI - 15 NOV. 2013"

Lotta di classe ", Ge - S. Ponente15

(15 Novembre 2013)

15 Novembre 2013
“ L' emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi!! “ (K.Marx)

EDITORIALE:

DETTANO LEGGE INDUSTRIALI E BANCHIERI,
E’ ORA CHE COMANDINO I LAVORATORI

La “ legge di stabilità ” di Letta e Alfano è una truffa per i lavoratori, e un regalo alle imprese e alle banche.

Ai lavoratori si dà con una mano, se tutto va bene, una decina di euro in busta paga; con l’ altra mano si aumenta l’ IVA, si tagliano le detrazioni su spese mediche e mutui, si bloccano i contratti del pubblico impiego, si rateizzano le liquidazioni, si aumenta di fatto la tassa sulla prima casa per milioni di famiglie grazie all’ aumento delle imposte locali, …

Parallelamente guadagnano industriali e banchieri. E quanto !

Confindustria incassa oltre 5 miliardi di abbattimento su contributi (cuneo fiscale), deducibilità IMU sui capannoni, benefici fiscali per fusioni d’ impresa (spesso combinate con ristrutturazioni e licenziamenti). Le stesse misure che in 15 anni hanno solo ingrassato profitti e licenziamenti.

Mentre le banche strozzine fanno davvero il pieno: copertura statale sui derivati, deducibilità delle perdite, rivalutazione delle quote bancarie in Banca d’ Italia,… .. insomma una manna. Che i banchieri investiranno in nuovi titoli di Stato chiedendo e ottenendo ogni anno quasi 100 miliardi di interessi sul debito. Pagati da lavoro, salari, sanità, istruzione…come sempre.

Altro che “ i privilegi dei politici “ contro cui sbraita Beppe Grillo. Privilegi e ruberie di PDL, PD, SC (di per sé scandalosi e da combattere), sono nulla rispetto alla rapina sociale di chi comanda davvero: gli industriali e i banchieri.

I partiti di governo sono solo strumenti al loro servizio e da loro retribuiti.

La verità è che la campagna centrale contro i “ privilegi della politica “, che oggi accomuna la stampa dei capitalisti, Renzi e Grillo, serve solo a dirottare la rabbia sociale su un binario secondario, per impedire che si rivolga contro il nemico vero: la dittatura degli industriali e dei banchieri.

Una dittatura che opera sotto ogni governo, di centrosinistra, di centrodestra, o di “unità nazionale“. Senza rovesciare questa dittatura, senza rimpiazzarla con un governo dei lavoratori, nessun vero cambiamento sarà possibile. Ed anzi tutto può solo peggiorare per la maggioranza della società, chiunque governi.

E’ falso dire che un governo dei lavoratori è “impossibile“. Se 16 milioni di lavoratori dipendenti acquistano coscienza della propria forza tutto diventa possibile.

La piccola minoranza di industriali e banchieri che oggi comanda si regge solo sulla rassegnazione e confusione della maggioranza della società.

C’ è allora bisogno di una forza organizzata
d’ avanguardia che ogni giorno e in ogni lotta combatta la rassegnazione, sviluppi la coscienza dei lavoratori, riconduca ogni rivendicazione a una prospettiva anticapitalista.

Il capitalismo è fallito. Solo i lavoratori possono costruire un nuovo ordine di società.

ECHI :

NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DI FINCANTIERI
Il recente annuncio da parte di Letta sull’intenzione di vendere a privati Fincantieri, non ci sorprende. Era nell’area da tempo. Prodiano della prima ora e uomo legato agli ambienti della finanza internazionale, Letta punterà a fare oggi quello che Prodi non riuscì a fare nel 2007. Oggi come allora occorrerà costruire il più ampio fronte di lotta per opporsi con efficacia alla privatizzazione del Gruppo. Tale operazione, nell’ attuale situazione già critica per i lavoratori del Gruppo e di tutto il settore della Navalmeccanica, potrà solo peggiorarne ulteriormente le condizioni: mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro in tutta Italia, diritti e condizioni di lavoro. Come, tra l’altro, dimostrano i casi Telecom ed Alitalia, o a livello locale il caso AMT.

LA LOTTA DEGLI OPERAI DI ANCONA
Per protestare contro l’ ipotesi di privatizzazione, ieri mattina i lavoratori Fincantieri di Ancona hanno bloccato lo stabilimento, dando vita ad uno sciopero di due ore e mezza all’ inizio di ogni turno: almeno 150 operai hanno presidiato i cancelli della fabbrica per tutta la mattinata. E se il governo non farà passi indietro, non mancheranno nuove iniziative di lotta per i prossimi mesi.
Come PCL ribadiamo: ogni ulteriore tentativo di privatizzazione dell' Azienda o di attacco alle condizioni dei lavoratori del Gruppo e degli appalti, potrà essere respinto solo con la mobilitazione unitaria di tutti i cantieri, mediante la costruzione di un coordinamento nazionale delle lotte, eletto dai lavoratori, che elabori una piattaforma nazionale di lotta unitaria, facendola finita con la logica del “ciascun per se’ ”, che ha solo diviso i cantieri, facendoli capitolare uno dopo l’altro.

SERVONO REGOLE CHIARE E PIU’ CONTROLLI SUGLI APPALTI
Come è noto ai più, la Fincantieri persegue da tempo la politica di dare in appalto carichi di lavoro, e come da tempo denunciano i sindacati del settore, spesso i lavori vengono assegnati a ditte nelle quali i lavoratori sono sottoposti a condizioni di supersfruttamento, senza vedersi riconosciuti alcun tipo di diritto, e dove spesso dietro a queste ditte c’è ad operare la criminalità organizzata. C’è bisogno di regole chiare per tutte le ditte del settore e un monitoraggio costante da parte di Istituzioni e Forze dell’ Ordine. Ma serve in primo luogo che la dirigenza di Fincantieri la smetta di puntare al massimo ribasso dei costi perché è proprio questa la molla che attiva il super-sfruttamento ai danni dei lavoratori che operano in queste ditte. E questo è un obiettivo che solo la lotta unitaria dei lavoratori di Fincantieri e Appalti potrà raggiungere.


FERMIAMO LA CHIUSURA DELL’ APRILIA
L’utilizzo degli ammortizzatori sociali, ormai da quattro anni, non poteva reggere di fronte all’approfondirsi della crisi capitalistica che colpisce il settore delle due ruote. La proprietà (Piaggio Moto) di fronte alla contrazione del mercato vuole tagliare la produzione di un terzo: da 27 mila pezzi a 8-10 mila, contro i precedenti 100 mila pezzi. Questo significa la perdita di posti di lavoro e centinaia di licenziamenti: almeno 250 licenziamenti su 700 addetti nei siti veneziani di Scorzè, dove avviene la produzione, e Noale dove ci sono gli uffici. Le direzioni sindacali di FIM-FIOM-UILM non sono state all’altezza della situazione: si sono adagiate sugli ammortizzatori sociali, non hanno informato i lavoratori della gravità della crisi capitalistica e soprattutto non hanno predisposto un piano di lotta adeguato. La situazione ora richiede di mettere in campo nel più breve tempo possibile un piano di lotta adeguato basato sulla forza e l’organizzazione indipendente dei lavoratori. Per lo sciopero a oltranza del gruppo Piaggio, per l’ occupazione degli stabilimenti e la nazionalizzazione senza indennizzo sotto il controllo operaio.


CI RISIAMO CON I FINTI SCIOPERI
Dopo aver consentito al governo Monti lo sfondamento contro pensioni e articolo 18, le direzioni sindacali di CGIL, CISL, UIL sono giunte a firmare (Settembre 2013) un patto programmatico con Confindustria, cioè con l’avversario dei lavoratori. Sino a sostituire la necessaria contrapposizione al governo e alla sua rapina, con una comune pressione di lobby su governo e PD. Il carattere inoffensivo dello sciopero proclamato per il 14 Novembre – di appena 4 ore e a carattere locale - è significativo. I vertici sindacali mirano a “ emendare “ la rapina ( = Legge di Stabilità), non a respingerla. Mirano a negoziare le politiche di austerità, non a cancellarle. Dal canto loro i vertici FIOM che pur alludono allo “sciopero generale“ non si assumono reali responsabilità di iniziativa, pur di coprire la burocrazia CGIL, come hanno fatto sulla “ esigibilità dei contratti “.
PCL - GENOVA

PCL - GENOVA

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